Luisa Negri nel suo articolo bello e appassionato pubblicato su RMFonline della settimana passata, parla a proposito del nuovo ospedale Del Ponte di ‘mastodonte cementizio’, ‘goffa scatola’, ‘infinito silos’. I bambini malati avranno ben ‘poco da godere’ in questo luogo. ‘Non un po’ di verde da guardare, non certo aria pulita da respirare, non uno spazio aperto in cui sgranchire le gambe’.
Tutto era prevedibile e non si è voluto evitare. Per anni un comitato di esperti sanitari, ai quali mi sono aggiunto anch’io come urbanista, ha cercato di evidenziare l’errore che si stava per commettere.
Da ogni parte si guardi questa operazione, ormai avviata con la costruzione della struttura dell’edificio principale, è del tutto evidente la sua irrazionalità, i costi, le incertezze, i tempi necessari per un risultato finale di alta qualità, la inaccettabile localizzazione del complesso sanitario previsto.
Dobbiamo ricordare tutte le negatività del progetto in piazza Biroldi. Si tratta di un’area lontana solo quattrocento metri dall’Ospedale di Circolo con una superficie, che risulterà totalmente edificata, di circa ottomila metri quadrati. Senza dotazione di adeguato parcheggio adiacente e connesso per un complesso di oltre duecento camere. Disturbata da un intenso traffico. Senza adeguate aree verdi.
Avevo pubblicato l’anno scorso un rendering che presentava l’invadenza del nuovo edificio e la saturazione ulteriore e inaccettabile dell’abitato di Giubiano. Oggi l’edificio è qui davanti a noi anche se limitato alle strutture portanti. Offensivo del panorama cittadino e del contesto circostante.
Il ‘sorriso’ sarà possibile a bambini e madri ospitati in questo purgatorio edificato? Forse era eccessivo immaginare un ‘Ponte del Sorriso’ immerso in un’area verde e piantumata che l’attuale progettazione al Del Ponte nega totalmente? Che l’Ospedale di Circolo, nonostante alcuni scempi recenti, poteva consentire con operazioni delicate di architettura e di bellezza verde?
L’Ospedale è un luogo di accoglienza, di assistenza, di cura e non può essere ridotto a puro contenitore di letti. La cura è sostenuta dalla bellezza e non solo dai volumi edificati. Con l’incertezza del raddoppio a breve distanza delle apparecchiature esistenti al Circolo e del personale specializzato sempre, e non saltuariamente, presente.
I sostenitori del polo materno infantile distinto dal Circolo avevano affermato che i finanziamenti concessi erano mirati a quest’opera e sarebbero stati perduti in caso di cambiamento dei programmi. Ma non si conosce l’entità di questi finanziamenti. Non si conosce quali siano le opere che potrebbero sostenere: e i tempi di questa disponibilità. Continuo a ritenere che il sistema sanitario regionale e locale sia stato reticente al riguardo, che la sua ‘politica’ sia stata più attenta alle ‘opportunità’ che alla razionalità delle scelte da compiere.
Quali sono poi le responsabilità dell’Amministrazione comunale? L’amore che portiamo a questa nostra città, il lascito che consegniamo a chi ci seguirà, ci obbliga ineludibilmente a rivedere decisioni e percorsi che appaiono con ogni evidenza errati. Intelligenza e sensibilità non hanno paura di riconsiderare decisioni prese, magari in buona fede, nel passato.
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