La notizia era nell’aria da tempo, ma solo ai primi di luglio vi è stata la conclusione e la comunicazione ufficiale. Il colosso americano Whirlpool, che ha la sua sede europea a Comerio, ha acquisito dalla famiglia Merloni l’Indesit, un marchio storico degli elettrodomestici italiani.
Con questa acquisizione Whirpool torna ad essere leader nel mercato mondiale, una leadership persa due anni fa per la forte crescita della cinese Haier, un’azienda che peraltro ha la sua sede legale per l’Italia proprio a Varese e questo fa della città giardino la capitale (almeno finanziaria) dell’industria europea degli elettrodomestici.
Ma se la presenza di Haier, pur significativa, è tuttavia limitata agli aspetti legali e organizzativi, quella di Whirpool racchiude in sé tutti gli elementi di una moderna impresa industriale: dalla ricerca alla produzione, dalla logistica al marketing, dalla finanza alla pubblicità. E negli ultimi mesi la valenza “varesina” di Whirpool si è ancora rafforzata per la decisione del vertice della società di concentrare tra Comerio e Biandronno le principali attività italiane.
Con l’acquisizione di Indesit il gruppo americano ha tutte le caratteristiche per diventare ancora più competitivo. Indesit infatti porta in dote non solo tecnologie particolarmente avanzate di produzione, ma anche significative quote di mercato dove Whirlpool è poco presente come l’Est europeo e in particolarela Russia. Nel suo complesso la nuova azienda avrà oltre ottomila dipendenti in Italia, due terzi impiegati negli stabilimenti e nello sviluppo dei prodotti e un terzo nei settori di supporto come la finanza&controllo, la logistica e le risorse umane. Vi saranno indubbiamente alcune posizioni che richiederanno di essere razionalizzate ed è quindi prevedibile che possano essere a breve piani di ristrutturazione con un certo numero, si spera piccolo, di esuberi di personale. È il prezzo, si spera non pesante, da pagare per cercare di contrastare una crisi che in questo settore è stata negli ultimi due anni ed è ancora adesso particolarmente forte.
Soprattutto in Italia la crisi si è fatta sentire in un settore che è stato trainante negli anni del miracolo economico conquistando una leadership almeno a livello europeo: ma dei giganti tutti italiani degli anni ’60, l’Ignis di Giovanni Borghi,la Zanussi, l’Ariston della famiglia Merloni, la Candy dei fratelli Fumagalli solo quest’ultima è rimasta nelle mani della famiglia fondatrice, ma anche grazie ad una decisa delocalizzazione produttiva anche per essere più vicini ai maggiori mercati di vendita.
Cessioni all’estero, fusioni con altre imprese, concentrazioni e razionalizzazioni produttive: quello che resta è comunque un primato tecnologico e d’immagine, il che non è poca cosa se si pensa ai passi in avanti compiuti da Whirpool negli ultimi anni, passi che hanno peraltro salvaguardato l’occupazione in una realtà varesina segnata da forti processi di ristrutturazione e di rilancio industriale.
Va comunque dato atto alla famiglia Merloni di aver compiuto una scelta che mette al primo posto la continuità industriale anche a scapito di un più forte guadagno finanziario. Tra le offerte particolarmente interessanti vi era infatti quella della cinese Sichuan, un marchio del tutto sconosciuto in Occidente e a quanto sembra non in grado di fornire garanzie sulla continuità aziendale e in particolare sull’occupazione. La scelta dei Merloni è quindi una scelta prima industriale che finanziaria, una scelta che non farà scomparire, anzi valorizzerà almeno a breve termine, il classico marchio Indesit, una scelta che rafforza il ruolo italiano (e quindi di Varese) nell’industria mondiale degli elettrodomestici.
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