Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Società

LA GIOIA OLTRE LA GRATA

LUISA OPRANDI - 24/12/2011

 

C’è un sorriso oltre la grata del parlatorio che non è cambiato: è lo stesso di allora, quando lo vedevo, stando dietro una cattedra, stampato sul volto di quell’alunna di grande vivacità intellettuale e curiosità profonda. Da tanti anni ormai vive al Sacro Monte, nella comunità delle Romite, l’alunna di un tempo, l’amica per sempre.

Una laurea in filosofia mentre già faceva l’insegnante elementare, poi la conversione e la scelta della clausura: i jeans e i maglioni variopinti hanno lasciato posto all’abito monacale e la serenità e la gioia sono diventate parte fondamentale della sua vita.

È la donna più felice che io conosca: lo dico sempre, senza rischio di sbagliarmi. Ho impressa nel ricordo e nel cuore la fatica grande della mamma e del papà nel momento del distacco, che sembrava incolmabile, quando il portone pesante ha fatto rimbombare il suono dell’essersi chiuso alle spalle di quella giovane ragazza che lo aveva varcato per sempre.

E, al tempo stesso, ho in mente la dolorosa accettazione da parte della famiglia, che aveva avuto, come è per ogni genitore, sogni, progetti, un’idea di futuro che tutto era all’infuori di quella decisione così distante dai nostri umani parametri. Ma, lo si è capito subito, la scelta era stata serena, adulta, consapevole, ferma, cercata e trovata dentro le pieghe di una vita piena, intensa e ricca di relazioni, sogni ed attese del domani. Ma poi la vita segue percorsi spesso paradossali per la nostra presunta saggezza. Così è stato un dire “sì”, assieme a lei, da parte di tutti coloro che le volevano e le vogliono bene.

Senza parole la sua gioia contagiosa arriva diretta a chiunque le parli e si esprime anche attraverso tanti piccoli, semplici segni, come quando, per il mio cinquantesimo compleanno, mi ha donato una corona del rosario fatta da lei stessa a mano e io non riesco, da allora, a staccarmene e non portarla con me nella borsa. Non so come dire ma ho visto il cuore, il bene in quelle mani che passavano a cercare le mie tra le maglie della grata. E di quel bene non sono capace di fare a meno, di non averlo con me nella familiarità della mia vita.

È bello pensare e sentire che il Natale di questa giovane donna è quotidiano e si fa vivo ogni volta in cui esprime gioia vera per le cose più umili: il vitellino che è nato nella stalla del convento, i fiori che sono sbocciati, il libro appena letto. Perché il suo Natale è dentro quell’avere scelto una felicità totale, che colma di pienezza la vita essenziale sua e di una comunità di donne, profondamente donne nel loro essere lì, sul monte cittadino così bello e così vicino al cielo. Donne che vivono la femminilità dello spirito, della dedizione, del sapere fare tesoro di quel che conta, desiderando quel che vale oltre ogni altro bene.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login