Cara Raffaella, quando uno mese fa abbiamo visitato nella tua bella Firenze, insieme a Maddalena e Teresa, il convento di San Marco ed ammirato gli affreschi del Beato Angelico, ci eravamo in effetti soffermati su quel particolare del Giudizio universale che mostra l’abbraccio tra un frate che varca la soglia del paradiso ed il suo angelo custode che lo accoglie. Ma non avrei mai immaginato che tu chiedessi ad un amico pittore di dipingere quel particolare su una tavola per donarmelo!
Lo appenderò alla parete della mia stanza, per ricordarmi che il cristianesimo è la passione di Dio per la felicità di ogni singolo uomo, per la mia e per la tua, come si capisce dal tenerissimo abbraccio dell’angelo al suo custodito, che giunge finalmente alla meta.
Da un po’ di tempo in qua ho ripreso a recitare, per lo meno al mattino, la preghiera all’angelo custode che la nostra tradizione ci ha insegnato; in realtà non prego soltanto il mio, ma prego anche quello di mia mamma, quando alle sette del mattino passo davanti alla sua stanza e attraverso la porta aperta la vedo, che ancora dorme.
Ma cosa chiedo al suo e al mio custode?
Il desiderio più immediato è quello che a lei e a me non capiti nulla di male, ma eppure lo so che prima o poi, uno dopo l’altro, dovremo varcare quella soglia e allora al mio e al suo custode posso chiedere già ora qualcosa di ben più decisivo che il semplice non avere problemi: che ogni giorno sia un passo verso la meta, quando saremo accolti per sempre dall’abbraccio di Dio.
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