«Varese, norme più severe contro i vandalismi. E arrivano i Volontari del Decoro […] L’Amministrazione modifica il regolamento del decoro urbano, eliminando le sanzioni, ma prevedendo l’obbligo di ripulitura a spese dei privati. E mette in campo nuove forze per contrastare il fenomeno […] Spariscono le multe ai privati che non puliscono i muri imbrattati. In compenso il Comune potrà sempre emanare un’ordinanza ed obbligare i proprietari degli edifici, che sorgono entro i centri degni di tutela, a pulire le facciate entro un mese e mezzo dall’avviso […] Infine, per vigilare sulla pulizia della città, viene costituito il gruppo dei Volontari del Decoro». Questa è la corretta sintesi di quanto abbiamo letto il 15 luglio scorso su “Varese Polis” in merito ai provvedimenti emanati dal Comune per risolvere il problema del decoro della città-giardino seriamente compromesso (anche) dagli impuniti imbrattatori di monumenti e della proprietà altrui noti come writers.
Ebbene, per esercitare la virtù evangelica della verità, diciamo chiaro e tondo che se le cose stanno così i politici hanno preso un abbaglio! Possibile che nel redigere la modifica di un regolamento del decoro urbano che ha la pretesa di voler essere equo e riparatore essi non si siano accorti che “obbligare” è la negazione di “eliminare”? Ma a parte le riserve sul solito, equivoco lessico adoperato dalla classe politica, si ritiene che la rivisitazione del regolamento sul decoro urbano di Varese sia stata perfino più indecorosa del regolamento primigenio. E cercheremo di spiegarne il perché anche se già ad aprile scorso ci soffermammo su quest’argomento, quando il Comune decise di varare il nuovo regolamento del decoro urbano obbligando i negozianti a tener puliti, a loro spese, i muri imbrattati dai writers. Anche a voler chiudere gli occhi per non vedere che una tale pretesa è antigiuridica e anticostituzionale perché nel nostro ordinamento la responsabilità non è “trasferibile” giacché essa è personale, non si può fare a meno di ricordare che sullo specifico tema lo stesso Comune non ha la coscienza a posto.
Forse nessuno lo ricorda ma un paio di anni fa alcuni consiglieri e assessori comunali varesini (tra i quali se non ricordiamo male vi erano anche quelli della cultura e della tutela ambientale…) si misero di buona lena a imbiancare alcuni sottopassi cittadini della stazione ferroviaria, le cui mura versavano in condizioni pietose soprattutto a causa dei writers. Tardiva resipiscenza, volontà d’inviare un segnale agli imbrattatori e dare il buon esempio ai cittadini esterrefatti? Macché, l’imbiancata era soltanto il lavoro di preparazione delle pareti che l’indomani sarebbero state destinate ai writers! State un po’ a sentire come, il 15 settembre del 2012, un noto quotidiano online cittadino dava correttamente la notizia: «Vice sindaci, assessori e consiglieri al lavoro questa mattina nei sottopassi di Varese. I politici locali hanno imbiancato le pareti, dove i giovani writers realizzeranno le proprie performance. A dare il via ai lavori il sindaco di Varese Attilio Fontana. L’iniziativa “Sottopassi Sopramuri” è organizzata dal Comune di Varese in collaborazione con Aspem e Wg Art. Il prossimo appuntamento è in programma domani, a partire dalle 11, con i graffitari che saranno impegnati a decorare 400 metri del percorso dei sottopassi». Ancora oggi questa notizia induce a più di qualche domanda. Quando si esaurì il mezzo chilometro di pareti entusiasticamente imbiancate da politici che evidentemente non avevano nulla di meglio da fare, i writers si dedicarono al giardinaggio oppure continuarono a lordare monumenti e proprietà privata? Stante questo precedente con quale supporto legislativo, e soprattutto con quale autorità morale, il Comune pretende di addossare ai negozianti varesini i costi dei danni provocati dai writers?
In rapporto al numero degli abitanti, Varese ha la più grande concentrazione di avvocati d’Italia. Ebbene non ve n’è uno tra essi che voglia inviare il “Regolamento del decoro urbano” alla Corte Costituzionale? Poiché a Varese abbiamo già i Carabinieri, la Polizia, la Guardiadi Finanza, le Guardie Forestali, il Nucleo di Vigilanza Ambientale, le Guardie Ecologiche Volontarie e i Vigili Urbani, qualcuno ci spiega che cosa dovranno fare i Volontari del Decoro? Quali funzioni e poteri essi avranno? In realtà non avranno nessun potere che non sia di quelli in capo ad ogni cittadino. E allora? Si doveva semplicemente far digerire agli attapirati negozianti varesini il fatto che, dopo aver eliminato qualche multa, i costi della ripulitura dei muri imbrattati dai writers resta comunque a loro carico. D’altronde, tutti ancora ricordiamo come andò a finire con le cosiddette ronde padane (se ne fosse mai costituita una!) per non pensar male della trovata dei Volontari del Decoro. Se è così che s’intende salvaguardare il decoro della città-giardino, se è così che s’intende combattere il crescente degrado di Varese la battaglia è persa ancora prima di cominciare perché chi la dovrebbe condurre, a quanto pare, non sa neppure chi sia il “nemico” da affrontare!
Chi lo sa bene, invece, sono le forze dell’ordine che, pur facendo tutto ciò che la legge consente loro di fare non riusciranno ad avere partita vinta contro il preoccupante espandersi della criminalità senza l’appoggio della parte politica. Di là del sempre valido metodo dell’osservazione sul campo, per rendersi conto del degrado che sta avviluppando Varese e la sua provincia basta andare a estrapolare alcuni dati dal puntiglioso bilancio annuale del Comando Provinciale dei Carabinieri di Varese che, nel caso, è riferito al periodo maggio 2011 – aprile 2012 perché è l’unico che lo scrivente avesse sottomano, anche se crediamo che la tendenza non sia sostanzialmente cambiata nel 2012 – 2013.
Peraltro, a fronte di 23.248 reati complessivi ne sono stati scoperti 8.032 pari al 34,5% a fronte di una media nazionale del 18,3%. Come dire che o i Carabinieri del Varesotto sono i più in gamba d’Italia, o nella provincia di Varese si commettono più reati che altrove. Per quanto ci riguarda, siamo persuasi che siano vere tutte e due le cose. E non abbiamo gli omologhi dati riferiti al lavoro della Polizia e Guardia di Finanza! Ebbene, uscendo dal freddo universo dei numeri per entrare in quello delle introspezioni sociologiche o, se volete, pseudo sociologiche, si può capire che la maggior parte dei reati commessi a Varese e provincia sono riferiti alla droga e al patrimonio in generale, reati che in qualche maniera sono riconducibili all’immigrazione (specialmente lo spaccio di droga) e al difficile momento che il Paese sta vivendo.
Va da sé che con un quadro di situazione del genere i Volontari del Decoro – così come le Ronde Padane a loro tempo – puzzano di demagogia e d’inutilità. La domanda a questo punto è: «Che cosa può fare Varese per non diventare tra una ventina d’annila Castel Volturnodel Sacro Monte ola Locridedel Ticino?». Non siamo così presuntuosi da ritenere di avere una risposta certa a una domanda del genere, anche perché molti dei guasti delle provincie italiane risiedono a Roma, e tuttavia una soluzione (una soltanto) vorremmo proporla ai nostri ineffabili amministratori: imparate a comandare! Sì, imparate a comandare perché amministrare un popolo o una città è sapersi assumere le responsabilità di una dirigenza politica che non è molto dissimile dal comando di un Reparto per un militare. E si badi bene che l’esortazione a comandare è di Sant’Agostino e non dello scrivente in vena di militarismo: «Nella casa del giusto anche coloro che esercitano un comando non fanno in realtà che prestare servizio a coloro cui sembrano comandare; essi difatti non comandano per cupidigia di dominio ma per fare del bene agli uomini…». Saremo degli illusi ma noi a questo ci crediamo. Invece la nostra classe politica e dirigente, nazionale e locale, preferisce pencolare tra una silenziosa inanità e una devastante demagogia. Invece di voler far pagare agli incolpevoli commercianti di Varese i danni provocati dai writers così cari al Comune si perseguano, invece, i colpevoli recidivi! Invece di creare le fantomatiche pattuglie dei Volontari del Decoro si riempiano le strade con pattuglie di Vigili Urbani, che a Varese non sono pochi, e le piazze come quella della Repubblica e di Monte Grappa siano, invece, “occupate” dalla cultura qualunque espressione essa assuma, perché una piazza così occupata è sottratta al domino della delinquenza. Ovviamente la cultura che abbiamo in mente noi non è quella del tiro alla fune sul Ticino o il film “Il Conte Dracula” in dialetto bosino.
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