Che Mazzarri continuasse il suo percorso nerazzurro poteva darsi, quasi totalmente, per scontato. Nessuno gli aveva chiesto miracoli e i miracoli, puntualmente, non sono arrivati.
Puntualmente fin troppo volendo esser un po’ decisi nel giudizio. Perché per una squadra sostanzialmente allo sbando affidata alle toscane cure, ne è rimasta una non più sfatta m tutta da rifare. Tutta! Con i dubbi sono rimasti in ogni reparto: in una difesa che definire incerta è, sicuramente, generoso; in un centro campo irrazionale e che, l’anno prossimo, mancherà anche di Cambiasso; e, per finire, un attacco in cui, svanite, man mano, le speranze di contare su Milito, gli altri non hanno fatto granché e, comunque, sicuramente, meno del previsto per demerito proprio ma anche per la mancanza di un valido apporto dei centrocampisti.
I problemi, quindi, da risolvere ci sono ancora tutti. Il loro abbondare rende non solo più difficile la soluzione ma anche più problematiche le scelte tecniche sulle conferme e sui rinforzi.
Tra l’altro il tutto da conciliare con il motto tristemente (per i tifosi) dall’extra-comunitario novello presidente che si è andato affermando ed identificando nella “necessità di sanare i bilanci”.
Motto saggio e da tenere nella debita considerazione meno – però- che in quella dei tifosi che, anche e soprattutto all’idea delle paccate di quattrini approdate in altri paesi, (Inghilterra e Francia in testa) ad altri sogni si erano affidati. Con assoluta esclusione dei conti di cassa.
Detto questo e ribadito che- più o meno sostanzialmente – la squadra va – se non rifatta- parecchio ritoccata ci sarà un altro problemino da risolvere.
Mazzarri notoriamente non è mai stato uomo creatore di talenti e tanto meno di squadre. Gli è sempre piaciuto avere a disposizione squadre per vincere.
La “preferenza” è logica e generalizzata. Ma in qualcuno più accentuato che in altri.
A mo’ di esempio torna evidente come Guidolin, Ventura (solo per un paio di nomi) siano “tagliati” anche nel creare squadre. Certo non dispiaciuti se le trovano già inquadrate ma molto propensi a valorizzare il materiale – anche e soprattutto giovane – a disposizione.
Ciò premesso è da considerarsi praticamente scontato che Mazzarri si troverà costretto a “rifare” una squadra il che non è mai rientrato nelle sue doti precipue essendo -si diceva- più condottiero di formazioni dalla fisionomia già formata che creatore.
Del resto la sua partenza dalla Sampdoria – diretta, in società, da Beppe Marotta- dove il tecnico toscano aveva lavorato molto bene – fu dovuta, insieme al presentarsi sulla scena di sistemazioni economiche interessanti, anche, e proprio, alla decisione della società blu-cerchiata di cercare un allenatore più propenso alla valutazione di giovani allenatore individuato, per la verità senza troppa fortuna, in Del Neri.
Il “problemino” all’Inter del prossimo campionato si appresta a presentarsi in tutta la sua importanza e non sarà proprio cosa di poco conto il risolverlo.
Intanto bisognerà vedere che cosa e quanto il nuovo presidente sarà disposto a spendere e, di conseguenza, quale materiale metterà a disposizione del tecnico.
Toccherà a Mazzarri, poi, formare, tanto o poco, una squadra.
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