La Corte Costituzionale ha sentenziato che anche la fecondazione eterologa, cioè al di fuori della coppia coniugale, è legittima. Il Governo aveva in mente di varare un decreto legge per modificare la legge, ma poi ci ha ripensato e ha passato il problema al Parlamento.
In una democrazia bisogna rispettare le leggi, anche se si ritengono fondatamente ingiuste, ma si ha il dovere di fare obiezione di coscienza e il diritto di lavorare per modificare la legge. Per i cristiani il matrimonio è un sacramento, i cui due fini l’amore reciproco e la procreazione sono congiunti, per cui la fecondazione artificiale è un arbitrio, anche se avvenisse all’interno della medesima coppia.
Per le coppie sterili, l’adozione può essere un rimedio al desiderio di avere un figlio, senza violentare e contraffare la natura. La fecondazione artificiale è una tecnica a rischio, molti embrioni vanno perduti o sono scartati, per cui essendo il concepito un uomo, cioè una persona, completa anche se non ancora compiuta perché è un essere in divenire, si tratta di veri e propri aborti. Non si può banalmente considerare il concepito come un materiale biologico!
Ma veniamo al caso in questione, legittimare la fecondazione eterologa, significa legittimare l’adulterio, quell’offesa all’unità coniugale per la quale Giovanni Battista è stato fatto ammazzare da Erode perché lo ammoniva a non prendersi la moglie di suo fratello. La Corte Costituzionale che ha cancellato il divieto della legge 40, dopo i dieci anni di una legge che aveva cercato un compromesso tra le diverse posizioni manifestatesi in Parlamento, di fatto, ha considerato l’uomo come se fosse solo un individuo. Ma l’uomo è una persona, una persona sessuata, differenziata nel genere maschile femminile, non tenere conto di questa elementare distinzione naturale, è contro la realtà, è un falso.
La differenziazione naturale di genere è finalizzata alla procreazione ed il neonato ha diritto di vivere con il suo padre e la sua madre reali, cioè con i veri genitori biologici. Con la legittimazione della fecondazione eterologa si viene a modificare la famiglia naturale, e si genera una situazione sociale anomala. Certamente la persona umana è individuale, ma l’individualità è solo un aspetto della persona, non è tutta la persona, è l’aspetto materiale della persona, una parte della natura, ma la persona non è una parte, ma un tutto.
Spingiamo a fondo questa impostazione individualista, se, in una coppia sterile, la donna vuole avere un figlio e chiede di essere fecondata con il seme di un altro uomo, ma il marito è contrario perché non vuole, scusare parola, un bastardo in casa, la legge dovrebbe autorizzare anche questa fecondazione eterologa per garantire il suo presunto diritto individuale alla maternità? Si ha diritto alla maternità, non per conto proprio, ma nella coppia. Bisognerebbe sempre dire nostro figlio e non mio figlio, perché l’individuo è un’astrazione; chi esiste è la persona la quale è in relazione naturale con la coppia. Inoltre nella fecondazione artificiale eterologa c’è una aggravante. Infatti nelle relazioni adulterine ci si guarda bene dal mettere al mondo un figlio; quando nascesse non era stato voluto, è stato un fatto accidentale; qui, invece, intenzionalmente ed esplicitamente si genere un figlio al di fuori del matrimonio. Così si fa saltare il matrimonio monogamico e la famiglia, si dà avvio ad una società di individui, non di persone.
Dal piano filosofico passiamo al piano giuridico. La nostra Costituzione parla dei “diritti dell’uomo”(art. 2), non dell’individuo, e l’uomo è una persona, non un semplice individuo come una cosa o un animale. All’art. 13 parla di “libertà personali”, all’art, 27 afferma che “la responsabilità è personale“ e l’art 32 recita “La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Solo nell’articolo 32 si trova la parola individuo “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. La salute riguarda l’individualità materiale della persona, ed è probabilmente su questa variante che ha giocato la Corte Costituzionale, dimenticandosi gli articoli precedenti.
Ma la fecondazione eterologa non è una “cura”, non rimedia la infertililità, la sostituisce, non riguarda la salute, e inoltre non può essere considerata una malattia. La fecondazione eterologa riguarda, invece, la società che presuppone la famiglia, tanto che l’art. 29 stabilisce “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. La strana famiglia che nasce dalla fecondazione eterologa non è certamente “una famiglia naturale”!
I giuristi farebbero bene a dare una ripassata ai loro studi di storia della filosofia, perché la distinzione antropologica tra individuo e persona, introdotta dal cristianesimo, non è un astrazione cerebrale ma una realtà esistenziale, essendo l’uomo un individuo materiale, animato da un’anima spirituale, che è proprio sempre la stessa, quando digerisce e quando pensa, ed è stata creata da Dio. In conclusione avere un figlio non è un diritto, è un dono.
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