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Ambiente

INTERVENTI AL CASTELLO MANFREDI

ARTURO BORTOLUZZI - 18/07/2014

Varese sta perdendo (o ha già perso) il Castello di Belforte ola Caserma Garibaldi, beni storici sui quali ci si è già soffermati in passato. Anche il Castello Manfredi in via dei Carantani, edificio restaurato e di pregio, risalente in parte al 15º secolo, corre un futuro poco roseo. L’associazione Italia Nostra ha chiesto un intervento al Comune e alla Soprintendenza. A scopo rafforzativo di quest’azione, sono state da noi inviate nuove lettere agli stessi enti richiedendo azioni urgenti e risolutive.

Del valore storico e architettonico del castello non ho trattato, considerandolo al Comune di Varese ben noto avendolo già acquistato e poi rivenduto in passato. Anche alla Soprintendenza non dovevo fornire indicazioni, dato che dalla stessa era stato vincolato. Non ho chiesto a codesti enti di fornire un esborso in danaro (che se presente, tuttavia, aiuterebbe), ma di compiere una azione politica.

Quanto ho potuto consigliare rispetto a questo immobile è equivalente a quanto proposto per il Castello di Belforte. Ritengo che questa irrinunciabile testimonianza della storia cittadina, debba essere messa a sistema con i vari castelli presenti a Nord della provincia di Varese. Per iniziare. Una auspicabile rete potrebbe avere una valenza interregionale e magari anche interstatale. Il castello deve poter fornire con altri immobili di pregio danaro per mantenerli e arricchire il territorio che li ospita.

La ComunitàEuropeapotrebbe finanziare la realizzazione di un progetto di questo tipo.

Chi potrebbe sollecitare questa istituzione? Ci sarebbero molti professionisti cui potersi affidare. E penso in ogni modo che certamente non vi possano essere grandi difficoltà per il Comune.

Le vicende di quest’anno hanno dimostrato che però non sta qui il problema (in aspetti tecnici), ma in una politica che non ha consentito alla città di mantenere segni della propria storia. Si è dimostrato, il Comune, non capace né di volare alto né di cercare di accordarsi con i Comuni limitrofi perché fossero portati in avanti progetti di sviluppo comuni e perché essi stessi sensibilizzassero le loro forze economiche. È il nostro pensiero sul passato e anche sul recente passato.

Dato che il Castello Manfredi non è ancora, grazie al cielo, rovinato, ho chiesto agli assessori comunali deputati e al soprintendente di verificare la fattibilità di quanto proposto. La prima cosa da fare sarebbe quella di esternare una politica forte che è l’unica in grado di poter motivare i Comuni esterni a impegnarsi, in una con il proprio mondo economico. Se gli altri Comuni non percepissero da subito l’impegno di Varese verso l’auspicato traguardo, mollerebbero la presa…

Secondariamente occorre riunire gli eletti varesini nel Parlamento Europeo chiedendo un loro impegno. Correlativi devono essere l’abboccamento con i funzionari del Parlamento Europeo e anche il saper muovere un’azione congiunta delle molteplici regioni europee proprietarie di reti di manieri storici.

Mi sono dichiarato concorde con quanto chiesto da Italia Nostra al Comune di Varese e cioè che il medesimo ingiunga, da subito, agli attuali proprietari del Castello Manfredi di mettere in ordine la situazione di degrado in cui versa attualmente l’immobile, richiamandoli alle loro responsabilità anche morali per essere loro proprietari di un edificio storico.

Come sempre suggerito da Italia nostra, ho chiesto che il Comune domandi alla proprietà confinante a est del Castello Manfredi, di mettere fine alla situazione caotica dell’area antistante, ormai divenuta deposito di materiali edili e infestata di erbacce.

 

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