Se è contagio, che vada fino in fondo.
Parlando dei grandi meriti dei tifosi del basket si sottolineava che, proprio per la loro grande passione, avrebbero meritato un bel campionato con i loro beniamini in evidenza. Si era, però, anche detto che il precampionato della squadra varesina non era stato tale da far posto a buone prospettive sì che l’attesa dei tifosi non dava garanzie di sicurezza.
Con una piacevole metamorfosi la fase di preparazione non ha avuto riscontro nell’inizio di campionato. Un avvio per noi bello ed istruttivo.
Sicuramente meglio così che il contrario.
Si vorrebbe, ora, che il fenomeno fosse contagioso. Si vorrebbe con riferimento alla Yama, nella pallavolo, che fin qui non ha dato a vedere di essere quell’eccellente compagine che si ipotizzava potesse essere.
All’incidente di una giocatrice, per brava che fosse, non si può, certo, attribuire la ragione di un rendimento inferiore al previsto non solo perché la società ha subito cercato di rimediare con altro acquisto ma anche perché le atlete a disposizione di Parisi sono tutte di prim’ordine.
E allora bisognerà non temere una preparazione un po’ deludente che, peraltro, potrebbe consentire un successivo miglioramento.
Comunque come si era detto per il basket l’incognita rimane. Resta solo da sperare nel contagio: che si verifichi anche qui la variante felice di cui al basket con una partenza migliore di quanto visto sin’ora.
Del resto i repentini mutamenti nello sport sono all’ordine del giorno. Così è stato, per esempio, ai mondiali di pallavolo per la nostra “Bosettina” che nella partita con il Brasile (e, quindi, contro alcune delle sue ex compagne nel campionato carioca), ha avuto una partenza decisamente incolore. Giusto il tempo per consentire ai cronisti televisivi di emettere giudizi negativi (giustamente) per vederla crescere con il passare dei minuti arrivando ad un rendimento eccellente.
Si fa in fretta a cambiare. Così come per la Openjobmetis e Caterina.
E perché no Yamamay?
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