Capita che una frase fotografi la realtà più di un romanzo di mille pagine. E così quando padre Monnis della basilica di Sant’Alessio all’Aventino ripete quando sentito da uno degli ospiti della sua mensa parrocchiale: “Un piatto di pasta servito con un sorriso vale più di un’aragosta” nella sala del convegno cala il silenzio.
Protomoteca del Campidoglio. Un caldo sabato settembrino. Il Banco Alimentare del Lazio ha invitato a confrontarsi su “Ridurre, recuperare, ridistribuire; una ricetta contro la povertà”. Nella più prestigiosa sala dell’amministrazione capitolina volontari e istituzioni presentano le reciproche esperienze in termini di condivisione del disagio sociale e tentativi per contrastarlo. I partecipanti vengono accolti da un messaggio del sindaco. “La mia amministrazione – scrive Marino – orgogliosa di ospitarvi in Campidoglio e la città non può che ringraziarvi per la vostra presenza sul territorio… Questa è la Roma che vogliamo: inclusiva, solidale, efficiente”.
“Combattere la fame – esordisce il presidente del Banco Scoppa – è la priorità. È inammissibile che ancora oggi adulti, famiglie, soprattutto bambini soffrano la mancanza di cibo a fronte di sprechi alimentari inimmaginabili, diktat della società dei consumi”. Scoppa racconta l’esperienza di ‘citycibo’ che a Roma mette in contatto giornaliero le grandi mense aziendali con quelle della carità per offrire il cucinato in più; annuncia soddisfatto l’estensione dei servizi del Banco nelle province di Rieti, Viterbo, Frosinone e Latina grazie a un bando vinto alla Regione Lazio; ricorda che il linguaggio della carità viene prima di quello della burocrazia.
“Senza solidarietà la nostra città è destinata a morire” taglia corto l’assessore capitolino al sostegno sociale e sussidiarietà Rita Cutini che ringrazia pubblicamente i volontari in sala: “Il vostro lavoro permette a noi istituzioni di raggiungere le persone che sono escluse dal normale circuito dei servizi. Crea le condizioni di base per cui possano uscire dall’invisibilità”.
Per Teresa Petrangolini che interviene per conto del presidente della Regione Zingaretti “Ognuno di noi, di fronte alla povertà, si domanda cosa fare per cambiare. Voi avete la risposta”. Per il consigliere la sussidiarietà non è quella dello Stato che dice ‘fate voi perché non riesco ad arrivare a tutti’, ma quella che individua i circuiti virtuosi di base e crea le condizioni perché possano crescere.
Nel corso dello scorso anno il Banco Alimentare, realtà presente anche a Varese ha recuperato e distribuito nel Lazio 3433 tonnellate di cibo e sostenuto 218 enti caritativi che raggiungono quasi novantamila persone. Cifre importanti ma che, di fronte alla crisi attuale, hanno bisogno di essere implementate. Scuole, collette alimentari davanti ai supermercati, incontri di presentazione in città sono così le prossime mete di un 2015 ormai alle porte. Ma con un’avvertenza di metodo: “Senza cambiare il cuore dell’uomo – ha detto Scoppa – ogni strategia avrà il corto respiro dell’attivismo”. E noi vogliamo aiutare a risolvere i problemi, non esserne parte.
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