Sarà inaugurato sabato 20 settembre alle 11, presente anche il Cardinal Dionigi Tettamanzi con Monsignor Luigi Stucchi, il nuovo spazio espositivo realizzato presso la Prima Cappella dalla Fondazione Paolo VI in memoria del Pontefice e di monsignor Pasquale Macchi.
L’iniziativa si colloca nell’ambito di una serie di celebrazioni che si terranno al Sacro Monte per ricordare la figura di Paolo VI, già Arcivescovo della nostra Diocesi e che verrà beatificato il prossimo 19 ottobre in Vaticano, a conclusione dell’assemblea sinodale straordinaria sulla famiglia.
Varese è particolarmente legata al Pontefice grazie al varesino Pasquale Macchi che in veste di segretario gli fu accanto dal 1954 al 1978, prima quale Arcivescovo di Milano e poi, dal 21 giugno 1963, Sommo Pontefice sino alla morte, avvenuta il 6 agosto 1978. Ritornò quindi nella propria terra divenendo Arciprete di Santa Maria del Monte e, dal 1988, Arcivescovo Prelato di Loreto: dieci anni a Varese in cui si distinse per l’infaticabile opera di recupero del Sacro Monte e della Via Sacra promuovendo il restauro di tutte le cappelle e culminato con l’invito a Renato Guttuso a dipingere la nuova Fuga in Egitto a fianco della Terza Cappella.
È a lui che si deve quanto realizzato ora alla Prima Cappella poiché lo spazio espositivo, ricavato nei locali già di un ristorante, accoglierà sia pure a rotazione il suo ingente lascito testamentario proprio alla Fondazione intitolata a Paolo VI e dallo stesso Macchi voluta e presieduta inizialmente. L’edificio è stato totalmente ristrutturato e messo a norma con le più moderne tecnologie per il comfort e la sicurezza permettendo anche il recupero a finalità più consone alla “via sacra” di un ambito precedentemente adibito, sia pur legittimamente, a fini solo di ristorazione e svago, completando così quanto già effettuato dalla Fondazione stessa con il recupero, sull’altro lato del viale, dei locali retrostanti la cosiddetta fontana della Samaritana, ora sede della Fondazione stessa e la “liberazione” dall’incongruo parcheggio sul primo tratto del viale stesso.
Ma cosa ospiterà più precisamente lo spazio espositivo? In un mio precedente articolo avevo già accennato al decisivo ruolo che l’accoppiata Montini-Macchi giocò sin dai tempi milanesi a favore di una rinnovata apertura della Chiesa verso l’arte contemporanea e che trova già testimonianza sia a Roma, nella Collezione d’Arte Religiosa Moderna nell’ambito dei Musei Vaticani, aperta dal 1973 ed a Concesio, nel Bresciano, dove presso la casa natale di Giovan Battista Montini è stata aperta dal novembre 2009 in una moderna sede la Collezione dell’Associazione Arte e Spiritualità pervenuta tramite vari lasciti disposti prevalentemente da monsignor Pasquale Macchi e successivamente arricchita da donazioni e acquisizioni.
Ebbene, le opere ora pervenute in lascito a Varese non sono certamente di minore importanza, documentando con opere di scultura, pittura (anche di vaste proporzioni), oggettistica sacra il percorso artistico di alcuni tra i maggiori maestri dell’arte del Novecento: valga per tutti il nome di Lello Scorzelli, autore della ferula papale, il bastone culminante con crocefisso ricurvo, usata da Paolo VI e recuperata ora da Papa Francesco, peraltro ancor oggi biasimata dai più tradizionalisti a testimonianza delle coraggiose e non scontate scelte del periodo montiniano.
Accanto alle opere d’arte, alcune anche d’arte antica, vi sarà la sezione dedicata ai paramenti sacri ed un piccolo ma attrezzato spazio convegni dove con tecnologie multimediali si potrà introdurre turisti e pellegrini alla comprensione del percorso devozionale ed artistico del Viale delle Cappelle.
Ma ritorneremo sull’argomento ad inaugurazione avvenuta.
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