Convinti come siamo della forza dei simboli della tradizione e della pedagogia dei gesti devozionali più semplici e spontanei, valorizziamo quella fede “naturale” che nasce dall’imitazione di pratiche entrate nella consuetudine di famiglia, nei calendari parrocchiali o nei raduni diocesani.
Il pellegrinaggio ai santuari mariani è una delle esperienze più ricche di significato sul piano sia umano sia religioso.
Per i figli, ad esempio, è un momento concreto di vicinanza. Con le sue simbologie di immediata comprensione e con il suo ricco apparato architettonico e iconografico il santuario parla al cuore dei piccoli e dei grandi, sollecita riflessioni, permette il travaso di quel patrimonio di cultura e di fede che è, insieme, trama e ordito di ogni cuore credente.
Una visita alla chiesa, dettagliata nei suoi tratti caratteristici, una preghiera pronunciata insieme, la possibilità di accostarsi ai sacramenti in condizioni di favore, diventano momenti forti di quell’educazione alla fede che è compito primario dei genitori cristiani.
Per molte famiglie quella che vivono nei Santuari, anziché presso i centri commerciali o sul divano di casa, è davvero “l’altra domenica”… Così è per chi si mette in auto, non per andare a vedere la partita, ma in un luogo che parla allo spirito.
Ogni famiglia di queste potrebbe raccontare l’eterna attualità di un viaggio – non importa se lungo o brevissimo – che vuole comunque segnare un distacco tra il presente in cui ci dibattiamo e l’eternità che ci attira e ci affascina, nonostante tutto, perché talora ci sgomenta.
Tanti santuari presentano in apposite vetrine moltissimi ex voto: sono storie di vita, di famiglie, ciascuna con la sua pena, il suo dolore, la sua speranza e il suo ringraziamento ad una Madre tenera che ha rivolto il suo sguardo amorevole e ha ottenuto una grazia grande!
Ma ancor più belle sono le testimonianze dirette, ad esempio, dei fidanzati che, maturata la decisione di unirsi in matrimonio, chiedono a Maria di vegliare sul loro amore; o di sposi giovani che prima chiedono con fede il dono di un bimbo, poi lo affidano alla sua protezione materna dopo che è nato o in occasione del battesimo.
Quanto sono ammirevoli anche le coppie di anziani che, con l’entusiasmo del giorno delle nozze e la meraviglia di poter camminare ancora insieme, a distanza di anni, sostenendosi a vicenda, rinnovano il patto di fedeltà e invitano parenti e amici ad unirsi al loro “magnificat” per le grandi cose che Dio ha fatto nella loro vita!
Gesti semplici, come si può notare; spesso informali, ma sentiti e partecipati con gioia anche da chi è presente solo occasionalmente.
Una sensibilità, pur percepita in gradualità diverse, è comune a tutti; ognuno la dice a suo modo: “Qui sento l’amore di Dio più vivo, che mi scalda il cuore… è come un respiro di qualcosa di più grande e di eterno, che aiuta a vivere con forza e coraggio ogni momento della giornata… Il luogo del santuario, così spesso avvolto in un prolungato silenzio, è lo spazio dove si riesce a trovare la serenità e la pace interiore; così siamo aiutati a pregare e ad incontrare Dio… Spesso chi arriva con sfiducia e rassegnazione, vede le lacrime trasformarsi in sorrisi...”.
don Erminio Villa, Arciprete del Sacro Monte
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