Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

LA NOSTRA BELLEZZA

LUISA OPRANDI - 01/08/2014

La celebre “veduta dalla Gazzada” di Bernardo Bellotto (Milano, Brera)

A parte l’inclemenza meteorologica di quest’anno, ci potrebbe essere una splendida e accattivante “estate varesina”. Da una parte infatti ci aiuta la Natura, che ha posto proprio nella nostra provincia e in questa città alcuni gioielli che da soli valgono una fortuna: la cornice delle Prealpi, ben sette specchi d’acqua lacustre, fiumi, boschi, giardini.

“Visione Magnifica! Al tramonto del sole si vedevano sette laghi. Credetemi si può percorrere tutta la Francia e la Germania, ma non si potranno mai provare simili sensazioni”. Così Stendhal decantava lo spettacolo naturale che Varese e i dintorni avevano lasciato indelebile nella sua memoria, quando vi aveva soggiornato durante il suo gran tour in Italia.

A fare bella Varese ci ha pensato anche l’arte umana: chiese, ville e angoli di storia e cultura impreziosiscono l’intero territorio, tanto che alcune di queste sono state riconosciute patrimonio dell’umanità: il Monte San Giorgio, i siti palafitticoli dell’arco alpino, l’area archeologica di Castelseprio e Torba, Il Sacro Monte. Preziosità attorno alle quali gravitano molti altri pregevoli centri di interesse, che abbiamo la fortuna di avere “a portata di sguardo”.

E ancora Varese può vantare la vitalità di artisti, musicisti, scrittori, poeti, ma anche una vivacità che nasce nel mondo sportivo e in quello fecondo, qui più che altrove, dell’associazionismo e del volontariato.

Come dire che a l’estate a Varese può rappresentare un’interessante opportunità per chi vi abita e una gradevole attrattiva per chi vi soggiorna anche per poco tempo.

Uno dei limiti che ci si porta addosso, però, è quello di dire, con tono spesso a metà tra il lamentoso e lo sconsolato, che “a Varese non c’è niente”. Nulla di meno veritiero: semmai serve incentivare e potenziare strumenti culturali, organizzativi e di aggregazione che riescano a valorizzare quanto di prezioso esiste, trasformando i luoghi della nostra quotidianità in “luoghi da amare e raccontare”.

“Vivere l’estate varesina” potrebbe quindi diventare un obiettivo condiviso e rappresentare un forte stimolo per potenziare la familiarità con quanto di bello è presente “in casa nostra” e, al tempo stesso, diventare una potenziale attrattiva per chi nel nostro territorio arrivi per le più svariate ragioni, fino a pensare di motivare la scelta di soggiornarvi intenzionalmente per quel turismo della natura e dell’ambiente, dello sport, dell’arte, della musica, volano importante dell’economia, dello sviluppo e dell’impresa.

Molte bellissime iniziative e progetti si susseguono nel corso di tutto l’anno ed alcune sono di elevata qualità e forte richiamo culturale ed artistico. Tanto attivismo volontario ruota attorno alla realizzazione di feste e sagre, nei rioni cittadini e nei paesi. Un patrimonio di idee, professionalità, passione ed energie che, convogliate in un progetto globale del territorio, potrebbero diventarne la caratterizzazione, una tipicità.

Proviamo a sognare e immaginiamo un novello Stendhal del terzo millennio che così racconta il suo tour in città: “…Visione Magnifica! Al tramonto del sole si vedevano sette laghi… così ho scelto di fermarmi in quella bella città, tra il lago e la montagna e abbracciata dal verde. Non mi è stato difficile trovare dove pernottare, perché è bastato sostare a prendere un caffè in un bar di periferia per avere a disposizione una graziosa e funzionale “agenda del territorio” che riportava l’elenco di hotel, bed and breakfast, agriturismi, ristoranti e locali pubblici con le indicazioni essenziali per potere decidere quello più adatto alle mie esigenze. E, mentre la scorrevo, sotto i miei occhi passavano immagini spettacolari di viste panoramiche dall’alto di un monte, di chiese antiche a pochi minuti dal centro, di sentieri di facile percorribilità lungo l’arco prealpino e nelle zone periferiche della città. Una rete di servizi pubblici urbani, stando alle informazioni raccolte nel libriccino, mi avrebbe consentito di raggiungere con un unico biglietto giornaliero a basso costo, i luoghi che avrei deciso di visitare e per salire sul Sacro Monte e al Campo dei Fiori avrei addirittura potuto prendere una funicolare. Se poi avessi voluto spostarmi fuori dalla città, sarei potuto arrivare in ciascuno dei centri di interesse artistico rilevante senza l’uso dell’auto. Lungo una pista ciclabile, noleggiando una bici, avrei anche avuto la possibilità di compiere un tragitto all’aria aperta e addirittura fare il giro intero del lago in sole tre ore… gambe permettendo. La mia passione per la natura sarebbe stata appagata, ma anche quella per l’arte, la musica e per le tradizioni gastronomiche: è stato sufficiente prendere tra le mani un grazioso pieghevole per avere idea delle tante iniziative che si sarebbero svolte nei mesi estivi in città e in provincia per avere solo l’imbarazzo della scelta. Concerti, rappresentazioni teatrali, conferenze, personali di artisti, eventi… era tutto molto semplice e chiaro. Unico rammarico: non avrei avuto abbastanza tempo a disposizione. Ci sarei quindi tornato, mi sono detto, in questa bella Varese, per un fine settimana e con tutta la mia famiglia…”.

 

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login