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Attualità

GOVERNO FONTANA, ZERO TITULI

CESARE CHIERICATI - 07/11/2014

Una protesta di Nicoletti

Una protesta di Nicoletti

“Crisi economica, TASI, TARI, strade malconce come i marciapiedi, illuminazione che non funziona, segnaletica mancante, parchi non curati. Furti nelle abitazioni, lago inquinato, smog alle stelle, problemi nell’erogazione dei contributi alla famiglie disagiate e nessuna prospettiva amministrativa per il futuro”. Una fotografia di Varese a tinte fin troppo fosche quella consegnata alla Prealpina di martedì 4 novembre dal leader del Movimento Libero Alessio Nicoletti che, in un passato non troppo remoto, è stato assessore alla viabilità e al quale va dato atto di vivacità amministrativa e capacità di proposta, un giovin signore sempre ben registrato nelle sue grisaglie di buon taglio. Insomma uno che di estremistico non ha nulla ma proprio nulla.

Eppure la sua sfiduciata valutazione suona come una campana a morto per la Giunta Fontana che si è fatta il lifting, pare non ancora definitivo, sotto dettatura della Lega Nord, sacrificando i compagni di tante merende del Nuovo Centro Destra, secondo un copione da prima repubblica che si pensava messo in soffitta per sempre. Con il sindaco liquidatore dei suoi alleati e mero esecutore materiale di una sentenza capitale decisa non certo nella sede opportuna, il Consiglio comunale di Varese, ma in via Bellerio a Milano. Dimentico il buon Attilio che i sindaci li elegge direttamente il popolo sovrano e che dai consensi espressi deriva la legittimazione a governare e quindi anche l’imperativo a sentirsi “sindaco di tutti” e non di una sola parte.

Per questa ragione, prima ancora che per le tante cose non realizzate, per le promesse non mantenute, per l’avventurismo palesato nell’ipotesi parcheggio alla Prima Cappella, per tutte le inadempienze sopra elencate, ha ragione Nicoletti nell’affermare che l’attuale governo cittadino non ha alcuna prospettiva per il breve futuro che precede le elezioni amministrative della primavera 2016.

“Zero tituli” dunque per il secondo governo Fontana viene da dire rifacendo il verso a José Mourinho, salvo il PGT (Piano di Governo del territorio) peraltro giunto fuori tempo massimo e non esente da pesanti critiche da parte degli addetti ai lavori. Il sindaco Fontana, che è una persona per bene, si è assunto nel 2010 la responsabilità di capitanare una squadra con giocatori quasi tutti imposti dalle segreterie dei partiti e non scelti da lui, dentro una logica partitocratica i cui esiti sono sotto gli occhi di tutti. E pensare che non si poteva che stare dalla sua parte quando, con coerenza, guidò una motivata e circostanziata protesta contro il patto di stabilità, strangolatore delle autonomie locali, varato dal governo Berlusconi – Tremonti. Fino all’arrivo del rude richiamo di Bossi a rientrare nei ranghi al quale il buon Attilio scrupolosamente si allineò. Forse è questa sua esasperata sensibilità al richiamo della foresta leghista a farne un leader a metà e che lo ha spinto, qualche giorno fa, a una dichiarazione pro Putin quanto meno incauta.

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