È sempre più emergente la necessità di proporre politiche amministrative capaci di conciliare i tempi della vita privata e familiare con quelli del lavoro. Così come è evidente la ricchezza progettuale di azioni condivise tra il sistema pubblico e quello del privato e del privato sociale. Dal coordinamento e dalla collaborazione di tutte le risorse presenti sul territorio nascono infatti servizi a favore della cittadinanza che hanno la forza propria delle condivisioni e delle azioni sinergiche a totale vantaggio dei cittadini.
Varese, come abbiamo più volte rimarcato, è una città di forte impulso nell’ambito del volontariato e dell’associazionismo. Al tempo stesso può contare su un solido patrimonio formativo offerto dalle istituzioni scolastiche, dalle tante agenzie educative e, in particolare, dagli oratori che costituiscono un patrimonio peculiare della realtà ambrosiana e che hanno un radicamento storico in tutti i rioni e quartieri della città.
È questa una potenzialità grande sulla quale potere impostare un progetto cittadino di conciliazione dei tempi, a sostegno delle donne e quindi delle famiglie. Infatti i benefici di tempi armonizzati all’interno di un contesto sociale ricadono in maniera positiva sull’intero nucleo familiare, in quanto costituiscono un valido supporto alle donne che generalmente hanno in carico la cura dei figli, delle persone anziane o ammalate. Così come rappresentano un sostegno alla possibilità occupazionale femminile: le donne, se inserite in contesti dove la conciliazione dei tempi è una realtà, potrebbero operare scelte lavorative che, altrimenti, rischierebbero magari di essere negate.
Il periodo estivo, ma anche il tempo durante l’anno precedente e successivo a quello che i figli occupano a scuola, può ad esempio rappresentare un reale problema per tante madri. I servizi offerti a supporto dalle istituzioni scolastiche e dall’Amministrazione non possono essere attivati ovunque e a volte i costi incidono in maniera significativa sul budget familiare. Diverse agenzie formative, attraverso il volontariato delle comunità parrocchiali e di associazioni, garantiscono supporto con attività di doposcuola, artistiche, ludiche, sportive.
Interessante sarebbe quindi operare in modo sinergico, coordinato, così da offrire un servizio su tutto il territorio cittadino, capillare e il più possibile prossimale, egualitario in termini di costo per le famiglie.
Di qui dunque la proposta, avanzata con una mozione all’Amministrazione comunale e all’Assessorato alla famiglia e alla persona, di istituire un tavolo di coordinamento tra Comune, scuole che erogano servizio pubblico nei rioni e agenzie formative ed educative del territorio (oratori, associazioni ad indirizzo formativo, artistico, musicale, sportivo…) allo scopo di fornire servizi di prescuola, doposcuola, copertura degli spazi liberi dall’impegno scolastico (vacanze natalizie, pasquali ed estive) per gli studenti impegnati nel percorso di studi compreso almeno entro i termini dell’obbligo scolastico.
Considero infatti fondamentale creare modelli collaborativi e cooperanti, coordinati dalla Amministrazione, affinché sia possibile non solo coprire il fabbisogno reale ma anche costruire un tessuto sociale partecipato, che veda nell’Amministrazione un punto di riferimento nel quale riconoscere come centrale la possibilità della cittadinanza attiva. Lo svolgimento dei compiti, l’attività artistica e musicale, quella sportiva e del gioco, l’educazione ambientale e di cura dei luoghi, la formazione culturale e sociale possono rappresentare gli ambiti di interesse verso i quali indirizzare attività che già sono svolte egregiamente da diverse realtà locali, ma che, se coordinate e messe in relazione dentro un progetto cittadino, diventerebbero una opportunità per tutti.
Ciò permetterebbe oltretutto di valorizzare figure importanti come quelle di anziani, adulti e giovani che, impiegate in questi servizi, troverebbero l’occasione di mettere al servizio la propria esperienza personale o professionale, la propria voglia di partecipazione alla costruzione del bene comune. E, per chi non è già occupato in ambito lavorativo, potrebbe significare anche una possibile opportunità di impiego.
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