Alcuni anni fa Elio Bertozzi, direttore della collana “Galerate”, ricercava notizie su una filastrocca che recitava nella sua giovinezza, pubblicando la richiesta su un quotidiano locale.
Ricordava che quando tra compagni di giochi si doveva decidere chi doveva “stare sotto” si declamava: “La Madona da Varese la va fin al trentases. Toca mi, toca lu, a sta sota toca ti”.
Si chiedeva quale fosse questa Madona e a che cosa si riferisse il “trentases”.
Non so risolvere il mistero, ma posso aggiungere che tra la raccolta di filastrocche della Val Verzasca si trova questa “conta”: “La Madona da Vares la cüntava fign al des: vüm, düü, trii, quatro, cinc, ses, sett, vot, növ, des”.
Nel Mendrisiotto si ha invece questa variante: “La Madona da Varès la cüntava fin al dès: vün, dü, tri, quatro, cinc, sès, set, vot, növ, des. Chi è fuori fuori tè, chi è sotto sotto tè”. Gli Svizzeri, più parsimoniosi, fermano la conta a dieci!
Uno studio svizzero, originale e interessantissimo, elenca le influenze geografiche nel linguaggio ticinese, qui troviamo elencato un gioco riferito a Varese che fa riferimento alla Madonna: “Madòna da Varés, Madonna di Varese, gioco infantile che consiste nel sollevare, prendendolo sotto le braccia, un bambino che si raggomitola passando le braccia sotto le ginocchia”.
Nello stesso studio troviamo anche questo strano modo di dire: “Ná da lá da Varés”, andare al di là di Varese a… ubriacarsi”.
Anche la Madonna di Busto è invocata, con un invito rivolto alle partorienti di: “Préga la Madòna da Büst, par fá che ‘l dulúr al sía püssée cürt dal güst”, ovvero prega la Madonna di Busto, affinché il dolore (del parto) sia più corto del piacere provato al momento del concepimento.
Per ritornare alla domanda iniziale, a quale Madonna si riferiscono questi detti, all’Addolorata o alla Madonna del Sacro Monte?
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