Moratti ha lasciato. Cosa? La nave che affonda! Il gesto non è, solitamente, considerato impregnato di nobiltà. L’ultimo (almeno clamorosamente) salito alla notorietà al riguardo non è che abbia ricevuto applausi e onori.
Per Moratti, si dirà, la storia è diversa. Ci mancherebbe altro! A San Siro, almeno, niente morti né feriti. Ma per il Presidente l’amatissima imbarcazione era pur quella: chiamata Inter. Perché l’abbandono, dunque?
Ora le ragioni precise pare non siano ancora affiorate, rende più complicato comprenderle proprio il grandissimo amore che il Presidente per la sua squadra ha sempre avuto ingigantito dallo strepitoso en plein “mourinhano” roba da stratosfera, fantastica al punto da far sembrare agli interisti che il cielo invece che del solito ed azzurro si fosse tinto anche di strisce nere.
E allora Moratti perché non avrebbe dovuto semmai, affondare con la squadra in un oceano tutto e solo nero?
La risposta può sembrare logica e potrebbe essere legata non certo alla sola situazione negativa del rendimento della squadra che non lo giustificherebbe (qui se c’è da annegare si annega insieme) ma a disaccordi fondamentalmente tecnici.
Altro non rimane da pensare. Se, però, così fosse le giustificazioni del Presidente ulteriormente si ridurrebbero. Lui c’era quando si è dato luogo al passaggio di società; c’era quando sono stati effettuati acquisti e cessioni; c’era – soprattutto – quando a Milano è arrivato l’uomo più discusso del momento mister Mazzarri giunto all’approdo meneghino senza una contestazione di sorta da parte di alcuno Presidente compreso.
Dunque, anche allora, Moratti c’era: quando si scelse l’allenatore e quando si fecero acquisti e cessioni. Pur dandosi atto di un suo diminuito potere contrattuale e di gestione in società il Presidente avrebbe potuto e dovuto almeno recriminare o criticare se non prendere decisioni.
Non sembra accettabile un forfait, ora, che le cose stanno andando male. Mentre diventa facile il supporre che se tutto fosse filato liscio il Presidente sarebbe ancora felicemente assiso sul suo trono.
Meglio, allora, annegare in nerazzurro.
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