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Ambiente

IL LAGO, PATRIMONIO COLLETTIVO

ARTURO BORTOLUZZI - 25/07/2014

L’Isolino Virginia da Biandronno

Sarebbe importante che venga avviato uno studio, se lo si ritenesse opportuno dopo aver risposto alle seguenti domande e sempre che ci sia bisogno di un cambiamento della situazione attuale. Ritengo che il Comune di Varese, come capoluogo, possa farsi carico di una simile intervista che sia aperta al pubblico, franca e partecipata. Quali enti, previa valutazione delle iniziative attuali e delle esigenze della società, devono occuparsi del Lago di Varese, delle sue acque, di quello che c’è sopra le stesse, nonché delle sue rive? Devono esserlo i Comuni entro i loro limiti amministrativi, come avviene ora o deve farlo un altro ente? Deve, invece, cambiare il modo di fare delle scelte amministrative?

Ho delle preferenze in proposito ma anche dei dubbi sul da farsi: ci sono interessi superiori che è giusto che vengano tutelati e tolti alle ugge e al patrimonio dei singoli. Ci sono interessi scientifici e sociali di primaria importanza che è giusto conservare.

È opportuno anche che si trovi una qualche possibilità di consentire ai privati di affrontare e condividere questi discorsi mantenendo ben chiaro che bisogna sfuggire interessi speculativi e distruttivi.

Ci sono anche interessi internazionali sul Lago di Varese: sarebbe giusto normarli e pretendere vengano ottemperarti? Adesso che potrebbe non più esserci una Provincia a Varese chi detterà il da farsi riguardo le grandi opere?

Quale ente potrà essere chiamato a porre dei vincoli sul Lago nonché a decidere, non solo, quali iniziative sportive compiere sullo specchio d’acqua, ma, anche, come creare e poi distribuire l’indotto che da queste deriva ovvero può derivare? Deve esser dato più spazio alla cittadinanza?

Mi pongo queste domande affrontando la recente, nuova, questione a proposito dell’Isolino Virginia sepolto dall’erba e senza un custode, ora che il lago è teatro delle sfide iridate del canottaggio under 23.

Non serve un Assessore del comune di Varese che ci comunichi che verranno fatte quelle pulizie necessarie a rendere praticabile l’Isolino. Lo davo francamente per scontato, dopo che lo scorso mondiale, l’Isolino non era visitabile, perché infestato dagli alberi caduti per il vento. Sarebbe, invece, opportuno che si praticasse quella strada dicevo all’inizio di questo scritto.

Mi chiedo: è solo interesse del Comune di Varese che possa vedersi l’Isolino Virginia o l’interesse è esteso a tutti i partecipanti ? L’interesse è solo di pochi o di un’intera comunità?

Il Comune di Varese ritengo debba avere la responsabilità di farsi promotore di una iniziativa di valorizzazione dell’immenso patrimonio archeologico territoriale di cui si dispone (d’intesa conla Provinciae i Comuni rivieraschi del Lago di Varese) rendendolo disponibile a turisti e studiosi come un sistema complesso e variegato al cui vertice deve trovarsi il Museo Archeologico di Villa Mirabello.

Vanno perciò aperti e resi attrattivi i numerosi scavi archeologici sulla riva del lago di Varese e trovato un sistema di collegamento che possa connetterli e renderli fruibili.

Di più: vanno collegati questi nostrani giacimenti a quelli presenti a Golasecca, a Besano e sul Monte Orsa, patrimonio dell’Unesco, mettendo a disposizione del turista un percorso archeologico provinciale multiforme, alberghi e ristoranti. Un vero progetto strategico, per la cui realizzazione vanno coinvolti necessariamente almeno gli operatori privati, i comuni rivieraschi della Provincia di Varese ela Regione.

Sarebbe importante siano compiute tre altre iniziative: chiedere a tutte le nazioni che partecipano ai campionati del mondo di canottaggio di portare a Varese anche le esperienze maturate da ogni singola nazione per il miglioramento delle acque e un ottimale collettamento delle fognature; avviare uno stretto dibattito tra i quattro patrimoni Unesco vicini perché vi possa essere finalmente una ricaduta delle loro attività sul territorio e perché ci si possa relazionare uniti con i patrimoni Unesco europei; cooperare perché possa essere presentato un bando Unesco per poter rendere fruibili nella loro totalità i beni presenti sul lago di Varese e appartenenti alla fauna e ai vegetali del lago, alle tradizioni lacustri, all’archeologia, alla dimora in villa e al mantenimento dei giardini.

Per quanto riguarda strettamente il solo isolino, ho da anni chiesto, senza risposta, come sarebbe opportuna una costante manutenzione del parco dell’isolino col suo raro e pregiato patrimonio arboreo che ancora è in piedi, come pure delle siepi e degli arbusti, la sistemazione dei vialetti al suo interno, il miglioramento dell’attrattività del luogo (in cui mancano fogne, cavi elettrici interrati, servizi igienici in condizioni umane) nel rispetto della sua fragilità.

Una avvertenza di rilievo è che, per ogni occasione, sia sempre molto ben chiaro come l’Isolino abbia una intrinseca fragilità (primariamente quella dell’impalcato preistorico) che lo rende incompatibile con una sua frequentazione turistica fatta di grandi numeri.

Il Comune di Varese, promuova un dibattito sui temi di cui alla presente.

 

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