Cinque pomeriggi domenicali dedicati alla formazione e informazione dei cittadini su temi di carattere sanitario. Sono proposti presso la sala Montanari di Varese dalla Associazione culturale Maya, in collaborazione con il Comune di Varese e con il patrocinio di IPASVI, ASL, L’infermiere di Famiglia e Varese Alzheimer. Il calendario prevede, nell’ordine, la trattazione delle seguenti tematiche: 5 ottobre Cenni di primo soccorso e rianimazione cardio-polmonare, 12 e 26 ottobre Caregiver, la tecnica del prendersi cura, 19 ottobre, La malattia del gioco, 9 novembre La gestione domiciliare del paziente affetto da Alzheimer.
Alla base del progetto la volontà di favorire presso i cittadini conoscenza e consapevolezza delle patologie e delle modalità di intervento da parte di chi si prende cura di familiari o persone sofferenti.
“Sapere” e “saper fare” costituiscono infatti aspetti essenziali per migliorare prestazioni e assistenza quotidiana ai malati ed agli anziani. Da un lato vengono infatti messe in circolo competenze e professionalità di tipo sanitario che arrivano il più possibile vicine ai pazienti o a chi ne segue le difficoltà di ogni giorno, dentro la normalità della vita domestica e sociale. Dall’altro si rafforza il senso di responsabilità e di solidarietà: formando i comuni cittadini, se ne accresce la possibilità di aiutarsi e di aiutare a vivere la malattia.
L’idea di essere incapaci di affrontare sia la normalità delle patologie, sia situazioni impreviste genera spesso forti problemi personali e familiari o porta a ricorrere alle istituzioni anche in casi in cui la soluzione della difficoltà potrebbe essere invece accessibile. Altrettanto importante è limitare i rischi legati agli interventi di tipo domestico non adeguati. Una informazione corretta e una formazione mirata attutiscono invece, fino ad azzerarlo, il senso d ‘inadeguatezza e la componente ansiosa.
Se il singolo paziente o la famiglia che lo ha in cura sanno come rispondere a bisogni momentanei, ripetuti o che rivestono carattere di urgenza nell’intervento, molti danni possono essere ridimensionati o evitati del tutto. Si pensi ad esempio a quelli causati da errata mobilizzazione o gestione del paziente nel caso della cura domiciliare di malati cronici e per i quali la formazione relativa al Caregiver può rappresentare un valido sostegno. Così come la consapevolezza della involuzione della malattia nel paziente affetto da Alzheimer diventa uno strumento indispensabile a livello psicologico ed emotivo e incrementa la qualità della vita del paziente e della sua famiglia. O ancora, saper leggere i segni della dipendenza dal gioco e conoscerne le conseguenze economiche, relazionali e personali, riduce il rischio dei danni causati dalla ludopatia, che sempre più investe categorie sociali anche deboli.
La formazione aperta a tutti diventa quindi uno stile comunicativo e di corresponsabilità civile. Un servizio alla collettività che va ad affiancarsi, ampliandone gli orizzonti, a quanto operativamente già proposto sul territorio dall’ambulatorio cittadino dell’Infermiere di famiglia, da qualche mese attivato nel capoluogo e con sede in via Cairoli: attraverso il corrispettivo di una iscrizione annua di 31 euro (vale a dire poco più di due euro al mese) assicura la possibilità di usufruire, senza limiti nel numero di richieste ambulatoriali, dell’intervento di infermieri professionali. Per le prestazioni a domicilio il costo è invece assolutamente contenuto.
È dunque una realtà che rappresenta uno stile ed un approccio innovativi nel rapporto tra il cittadino e i servizi di prestazione infermieristica vicini alla persona ed ai bisogni della cura quotidiana. Un modo per costruire condizioni di pari opportunità, dal momento che la maggior parte delle perone che si occupano dell’assistenza ad anziani e malati sono donne. Ma soprattutto rappresenta la scelta di voler ridimensionare le distanze tra cittadini ed istituzioni, dentro una logica sempre più collaborativa tra pubblico e privato e allo scopo di costruire le condizioni di una socialità evidente e forte, anche a partire dalla risposta alla fatica individuale.
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