La toponomastica di qualsiasi centro abitato è un optional delle amministrazioni comunali e come tale destinata a essere fonte di contestazioni, in particolare quando richiama personaggi ed eventi di una storia o di una cronaca recenti.
Accade inevitabilmente che ci siano grandi revisioni quando si chiudono epoche importanti e si aprono tempi e prospettive che lo sono ancora di più. La revisione della toponomastica contribuirà a fare memoria di persone ed eventi che hanno contribuito a determinare nuovi corsi di vita per le comunità nazionale e locali.
Può pure succedere che protagonisti tutto sommato negativi sfuggano alla revisione, come è avvenuto per Francesco Crispi nato incendiario e finito poi come ministro repressore in una Italia in cui passava per Re Buono il peggiore dei Savoia che ci hanno guidati per quasi un secolo, vale dire Umberto I.
La toponomastica questa volta è stata al centro di contrasti tra il sindaco di Luino e più sezioni ANPI del Varesotto. Gli ex partigiani si sono ribellati per l’intitolazione di una piazza del luinese Villaggio Menotti a Edgardo Sogno, nobile torinese medaglia d’oro della Resistenza, ma da sempre accanito anticomunista, arrestato e poi prosciolto dall’accusa di progettare un “golpe bianco”.
Un personaggio, per quanto io ricordi, per decenni lontano dalle battaglie politiche delle nostre comunità e recuperato alle memorie bosine grazie alla giunta comunale che gli ha dedicato la piazzetta davanti all’ingresso dell’ex cinema Impero. Una scelta toponomastica strampalata perché ha dimenticato innanzitutto la verità: Edgardo Sogno fu indicato come statista, a conferma dell’incultura di abitanti di Palazzo Estense dato per certo che nell’Italia del Dopoguerra forse, a maggioranza, si può definire statista solo Alcide De Gasperi. Sarebbe stato sufficiente ricordare Sogno come medaglia d’oro della Resistenza, dedica peraltro senza legame alcuno con l’antifascismo militante di casa nostra.
La toponomastica è comunque un problema perché si corre il rischio di collocare targhe stradali importanti in angoli non frequentati della periferia. E quando le mettiamo non si fa chiarezza nel momento in cui spariscono: segnalo ancora quella dedicata a Peppino Frongia, sindacalista e protocomunista.
Si è però rimediato con Renato Guttuso: un viale ce lo ricorda a Villa Mirabello. Non so se a Velate sia ancora a lui intestata una strettoia acciottolata, meta preferita, per via della sua quiete cimiteriale, dei cani stitici del quartiere. A Luino il sindaco Pellicini ha dato una risposta serena all’ANPI, l’intestazione a Sogno della piazza si farà.
Alla prossima occasione, se già non si è provveduto, al sindaco di Varese, si può segnalare il ricordo degli eroi dello spazio. Magari Gagarin e Armstrong insieme. Non sarebbe un compromesso storico, ma l’omaggio a due campioni del genere umano.
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