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Società

EDUCARE I SENTIMENTI

MARGHERITA GIROMINI - 03/10/2014

educazione-emotivaNon stiamo parlando di educazione sessuale, tema interessante e sempre attuale, ma al momento non in discussione, almeno a livello di progettazione ministeriale. Bensì di educazione ai sentimenti e alla gestione delle emozioni: la recente proposta di legge di una parlamentare ha portato l’argomento all’attenzione della stampa nazionale. Bambini e ragazzi del nostro tempo non sanno gestire emozioni e sentimenti: troppi bulli, potenziali maschilisti, giovani violenti, o, al contrario, inibiti e incapaci di esprimere emozioni e sentimenti. Così ci si rivolge alla scuola perché educhi a relazioni corrette e a comportamenti accettabili.

Con un’idea, non nuova: l’educazione ai sentimenti. La proposta di legge si muove nella direzione di inserire nello spazio scuola uno specifico programma di formazione emotivo – sentimentale per le giovani generazioni.

“Buongiorno” la professoressa o il professore “sono il vostro docente di educazione ai sentimenti”. In uno scenario futuro assisteremo a una lezione in classe con libri (quali?), o senza libri (qualcuno racconti un suo problema legato all’argomento); e poi, da chi e come sarà formato questo docente? Avrà letto e approfondito i tanti romanzi dell’Ottocento legati all’educazione sentimentale, avrà seguito un corso di aggiornamento gestito da psicologi, sociologi, terapeuti?

La “nuova” materia, “educazione ai sentimenti e alle emozioni”, potrebbe funzionare? Il tempo della didattica sarebbe quasi tutto occupato, sommando le proposte che la società, oberata da problemi insoluti e alle prese con le dovute risposte, ha riversato sulla scuola, che in parte ha provato a recepirle. Le esigue 28/30 ore settimanali di lezione potranno contenere tutte le richieste di “aiuto” che la scuola ha ricevuto nel corso dell’ultimo decennio?

Proviamo a riconoscerle: educazione civica; alla salute; alimentare; stradale; alla legalità; all’ambiente; alla prevenzione delle tossicodipendenze; alla pace e alla non- violenza, alla tolleranza; all’intercultura; alla diversità; alle pari opportunità; alla cittadinanza (italiana, europea, mondiale); al consumo consapevole; alla convivenza civile; alla sessualità; al digitale. Nei siti ufficiali si potranno trovare alcune varianti che non cambiano la sostanza del ragionamento: la scuola deve svolgere i propri regolari programmi e allo stesso tempo affrontare le problematiche socio educative che assillano la comunità. Che ruolo dovrebbe avere?

Tra le sue finalità c’è la formazione dell’uomo e del cittadino nella sua interezza. Ciò significa che nella quotidiana attività didattica temi come quelli citati dovrebbero essere già inclusi. Quale altro senso avrebbe l’insegnare storia, geografia, economia, filosofia, matematica, scienze e qualunque altra materia, se non quello di penetrare nei saperi per individuarne il significato profondo?

Non si può insegnare una lingua straniera senza trasmettere, insieme con le competenze strettamente linguistiche, valori come l’europeismo, la conoscenza delle culture “altre”, la fratellanza, la convivenza pacifica.

Educazione ai sentimenti e alle emozioni è riconoscimento sociale di valori come la capacità di riconoscere le proprie pulsioni, di saperle verbalizzare e comunicare agli altri, di contenere e governare i sentimenti negativi, di rispettare l’oggetto/gli oggetti dei nostri desideri.

In questo senso la scuola può aiutare, indirizzare, sostenere. Fornire mezzi e strumenti per riflettere sulle azioni dell’uomo, con la mediazione delle materie di studio, insegnare a chiarire il proprio pensiero per esprimerlo chiaramente, a voce e per scritto. Valorizzare i giochi di squadra, il lavoro del gruppo, in classe e nello sport; ricorrere alla musica e all’arte come mezzi espressivi alternativi alle parole.

Senza dimenticare che è nei primi anni di vita, nella corretta relazione con le figuri parentali, che si sviluppano e si attivano i contorni di una personalità equilibrata. Per questi motivi credo che non serva una nuova disciplina per apprendere ed esercitare i valori condivisi di una comunità.

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