L’opera più conosciuta di Jacques Maritain Umanesimo integrale è del 1936, nell’edizione francese, ma compie ottanta anni, perché dopo un corso tenuto dal filosofo francese all’Università di Santader nel mese di agosto 1934, l’editrice dell’Azione Cattolica El Signo l’aveva pubblicata nel volume Problemas espirituales y temporanea de una nueva cristiandad, edito a Madrid in spagnolo nel 1935, quindi ben prima della guerra civile spagnola (1936-1939) a cui l’opera venne associata dall’opinione pubblica. Non solo, ma Maritain, nel medesimo mese di agosto 1934 è a Poznam in Polonia dove al congresso tomistico internazionale e tiene una conferenza sul m edesimo tema. L’Umanesimo integrale rappresenta la connessione tra cristianesimo e democrazia, in quanto riconosce la laicità dello Stato e il fondamento etico della politica e promuove l’impegno temporale del cristiano nella vita politica, distinguendo, senza separare, azione cattolica e azione politica, riconoscendo che esistono zone intermedie ad esempio come l’educazione dei figli, che spetta di diritto ai genitori, e il matrimonio, perché per i cristiani è un sacramento, a cui lo Stato deve garantire i diritti civili.
La riscoperta di questo testo del1935 mipermette di togliermi qualche sassolino dalle scarpe, per chiarire alcune questioni sul libro che è stato oggetto della mia tesi di laurea nel 1947 e per il quale, in un periodo di forti polemiche ho scritto la prefazione per l’edizione Borla del 1962
Primo, non è vero che esista “una dottrina Maritain”, le distinzioni che Maritain propone tra la Chiesa e le diverse cristianità, che si succedono nel tempo, tra l’ azione cattolica e l’ azione politica sono elementi strutturali della “Dottrina sociale della Chiesa”. Il filosofo francese semplicemente le ha esplicitate, sottolineando la loro derivazione dalla teologia di san Tommaso. Queste distinzioni sono esplicite già dell’enciclica “Quas primas” che Maritain analizza in un articolo Pio XI e la regalità di Cristo, nel 1927. La regalità di Cristo è universale, riguarda sia lo spirituale che il temporale, ma concerne soprattutto le cose spirituali. A proposito del potere temporale Pio XI osserva che “durante la sua vita terrena il Cristo si è completamente astenuto dall’esercitare questa autorità”. Maritain sottolinea la universale regalità di Cristo, che regna su tutti i popoli, su tutte le culture e su tutte le civiltà, ma che le trascende, e precisa che l’atteggiamento della Chiesa non è apolitico ma sovrapolitico. Pio XI non auspica la rinascita di una cristianità temporale, alla maniera del Sacro Romano Impero, ma la promozione di una cristianità spirituale. A partire da queste premesse, Maritain incomincia a sviluppare una revisione critica della cristianità sacrale, propria dell’età medioevale e dell’età barocca, ed elabora la proposta di una nuova cristianità profana.
Ma la sua proposta per una nuova cristianità laica e pluralista, la sua dottrina sul bene comune, l’affermazione della libertà di coscienza, non vengono sempre capite ed accettate. Già durante il suo viaggio a Buenos Aires nel 1936 trova forti opposizioni negli ambienti conservatori e deve difendersi anche dalla critiche di Giuseppe Ungaretti, anche lui a Buenos Aires, che si proclama cattolico e fascista. In Sud-America si giunge ad insinuare che Maritain è stato scomunicato dall’Arcivescovo di Parigi, cosa completamente falsa, anzi l’Arcivescovo aveva concesso il Nihil Obstat per la pubblicazione di Umanesimo integrale e mons V. Dupin, vicario generale, nel trasmettere l’imprimatura Maritain aveva scritto “Vi ringrazio della confidenza con cui mi avete onorato parlando cosi amichevolmente delle vostre preoccupazioni. E’ una prova che dovevate aspettarvi e che è una garanzia della benedizione di Dio. Sono persuaso che la vostra influenza si accrescerà e che sarà feconda. Vi rinnovo la promessa di pregare per il vostro prossimo viaggio e la vostra missione in Argentina“
Secondo, non è vero che la filosofia politica di Maritain sia stata introdotta in Italia dalla rivista “Cronache sociali” (1947-1951) di Giuseppe Dossetti, che certamente ha contribuito a diffonderla, perché prima Alcide De Gasperi ne aveva parlato diverse volte sul periodico “L’Illustrazione Vaticana” fin dal 1935. Maritain non è stato il filosofo della Democrazia Cristiana e tanto meno di una sua corrente ideologica, ma il filosofo cristiano della democrazia. L’unità dei cattolici in politica per Maritain non è una questione di teologia ma di politica. Con precisione filosofica Maritain distingue con esattezza lo spirituale in cui i cristiani debbono essere uniti, perché agiscono in quanto cristiani, e il temporale in cui i cristiani possono essere divisi, purché agiscano da cristiani.
Terzo, non è vero che Pio XII abbia sostenuto la rivista “La civiltà Cattolica” negli attacchi portati da p. Messineo alla filosofia politica di Maritain negli anni ’50; si sarebbe contraddetto., infatti Eugenio Pacelli da Segretario di Stato aveva scritto al filosofo “Ho ricevuto il vostro ultimo libro su Umanesimo integrale e sono molto sensibile alla vostra delicatezza di avermelo voluto inviare. Non posso che felicitarmi per lo scopo che perseguite in queste pagine ed auspicare che esse facciano del bene e aiutino i cattolici di oggi a chiarire le loro idee sugli argomenti, così importanti, che voi trattate”. (3 aprile 1937) E’ nel 1956 impedisce che un secondo articolo di Messineo contro Maritain, già composto ed impaginato, venga pubblicato nella rivista. In quegli anni gli attacchi a Maritain erano portati avanti dagli uomini, laici ed ecclesiastici, che lo storico Andrea Riccardi chiama “il partito romano” nostalgici dello “Stato cattolico”, mentre Maritain scrive in Amore e potere “che dei cristiani si pongano come scopo principale la conquista e l’esercizio di certi poteri, per la difesa di tale o tal altra causa temporale, e in quanto membri d’una civiltà e impegnati nelle attività del mondo, è perfettamente normale. Ma che si propongano come fine principale il raggiungimento e la fruizione di certi poteri socio-temporali, per il servizio del Vangelo, e in quanto membri del Corpo mistico di Cristo, impegnati nell’ordine spirituale della grazia e della carità, ciò è contro natura”.
Concludendo, al di là di questa cronachetta, resta il fatto che il pensiero maritainiano, con le sue distinzioni e correlazioni tra lo spirituale e il temporale, è stato accolto su il piano politico nella Dichiarazione universale dei dritti umani, promossa dall’Onu, e sul piano ecclesiale nei documenti del Concilio ecumenico Vaticano II. La costituzione Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo e la dichiarazione Dignitatis Humanae sulla libertà religiosa non sarebbero state possibili senza l’influenza del filosofo francese. Paolo VI cita Umanesimo integrale nella enciclica Populorum progressio (1967) e Benedetto XVI prosegue la riflessione sui rapporti tra la Chiesa e il mondo in quella medesima prospettiva, tanto che nell’enciclica Caritas in veritate (2019) si rimanda alla Populorum progressio per cinquantaquattro volte. Entrambi non usano più il termine cristianità ma raccomandano ai cristiani di essere presenti nella Città dell’uomo, da cristiani.
Maritain ha fatto scuola, o meglio ha saputo elaborare dal Vangelo, dall’insegnamenti dei Pontefici, gli elementi strutturali impliciti nell’esperienza cristiana .
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