I capolavori del Museo del Paesaggio di Pallanza sono in mostra a Villa Giulia. Si tratta di una scelta di cinquanta opere, tra pitture e sculture, provenienti dalle ricche collezioni di Palazzo Viani Dugnani, ora in fase di restauro. Alcuni lavori per la messa in sicurezza dello storico edificio ne hanno richiesto la momentanea chiusura, in vista di una riapertura che si auspica prossima, dato anche il presunto afflusso di visitatori legato all’ Expo del 2015.
Per i turisti che arrivano numerosi sul Verbano nella presente stagione estiva, in cerca di cultura, si è quindi deciso di offrire almeno un assaggio di quanto il museo contiene.
“Genius loci. I capolavori del Museo del Paesaggio a Villa Giulia”, la mostra curata dalla conservatrice Federica Rabai e allestita nelle luminose sale della villa edificata dalla milanese famiglia Branca ai piedi della Castagnola, oggi di proprietà comunale, riesce a offrire una sintetica, ma significativa panoramica su nomi importanti, movimenti e soggetti artistici, spesso di altissimo livello qualitativo. Tutti collocabili nell’ambito di scambi culturali, di amicizie e parentele, che hanno caratterizzato la vita di un territorio felice, a partire dalla seconda metà dell’ Ottocento fino al secolo successivo.
Dal lago, dalla magia del suo incantevole paesaggio, hanno tratto nutrimento e forza uomini di cultura e artisti, partiti da qui, o arrivati e rimasti per sempre. Attorno a loro si sono intrecciate vicende personali, passioni storiche e politiche, mutamenti sociali, che le opere del Museo del Paesaggio ben rappresentano.
Da Luigi Litta, approdato alle rive del Verbano a metà Ottocento per ragioni politiche, autore di paesaggi che testimoniano la Intra di allora, non ancora segnata dall’ invadenza di alberghi e ville, allo scapigliato Daniele Ranzoni, suo allievo prediletto, e ottimo ritrattista, si veda il ritratto della principessa Margherita, futura moglie di Umberto I. Da Arnaldo Ferraguti (1862-1925) autore dello splendido olio “Lavandaie”, colte nell’atto di sciorinare i panni in un cangiante lago che inquadra sullo sfondo il solido palazzo comunale, alla splendida “Aratura a Miazzina” del divisionista e pittore contadino Achille Tominetti. Prediletto dal collega e collezionista Vittore Grubicy, Tominetti fu maestro di pittura di Pierre, un figlio della famiglia Troubetzkoy divenuto a sua volta pittore e ricercato ritrattista di noti personaggi dell’alta società inglese. Pierre ritrasse nel 1893 anche Sir William Gladstone, allora primo ministro, e oggi il quadro si trova alla National Gallery di Edimburgo. A Villa Giulia è un altro suo bel ritratto femminile del 1882.
L’opera di Sophie Browne (1866-1960), autrice di un pastello di elevata fattura e poesia, dedicato a Eva, è scelto come simbolo beneaugurante della mostra e del futuro del Museo del Paesaggio. Moglie del cugino Della Valle Casanova, che per lei allestì Villa San Remigio, dove la Browne dipinse molte delle sue opere, fu pittrice e illustratrice per l’editore Treves e figura femminile colta e affascinante. Come lo fu anche Adriana Bisi Fabbri, tra le migliori esponenti dell’arte femminile italiana dei primi anni del Novecento, nota anche per essere cugina e amica del futurista Umberto Boccioni. Di lei, illustratrice e caricaturista, è in mostra un ritratto dedicato alla principessa Pignatelli. Tra gli artisti del Novecento anche Siro Penagini, milanese trapiantato a Solcio di Lesa, caro a Testori, che segnò l’arte del lombardo Innocente Salvini con la sua ricerca rivolta all’espressionismo tedesco. Il Penagini è presente a Villa Giulia con due oli su tela; un “Paesaggio invernale” del 1930 e ” Piazza Santo Stefano a Milano” del 1935.
Rientra anche Mario Tozzi(1885-1979), nativo di Fossombrone, ma vissuto a Suna nell’infanzia e prima giovinezza, poi in Francia, tra gli artisti qualificanti del territorio artistico verbanese. Fu il direttore Antonio Massara, fondatore del Museo del Paesaggio, a organizzargli la prima personale nello stesso contesto. Vicino al movimento di ” Valori plastici”, e al “Realismo magico”che guarda all’arte dei maestri rinascimentali, pur seguendo un personalissimo percorso ha nobili apparentamenti artistici con alcuni grandi del Novecento, da De Chirico a Campigli, da Carrà a Casorati. Come le diverse opere esposte a Villa Giulia ben raccontano di lui.
Della importante sezione dedicata a Paolo Troubetzkoy (1866-1938), nato a Intra e morto a Suna, ritenuto il più diretto rappresentante dell’impressionismo scultoreo, sono in mostra alcuni pregevolissimi lavori, di piccole dimensioni e un paio di busti in bronzo, di Segantini, eseguito nel 1896, e di Achille Tominetti, nel ’32.
Non c’è, per ovvie ragioni logistiche, il ricco nucleo fondamentale del museo, dedicato all’artista di famiglia russa aristocratica e alla sua gipsoteca: non sono in mostra quindi i tanti gessi dei ritratti commissionatigli da alcuni personaggi noti al gran mondo di allora, da quello della aristocrazia russa della famiglia Romanov, a Tolstoj, che gli fu amico, a Arturo Toscanini.
A proposito di Toscanini è noto che il maestro aveva scelto per alcuni anni, come dimora estiva, la piccola isola di San Giovanni, di proprietà Borromeo, collocata proprio di fronte a Pallanza. Ne è testimonianza la testa scultorea, opera dell’artista russo, che dalla balconata del giardino di Villa Giulia guarda in direzione dell’ isola.
Molto interessante il corpus di opere di Arturo Martini, tra i massimi rappresentanti della scultura del Novecento. A donarle al Museo di Pallanza fu la moglie di Martini, Egle Rosmini, originaria di Selasca, frazione oggi di Verbania, che gli fu accanto fino alla morte. Da notare la “Testa di ragazza” del 1947, in terracotta chiara, e il bronzo “Atmosfera di una testa”, che pare già anticipare lo spazialismo di cui Fontana fu massimo esponente. I dipinti di Martini, donati sempre al Museo, testimoniano invece la strada pittorica intrapresa dall’artista negli ultimi tempi, quando la malattia non gli permetteva più di plasmare con le mani e si concedeva a un più sereno lavoro di pittura.
Da notare, infine, i due grandi oli su tela di Cesar Van Loo, eseguiti nel 1793-94, con vedute su Torino e Venaria, provenienti dalla Galleria Sabauda e accolti a Villa Giulia per il periodo di restauro della stessa, in uno scambio di ospitalità che s’inquadra nella politica culturale della Regione Piemonte.
Si annunciano in realtà tra le prime opere del percorso della mostra, collocate alle spalle della scultura di Giulio Branca. Ad accogliere il visitatore è proprio il poetico monumento di Branca. Espressione del filone del cosiddetto “socialismo umanitario”, è dedicato al piccolo migrante spazzacamino, ritratto tra le braccia della madre, nell’ultimo, commovente saluto prima di lasciare le valli verso la pianura.
Era questa l’altra faccia di un territorio felice, di un paesaggio da favola come quelli proposti anche in questa mostra da Gignous, maestro “di toni freschi e gentili”, da Ashton, pittore innamorato della Valle Anzasca, da Fornara, anche lui pittore di luce, come il suo grande protettore, il ruvido Segantini. Che ignorava le presentazioni delle mostre, comprese le sue. Preferendo alla mondanità la quiete della campagna.
Fa ancora parte della politica di collaborazione tra realtà museali del territorio la concessione, da parte della collezione Poscio di Domodossola, per la durata della mostra Genius loci, della bella opera dell’artista vigezzino Lorenzo Peretti junior “Sottobosco”. La stessa collezione ospita a sua volta, nella nuova sede di casa De Rodis, nella centrale piazza del Mercato, un ex voto proveniente dalla Collezione Cefis del Museo del Paesaggio, con sede a palazzo Biumi Innocenti.
Per chi avesse voglia di spingersi fino a Domodossola, ne vale davvero la pena, è in visione un assaggio eccellente di centodieci belle opere( da John Constable a Hayez a Fattori e Segantini, a Paolo Troubetzkoy, a Francesco Messina, al contemporaneo, e grande scultore, troppo presto mancato, Wolfang Alexander Kossuth). Sono parte della ben più ampia collezione di Paola e Alessandro Poscio, imprenditore amico del divisionista Carlo Fornara, il pittore di Prestinone, presente con alcune belle opere- si veda lo splendido lavoro ”Chiarapace”- e maggior esponente dei pittori della scuola vigezzina di Enrico Cavalli.
Genius loci. I capolavori del Museo del Paesaggio a Villa Giulia Pallanza (Verbania), Villa Giulia fino al 7 settembre, dalle 10.30 alle 22.00 da lunedì compreso a domenica. Dal 4 ottobre al 9 novembre la mostra riapre per consentire la visita anche alle scolaresche Dalle 9,30 alle 13.00 e dalle 15,30 alle 19.00 mostre@museodelpaesaggio.it www.museodelpaesaggio.it 0323556621 I testi in catalogo della mostra Genius Loci sono di Gianni Pizzigoni e Massimiliano Cremona.
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