Ho letto il risultato della recente indagine che ha compiuto l’ASL di Varese, il recente dispaccio del CNR, la lettera del sindaco del comune di Cazzago Brabbia e la presa di posizione del direttore tecnico dei Canottieri di Gavirate. Dopo le confortanti notizie di ASL Varese su rilievi precedentemente svolti, che non avevano riscontrato la presenza di inquinamenti da fognature nelle acque superficiali, il comunicato che ho letto invece da poco parla di una significativa presenza nelle acque di cianobatteri. Questi sono contenuti in alghe potenzialmente velenose in quanto capaci di produrre tossine pericolose per l’uomo. A seconda delle concentrazioni e delle vie di esposizione alle tossine, possono produrre effetti differenti sulla salute umana: dermatiti, disturbi oculari, fenomeni gastroenterici quali nausea e vomito e diarrea, difficoltà respiratorie, cefalee e febbre.
L’ASL ha chiesto ai Comuni di porre cartelli per avvisare i cittadini e l’assessore alla Tutela ambientale del Comune di Varese si è detto pronto a muoversi nel mettere in guardia i cittadini.
Chi potrà intervenire per sanare la situazione in corso ed evitare che si ripeta? I Comuni rivieraschi, secondo me, devono essere i primi a occuparsi del lago perché ne sono i principali proprietari… Ho così scritto all’attuale sindaco di Bodio Lomnago avvertendolo di come durante la trascorsa amministrazione l’allora sindaco Bruno Pavan avesse condiviso questo mio monito, chiamando a raccolta gli altri sindaci del lago e costituendo con loro l’Associazione dei Comuni rivieraschi.
Le motivazioni alla base di questa costituzione sono riassunte nell’articolo pubblicato su questo giornale il 15 maggio di tre anni fa. Non posso, a questo proposito, non toccare la questione riguardante l’attività che può essere compiuta dalla Associazione Varese Europea cui proprio il Comune di Bodio Lomnago aderisce.
Per valorizzare i beni culturali, naturalistici e paesaggistici di cui sopra, è fondamentale fare squadra e partecipare a bandi di concorso: prima di tutto quello Cariplo sui beni culturali. L’anno scorso Cariplo aveva incontrato Varese Europea, i vertici della Associazione canottieri della Schiranna, i rappresentanti dell’ Associazione dei Comuni rivieraschi e aveva dato precise indicazioni su come compilare i progetti che avrebbe avuto intenzione di finanziare.
Non si deve perdere una simile occasione. Sarebbe d’uopo, quindi, darci da fare tutti da subito e senza perdere le occasioni e sempre guardando alle esperienze già fatte. In questo caso, come si era detto in un dibattito in un albergo alla Schiranna due anni fa, è di fondamentale importanza, non soltanto la partecipazione del pubblico, ma anche quella del privato e, soprattutto, bisogna agire con ottica molto ampia.
Anche sulle questioni dell’inquinamento delle acque, Varese Europea può essere importante: è stata avviata una collaborazione con il Politecnico di Milano, con l’Università dell’Insubria, con ARPA e con ASL per avviare iniziative legate alla elettrocoagulazione (altre ce ne sono per quanto riguarda lo sdoppiamento degli impianti fognari, la realizzazione di nuove reti, l’adeguamento di quelle esistenti).
L’azione di Varese Europea, non è chiaramente mai stata in contrasto con la Provincia. Ha, invece, avuto sempre bisogno anche del suo sostegno per potersi concretare. L’ottenimento di un risultato positivo è possibile sempre e solo se ci sia la collaborazione di tutti e senza che vi siano ostacoli di sorta.
Ci chiederà che senso ha che i Comuni che già partecipano all’Osservatorio provinciale costituiscano un’associazione per parlare di problemi apparentemente analoghi. Le tematiche non sarebbero coincidenti. L’associazione servirà per reperire una soluzione ai diversi problemi che attanagliano il Lago – che spesso riguardano uno o pochi comuni alla volta – e per raggiungere una posizione condivisa al riguardo di questi.
L’Osservatorio provinciale, che è stato un organismo di grande importanza e di democrazia (ha bocciato il Phoslock la cui applicazione sarebbe stata una iattura per il lago), ma è invece un organismo non dei Comuni (come desidero) ma della Provincia e dà un parere riguardo le decisioni provinciali. Una sua eventuale futura esclusione (e quindi lo scioglimento dell’Associazione dei Comuni rivieraschi) rappresenterebbe, secondo me, una perdita per il territorio. Sono il primo ad affermare che la costituzione dell’Osservatorio, come la sua esistenza e anche il suo lavoro, sia simbolo di garanzia.
Mi aspetto che il sindaco di Bodio Lomnago da subito svolga i seguenti compiti: accertarsi sugli scopi della Associazione, convocarla visto il grido di allarme lanciato dal sindaco di Cazzago Brabbia e in considerazione della lettera di ASL Varese e di quanto affermato dal CNR, provvedere alla nomina del nuovo presidente, richiedere all’ASL di Varese e ai Comuni di mettere prontamente a disposizione delle associazioni sportive – quelle del canottaggio in particolare – informazioni che avessero riguardo la tossicità delle acque del lago di Varese, assumere proposte operative da parte di Varese Europea, dell’ASL e dell’Università dell’Insubria.
Se il sindaco di Bodio Lomnago lo ritenesse opportuno, manifesto chiaramente la mia piena volontà di partecipare all’incontro che vorrà convocare.
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