Silenzio nella notte, tempo di attesa, del giorno che verrà: è certo, verrà, intanto questo è tempo di attesa. Tempo di desideri e di paura, di fiducia e di dubbio. Che cosa incontreremo quando la luce verrà?
Ecco arriva il tuo Salvatore (Is 62, 11)… incontreremo un Salvatore. Ma noi lo attendiamo? Salvezza da chi? Salvezza da cosa?
Consolate, consolate il mio popolo (Is 40, 1). Ecco: troveremo con–solazione. Il Salvatore verrà là dove siamo soli e desolati, nelle nostre paure e sofferenze. Lì aspettiamolo, lì sostiamo guardando in faccia alla nostra solitudine per riconoscere il suo passo quando verrà, perché ecco Egli verrà e non tarderà.
Spianate, spianate la strada, liberatela dalle pietre (Is 62, 10). Ma che pietre sul mio cammino? Quali inciampi? Di che cadute porto i lividi e la tristezza? E come toglierle?
Notte, tempo di attesa, con il cuore pieno di domande che cercano un Tu per sciogliersi in un grato silenzio, in lacrime di consolazione, in canto di gioia.
In una notte così ecco una visione di angeli ai pastori; con loro andiamo a Betlemme… Andiamo e troviamo Maria, Giuseppe e il Bambino: una famiglia, l’umanissima realtà di una famiglia: lì è il Salvatore? Lì la consolazione? Lì la via senza inciampi?
Guardiamo stupiti, ed ecco: quella Vita nuova che tutto riceve ed accoglie ci mostra la fragilità che siamo noi, ricolmata d’amore.
Ascoltiamo stupiti, ed ecco: quel Bimbo che è dono per noi ci insegna con il suo pianto la dedizione reciproca che fa spazio al bisogno, ai sentimenti, alla gioia dell’altro e che vince ogni desolazione. Guardiamo bene, ed ecco: quel Bimbo accoglie anche il freddo e la povertà per starci vicino: apre la via del perdono in cui tutte le pietre e gli inciampi sono strada per accogliere ed incontrare.
Così nella notte dell’attesa chiediamo per noi e per tutti, specialmente per le famiglie, uno sguardo inquieto e silenzioso che sappia cogliere il passaggio di Dio nella nostra umanissima storia, e un cuore aperto per camminare con Lui insieme a quanti abbiamo accanto perché la nostra storia divenga storia di salvezza.
Romite dell’Ordine di sant’Ambrogio ad Nemus
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