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Cultura

DI NUOVO NELLA CASINA ROSA

LINDA TERZIROLI - 30/05/2014

La Casina Rosa sul poggio Santa Trinita a Gavirate

Chi non ha mai amato uno scrittore forse non conosce quella particolare sensazione di brivido e curiosità che corre nel sangue alla vista di un oggetto, un manoscritto d’autore, oppure quando si ha il privilegio di visitare la casa in cui lo stesso ha vissuto. Queste emozioni sono direttamente proporzionali all’intensità di lettura, quindi per i forti lettori, per coloro che sono proprio appassionati, si registrerà probabilmente un repentino aumento di battiti cardiaci. Tutto questo avviene anche a Varese, per la precisione, a Gavirate, sul poggio Santa Trinita, quando si entra nella Casina rosa di Guido Morselli, la casa che lo scrittore ha donato, insieme al parco, al Comune di Gavirate. Ed è avvenuto anche in un soleggiato pomeriggio di fine maggio in occasione della consegna del Premio Guido Morselli per il romanzo inedito (premio vinto dal veneto Carlo Calsamiglia con un romanzo dal curioso titolo Donatello e Ugolino).

Seduta, tra i giurati del premio, ai margini del fresco bosco con una veduta che strizza l’occhio al bel lago di Varese, nascosta da un paio di rotondi occhiali da sole, Valentina Fortichiari, massima conoscitrice dell’opera di Guido Morselli, ha rivelato l’emozione segreta di tornare a casa Morselli e, per un attimo, ho ripercorso dentro di me le stesse emozioni e ho capito che chi non la prova non la può proprio intendere, quest’emozione.

Per un attimo i personaggi evocati dalla studiosa sono creature in carne e ossa e il ricordo così intenso e nitido si fa reale.

“Ricordo la prima volta che sono venuta alla Casina rosa: ero con Dante Isella e Luciano Foà, il presidente di Adelphi. Foà negli scrittori che doveva pubblicare, voleva riconoscere la grazia, quel nucleo nascosto al fondo del carattere delle persone. In Morselli Foà l’aveva sentita, questa grazia. Essere qui – la prima volta sono stata qui nel 1975 a pochissimi anni dalla morte di Guido – mi ricorda i pellegrinaggi nei pressi della villa di via Limido a Varese dove abitava la signora Bassi e io dovevo stendere l’inventario delle cose di Morselli. La fortuna di entrare negli scatoloni di ciò che resta di uno scrittore, trovare dentro gli stessi scatoloni un mozzicone di matita, gli oggetti appartenuti a Guido, ha significato per me approfondirne lo studio, entrare nella sua testa, nel suo cuore, nei suoi taccuini, nelle sue piccole manie… Penso che sia un’emozione da augurare a chiunque. Sono felice di essermi riavvicinata a Guido e Guido è qui, è nella casetta rosa”.

La Casina rosa ospita, ormai da qualche anno, per iniziativa del Comitato Guido Morselli e con il sostegno della Provincia di Varese e del Comune di Gavirate, una mostra permanente al piano terreno, un repertorio fotografico, pannelli didascalici, filmati di Guido Morselli, tesi di laurea, testi critici e saggistica ma soprattutto libri, i suoi libri, quelle opere – i suoi capolavori – che finalmente hanno visto la meritata luce editoriale e sono la viva testimonianza del suo intramontabile talento.

 

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