I problemi di Malpensa. Ho scritto al Presidente della Regione Lombardia e al ministro ai Trasporti Maurizio Lupi. Mi sono detto soddisfatto di avere appreso dai mezzi di informazione del Varesotto che sindaci del territorio attorno a Malpensa, rappresentanti della Regione Lombardia, di SEA e Camera di Commercio di Varese si siano seduti attorno a un medesimo tavolo per discutere del necessario sviluppo di Malpensa, entro il territorio varesino.
Sarei però stato molto felice – ho aggiunto – che anche fossero stati invitati a partecipare i rappresentanti delle associazioni ambientaliste provinciali: almeno uno. Così non è stato. Peccato. Si è persa un’occasione da parte sia delle istituzioni sia dei privati per applicare la vigente Costituzione ela Leggeistitutiva del Ministero dell’Ambiente, facendo svolgere quell’opera di controllo del territorio e di consiglio che sarebbe demandata a queste associazioni. Ho preteso che questa attenzione in futuro ci sia.
La SEA, con il suo presidente, ha ribadito ancora una volta quanto sia necessario lasciar esprimere il potenziale dell’aeroporto che ha uno dei due terminal di cui dispone occupato solo per il 35% delle sue potenzialità malgrado sia stato appena rinnovato e reso più efficiente. Egli ha chiesto anche di guardare oltre Alitalia per valorizzare uno scalo che grazie a nuovi investimenti è diventato molto attrattivo, certamente uno dei più grandi impianti produttivi del paese.
Un appello che il Presidente di Regione Lombardia, avvocato Maroni, ha raccolto immediatamente annunciando che chiederà al ministro Lupi che Malpensa non sia penalizzata ma che con Expo si punti a questo aeroporto perché possa almeno aumentare il suo potenziale raddoppiando gli utenti serviti. Il governatore Maroni così chiederà al governo la liberalizzazione dei voli per Malpensa, modificando il decreto Bersani e aprendo alle compagnie extra europee interessate ad occupare gli spazi liberi.
Non abbiamo potuto percepire segnali riguardo i problemi ambientali prodotti da Malpensa e la mancanza di un piano che evidenzi con chiarezza la capacità dell’aeroporto di potere essere fonte di ricchezza per la collettività varesina. Ho l’impressione che si siano fatti i conti senza sentire il pensiero dell’oste.
Non è facendo sopire il dibattito sulle vicende giudiziarie – specificamente riguardo le questioni ambientali – che possono risolversi i problemi comunque giornalmente evidenti. Occorre, infatti, primariamente discutere dell’inserimento di Malpensa nel territorio varesino.
Non voglio non godere di Malpensa e combatterla perché calata dall’alto. Desidero, invece, che sia governata e che venga finalmente pianificato il suo inserimento nel territorio. Questa è una attività politica pesante, ma che deve essere compiuta in maniera soddisfacente. Malpensa è un oggetto estraneo del quale si percepiscono le utilità che continuano a non essere chiare. Continuano a essere invece manifesti i disagi arrecati dalle attività svolte in Malpensa o per Malpensa. Lo dicono a Regione Lombardia, al ministero dell’Ambiente, a SEA, alla Corte di appello e alla Corte europea di giustizia le decisioni che hanno dato ragione a Umberto Quintavalle a tutela della sua proprietà Cascina Tre Pini nel Parco del Ticino entro cui sono morti centomila alberi a causa del traffico aereo. Una proprietà riconosciuta di pregio ambientale, e a favore della quale vanno assunti provvedimenti concreti per ridurre l’impatto degli aerei in decollo da Malpensa.
Il caso della Cascina Tre Pini torna alla ribalta. Dopo due gradi di giudizio, e oltre centomila alberi morti, SEA, gestore aeroportuale e il ministero dei Trasporti in solido sono stati condannati al risarcimento dei danni (5 milioni di euro in primo grado, 8 milioni in appello). Tra qualche settimana potrebbe esserci la sentenza della Corte di cassazione, ma intanto è il fronte europeo che torna ad aprirsi: già nel 2012la Commissioneeuropea aveva messo in mora lo Stato italiano “per non aver adottato le opportune misure per evitare il degrado e per la conservazione di un territorio compreso nel Parco del Ticino, Sito di interesse comunitario”.
Da allora, indica Bruxelles, “anche se l’Italia ha presentato un progetto di piano di gestione per il sito, non sono stati adottati né piani né misure per rafforzare lo stato di protezione dell’area”. Inoltre,la Commissione Uesi dichiara “non convinta che le misure suggerite nel progetto di piano siano idonee a risolvere alla radice i problemi in essere, in particolare le emissioni atmosferiche provenienti dal vicino aeroporto di Malpensa”.
Insieme con gli Amici della Terra di Varese mi sono messo a disposizione per trovare una risposta a questi problemi che deturpano il territorio varesino e coloro che lo abitano e vi lavorano.
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