“Questa cosa dell’orizzontale e del verticale proprio non l’ho capita” sibila Conformi.
Non è vero – penso io – ha capito benissimo, ma non è d’accordo; conosco il mio pollo, è il suo modo di provocarmi.
“Non volevo dire che il verticale è migliore dell’orizzontale, quasi fossi uno spiritualista e tu sai che non lo sono. Nemmeno penso che ci siano uomini assolutamente spirituali, i buoni e altri, gli orizzontali, un po’ più cattivelli, quanto meno più inclini a solidarietà equivoche.
Dico che da sempre l’umanità oscilla tra due tendenze naturali: tentare di risolvere il problema dell’esistenza semplicemente confrontandosi con i propri simili, vuoi per farseli alleati, vuoi per sottometterli, oppure rivolgersi ad un’entità superiore, religione o magia, che intervenga a risolvere qui problemi che superano le forze dell’uomo.”
“Questo l’avevo capito, – interrompe Conformi – non capisco perché sia meglio per il Meeting aver perso credibilità sul piano che tu chiami “orizzontale”. Non è una buona cosa non incidere nella realtà”.
“Infatti non volevo dire questo, anzi sono convinto che il “Meeting per l’amicizia fra i popoli” sia nato con una forte connotazione “orizzontale” e che debba mantenerla. Ma la sua genialità consiste nel far dipendere la capacità di dialogo tra soggetti diversissimi non da una specie di pacifismo volontaristico, ma dal riconoscimento di un livello superiore della realtà, talvolta lo chiamiamo mistero, talvolta destino, qualcuno lo chiama dio, che però non possiamo attingere con il nostro sforzo intellettuale o morale, ma che deve venirci incontro, mettendosi alla nostra portata. Questo è il vero significato di “verticale” e insieme la sua difficoltà. La modernità rifiuta questa possibilità, relega la religione sullo stesso piano della magia e sostiene di aver sostituito entrambe con la scienza e con lo Stato, affermando di aver stabilito nel patto sociale l’unica fonte della moralità e di poter, attraverso il progresso tecnico-scientifico, ridurre ad un livello trascurabile quell’incognita avvolgente la vita umana, quel rischio ultimo di fallimento che chiamavano destino”.
“Ma allora quelli del quartiere Adriano fanno bene a prendersela con lo Stato, invece che col destino, per la morte del ragazzo! Il patto sociale, cioè lo Stato o funziona perfettamente, oppure non regge il conflitto con altre forme di “solidarietà sociale”. Se la camorra ti dà da mangiare e lo Stato no, tu stai con la camorra. Questo non lo posso accettare; il giusto e l’ingiusto stanno nella realtà, in quella della politica, dell’economia, del lavoro, dove devi agire, non puoi startene tranquillo, devi fare come papa Francesco, fatti, non parole e attenzione alle periferie, andare verso gli altri, non aspettare che vengano a baciarti i piedi!”
“Proprio l’esempio del Papa spiega bene il mio assunto: per andare veramente incontro agli altri devi avere un riferimento sopra di te, come Gesù che faceva la volontà del Padre. Lo diceva e i suoi non lo capivano, gli stavano vicini tutto il giorno e pensavano di esser come Lui, scacciavano i demoni e guarivano gli ammalati. Pensavano di essere come Lui, pensavano a fare i ministri del regno d’Israele che Lui avrebbe fondato. Pensavano “in orizzontale”. Solo la croce e la risurrezione hanno fatto loro capire che il fattore decisivo non era di questa terra. E solo dopo la Pentecoste possono rispondere al Sinedrio “è meglio obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”. Pensa anche quale straordinario simbolo è la croce: un braccio orizzontale e uno verticale!”
“D’accordo, però in fondo mi hai dato ragione, la mia parte di ragione, bisogna unire, unire le forze. La religione, tutte le religioni devo unire, non dividere. E a proposito di unire, della Scozia, la cui secessione metterebbe in crisi la UE, che ne dici? Unire o dividere?”
“Ne parliamo la prossima volta, questo articolo devo consegnarlo prima del referendum.”
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