Finalmente molte persone anche tra i non addetti ai lavori ed ambientalisti, cominciano a rendersi conto che la ricerca della soluzione dei problemi ecologici è non più rinviabile. Ci sono troppi segnali che questo pianeta si sta ribellando alle offese che l’umanità gli reca: malattie, desertificazione, innalzamento degli oceani, deforestazione, scomparsa di milioni di specie animali e vegetali (spesso sconosciute), dissesto idrogeologico e via elencando. Anche sul nostro territorio ci sono segni evidenti della mano dell’uomo che ha volutamente, per interesse, sporcato l’acqua, costruito anche dove la prudenza avrebbe sconsigliato, ridotto l’aria a un gas maleodorante e nocivo.
Ma c’è una forma di inquinamento particolarmente subdolo, perché non rilevabile con i comuni sensi di cui siamo dotati: le onde elettromagnetiche. Queste sono di due tipi. Quelle da impianti di alta tensione e quelle da onde radio, queste ultime, secondo gli scienziati, veramente nocive per la salute di tutti gli esseri viventi sottoposti al loro influsso. Ci sono limiti di intensità e di tempo che, dicono, siano tollerabili, ma già la legislazione italiana è molto meno restrittiva di quella internazionale, e questo la dice lunga sulla nostra serietà; non mi risulta poi vengano mai divulgati i dati, la frequenza delle misurazioni, e la superficie considerata. Ebbene, sul nostro territorio ci sono, come dovunque, i ripetitori per radio e TV e quelli per i cellulari di tutti gli operatori, che andrebbero tenuti lontani dalle zone popolate o per lo meno diradati per non creare troppa concentrazione.
Proprio qui al Campo dei Fiori c’è un punto particolarmente critico: il Grand Hotel su cui c’è la quantità massima di antenne di tutti i possibili fruitori. RAI, Mediaset, le trasmittenti private locali, tutti i fornitori di telefonia mobile, l’Aeronautica Militare hanno trovato estremamente utile una posizione così dominante sul territorio e sulla pianura sottostante. Tralascio, per amor di patria, l’inquinamento ottico della visione in un luogo potenzialmente ameno, di quella selva di ferraglie. Certo alla modernità non si sfugge e non sostengo l’utilità di un ritorno al passato, ma credo sarebbe necessario che i cittadini fossero informati del rischio a cui sono sottoposti a loro insaputa e che ci fosse un flusso continuo di dati, da parte degli Enti preposti al controllo, sull’intensità e vastità del fenomeno. In caso di pericolo, si provvedesse almeno a limitarne la portata.
Sarebbe già qualcosa impedire l’accesso a tutti nella zona più a rischio, evitando anche manifestazioni quali il motoraduno e la festa degli Alpini proprio sul piazzale dell’Hotel e nei dintorni. Eliminare il problema ora non è più possibile in un periodo ragionevole, però se ci fosse stata maggior lungimiranza da parte di chi ci governava in passato, come per la mobilità si potevano studiare veicoli meno inquinanti già molti anni or sono, così per le comunicazioni si potevano privilegiare sistemi meno critici, come quelli via cavo o satellite per le televisioni e GPS per i telefoni. Si potrebbe cominciare a riparare i guasti arrecati cambiando i sistemi, ma, in attesa di questo, si potrebbe almeno dare una completa ed esauriente informazione all’opinione pubblica dei rischi connessi.
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