Per mettere in comunicazione il sacro col Santo, al termine di questo ideale pellegrinaggio, siamo arrivati davanti all’altare: in questo spazio si celebra la donazione che Dio fa di sé con la sua alleanza nel sangue di Cristo. Qui ci sono due mense, apparecchiate per tutti: quella della Parola (leggio) e quella della Eucaristia (altare).
Avviene così nella vita del credente che si abbandona allo Spirito e cresce ogni giorno verso il Signore: attraversando la navata della Chiesa, si va dal fonte battesimale all’altare, come si passa dagli inizi della fede (iniziazione cristiana vuol dire appunto formazione iniziale) a quella piena comunione con Dio di cui l’Eucaristia è anticipazione e segno; e poi, di Eucaristia in Eucaristia, si arriva alla gloria!
L’altare è l’icona più santa, perché rappresenta Cristo, fonte zampillante di vita, come la roccia percossa da Mosè nel deserto.
In ogni chiesa – e per noi in questo Santuario dedicato alla Madonna assunta, così caro al cuore dell’Arcivescovo Montini, che fu più volte pellegrino qui – possiamo condividere con tutti la gioia della bellezza, come ha detto Papa Paolo VI, nel memorabile discorso in chiusura del Concilio Vaticano II: “La bellezza, come la verità, mette la gioia nel cuore degli uomini ed è il frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione”.
E a proposito degli artisti, in una udienza particolare a loro concessa il 2 febbraio 1963 lo stesso Pontefice dichiarava: “L’artista è il veicolo, il canale, l’interprete, il ponte tra il nostro mondo religioso e spirituale e la società, l’esperienza degli altri, le anime con cui siamo in dialogo […] Noi onoriamo grandemente l’artista, precisamente perché egli compie un ministero parasacerdotale accanto al nostro: il nostro ministero è quello dei misteri di Dio, il suo è quello della collaborazione umana che rende questi misteri presenti ed accessibili”.
Dall’abside, in particolare dal corridoio che circonda lo spazio sacro suddetto dove si celebra la Pasqua di Gesù e dunque l’azione più solenne che salva il mondo, si può cogliere con un’unica prospettiva il cammino compiuto e osservare l’intero processo che unifica la fede, la devozione, il rito e il sacramento cristiano.
Anche la visita ad una chiesa è certamente un insegnamento utile per tutti ed è un’altra occasione per “illustrare la fede alla luce dello Spirito Santo, traendo fuori dal tesoro della rivelazione cose nuove e cose antiche” (Lumen Gentium 25).
Ogni itinerario cristiano ripropone l’intero mistero di Cristo e dimostra che “anche le stesse cose terrene e le umane istituzioni, nel disegno di Dio creatore, sono ordinate alla salvezza degli uomini e possono, per ciò, non poco contribuire all’edificazione del corpo di Cristo” (Christus Dominus 12)
Alle porte dei nostri Santuari non arrivano solo credenti, ma tanti altri, che chiedono di essere aiutati a diventarlo. Il nostro ministero, allora, diventa un’esperienza sempre nuova e sorprendente, perché l’uomo distratto e disperso ritorni trasformato e rinnovato alla vita quotidiana di tutti i giorni, nel mondo ma non più del mondo!…
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