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Cultura

ROSETTA LEINS, L’ANTICONFORMISTA

ROSALBA FERRERO - 23/05/2014

Affreschi di Rosetta Leins nel Palazzo Civico di Lugano

Con la mostra ‘Rosetta Leins. Vita e opere di una pittrice anticonformista’ la pinacoteca Züst continua l’opera di ‘recupero’ di artisti attivi nell’area del Ticino nel primo Novecento, che, noti e apprezzati in vita, furono poi dimenticati totalmente negli ultimi cinquant’anni.

Nata nel 1905 si impose sulla scena artistica vincendo importanti concorsi per la realizzazione di opere collocate in ambiti istituzionali, oggi visibili a frequentatori ignari persino del nome dell’artefice delle suddette opere, molto apprezzata da galleristi e critici; dopo la morte, avvenuta nel 1966, è caduta nell’oblio. Partendo dalla spoliazione di giornali e riviste Simona Ostinelli, coadiuvata dall’intero staff della Pinacoteca è giunta ad imbandire un’esposizione significativa e ampia, grazie ai prestiti di alcuni collezionisti privati tra cui Paolo Caccia, anche se – lamenta- ‘priva di molte opere, sia perché inamovibili, sia perché rifiutate al prestito’- è noto e immotivato il mancato accesso all’archivio familiare, ‘che sarebbe interessante conoscere, per far piena luce sulle ragioni biografiche e culturali che sono alla base dell’opera della pittrice’.

Definisce Rosetta Leins ‘pittrice anticonformista’ per un certo modo di rapportarsi all’entourage artistico del suo tempo; esuberante e timida insieme, amava dipingere secondo quanto ‘la sua libera ispirazione’ la portava a fare ottenendo risultati apprezzati dalla committenza. La sua formazione avviene fuori dai canoni tradizionali, non frequenta alcuna ‘scuola di pittura’: apprende le prime tecniche pittoriche nella bottega tipografica del padre titolare della tipografia Leins – Vescovi, poi Leins – Ballinari a Bellinzona poi compie studi privati d’arte ma il clima di Bellinzona le sta stretto e nel 1930 compie un viaggio di formazione-studio che la porta a Parigi ove si immerge nel mondo post impressionista e conosce la lezione di Utrillo, Gauguin, Matisse, che lasciano un’impronta sul suo uso del colore e della tecnica figurativa.

Fissa la sua residenza ad Ascona, ove diviene l’anima di un cenacolo di artisti tra cui Schürch e Lüssi, suoi maestri e mentori che la introducono nel mondo delle esposizioni: Turnus, Berna, Ascona Zurigo, Basilea; la pittura della Leins è giovanile, fresca i paesaggi gradevolmente sospesi tra impressionismo e post impressionismo.

Altra tappa importante nella sua formazione è il viaggio in Toscana del 1937-38; vuole imparare la tecnica dell’affresco: è folgorata dalla resa figurativa dei grandi maestri Giotto, Masaccio, Piero della Francesca, Paolo Uccello. La tecnica dell’affresco l’affascina e la sua cifra pittorica muta radicalmente: partecipa ora ai concorsi per le grandi opere destinate a sedi istituzionali; nonostante le difficoltà, non ultima l’essere una donna, vince l’incarico per decorarela Saladei Matrimoni del Municipio di Lugano. ‘La musica agreste, la famiglia, il lavoro’ sono i temi del trittico. La realizzazione piace per l’armoniosità della composizione, per la maestosità delle figure che riempiono la scena con semplicità, per la tecnica utilizzata e i colori di cui i cartoni presenti in mostra non rendono appieno l’intensità e fa da volano alla produzione ‘pubblica’. Realizza un altro affresco monumentale, la ‘Deposizione e Resurrezione’ perla Cappelladel cimitero di Losone; uno per il Palazzo del Governo a Bellinzona e uno perla Casaper anziani di Ascona i cui cartoni sono esposti alla Züst.

Dopo un lungo percorso figurativo, l’eclettica Rosetta Leins muta ancora la sua espressività e lo fa, presumibilmente, dopo aver visitato l’esposizione dedicata a Picasso al Palazzo Reale di Milano nel 1953; nell’opera ‘L’uomo e il lavoro’ figure essenziali di operai si inseriscono in ambienti che sono dei moduli di geometria solida e che fanno da contenitore-sfondo: l’opera segna uno stacco rispetto a composizioni come ‘La Madonna con il Bambino e angelo musicante’ ove figure eteree sembrano galleggiare su di un paesaggio agreste di sapore bucolico. Anche la tavolozza dei colori muta negli ultimi anni; i toni soffusi, delicati, primaverili cedono il passo a tinte marcate tra cui predominano il blu e il bruno in tutte le declinazioni, permane il bianco, che pare essere il colore preferito dalla Leins, e che si pone come elemento di contrasto, come mostra l’olio ‘Cristo deriso’ o ‘Re Magi in arrivo’.

Di grande suggestività è una delle ultime opere, ‘La pesca miracolosa’ del 1963; il soggetto sacro, un leit-motiv della Leins, è reso con i toni delicati, leggeri dei primi paesaggi veneziani, il colore suggerisce la forma e la stempera in un’atmosfera fuori dal tempo: ne risulta una prova di grande leggiadria pienamente dominata dalla mano dell’autrice.

Completa la mostra il catalogo curato da Simona Ostinelli

Rosetta Leins, Vita e opere di una pittrice anticonformista
Pinacoteca Cantonale Züst- Rancate ( Mendrisio) CH
Fino al 17 agosto 2014. Orario ma-do: 9-12 e 14-17 (fino a giugno); luglio e agosto:14-18; chiuso il lunedì.

 

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