“Ti ringrazio per la mail con i tuoi consigli per il voto europeo – mi apostrofa Sebastiano Conformi – ma non so ancora se voterò. Non ho le tue certezze che poi, scusami, dipendono molto dalle tue relazioni personali, dalle antiche amicizie, dai debiti di riconoscenza che possono anche farti velo”.
“Se non ti convincono le mie certezze, tira fuori i tuoi dubbi!”.
“Ma anch’io parto da alcune certezze, che ho consolidato leggendo www.ilsussidiario.net. Occorre più Europa, più Europa politica soprattutto; che vorrebbe dire avvicinarsi almeno ad una confederazione di Stati, almeno come la Svizzera, ma con un punto centrale politico molto forte. Un Presidente della commissione eletto a maggioranza assoluta, magari con ballottaggio, oggi dal Parlamento, domani dai cittadini direttamente. Per questo gli Stati dovrebbero rinunciare all’ultima parola su Esteri, Difesa e Moneta e su questi temi i candidati dovrebbero mettere in campo scelte precise, mettere la faccia. Tu hai sentito il dibattito in tv tra i principali candidati, ti pare che l’abbiano fatto o sono stati nel vago?”
“Mah, come facevano a sconfessare tutto quello fatto fino ad ora, tranne Tsipras e la verde, che nemmeno mi ricordo…”.
“Ma ti pare che Schulz – adesso Sebastiano da perplesso e musone è diventato accalorato e incalzante – può promettere che il PSE, quello cui ha aderito il PD come primo passo del Renzi, cambierà politica intanto che in Germania è al governo conla Merkel? E Juncker che ne dipende in tutto e per tutto? E pensi che l’uno o l’altro abbasserebbero il valore dell’euro per rendere competitive le nostre merci, quando le loro Mercedes e BMW le vendono lo stesso e intanto con il marco forte…”. “Ma cosa dici!”. “L’euro… ma sì, con l’euro forte… possono comperarsi le aziende di mezza Europa, imporre le loro tecnologie e la loro finanza, ma lo sai che non hanno salvatola Greciaper amore della Grecia, ma per non penalizzare le banche tedesche creditrici della Grecia; e lo sai come tutti quanti abbiamo contribuito al prestito che ha salvatola Grecia?”
“No, questo non lo so”.
“I principali paesi europei hanno sottoscritto quote proporzionali del prestito fatto a condizioni favorevoli perla Grecia, visto il rischio di fallimento, mala Germania, che non aveva difficoltà a finanziarsi a un tasso inferiore a quello, pur di favore, chiesto alla Grecia, se non l’hai capito, ci guadagna pure. E l’Italia, lo sai dell’Italia?”.
“No, non lo so”.
“L’Italia invece, per finanziarela Grecia, doveva indebitarsi ad un tasso superiore a quello ricevuto! E continua a perderci. Contento?”.
“Ma mi stai diventando anti…”.
“No, guardo solo i fatti, invece di fare tutti quelli strilli degli anti-qualcosa o le pietose ammuine dei liberali e dei britannici che fanno da copertura ai nazionalisti e intanto conservano le loro rendite, mentre non si fanno minimamente carico dei grandi problemi aperti: il contrasto al rinato imperialismo russo, la necessità dell’indipendenza energetica, le crisi, anzi i genocidi in Medio Oriente, le stragi di cristiani in Africa, gli otto milioni, otto? forse ottanta milioni di profughi potenziali appena al di là del Mediterraneo, l’inquinamento e il cambiamento climatico… Vedo la grandezza del compito e la sproporzione con le proposte dei partiti, questa volta non solo italiani, ma ancor più vedo la perdita di consapevolezza della gente, soprattutto dei giovani, che non hanno vissuto certi momenti, che non possono ricordarsi… ma che non hanno nemmeno studiato un pochino di storia europea”.
“Perciò non voterai?”.
“Devo ancora riflettere, penso di sì, ma davvero non so ancora per chi. Tanto, anche se te lo dicessi, non lo scriveresti, perché non vuoi esporti su RMFonline. Però posso dirti per che cosa voterei: più unione politica e meno burocrazia, più sussidiarietà e solidarietà e meno speculazione, più lavoro e impresa e meno rendite finanziarie, più rispetto e meno relativismo morale, più educazione e meno lassismo, più cooperazione reale con i popoli tormentati dalla fame e dalle guerre e meno odiose strumentalizzazioni di questi grandi drammi, sia da parte dei buonisti, sia da parte degli egoisti. Vedi che so bene per cosa votare! Ma per chi?”.
“Capisco la difficoltà di decidere se guardi solo all’Italia. Tu sai che non ho una struggente nostalgia per il vecchio partito di ispirazione cristiana, che non oso nemmeno nominare, oggi. Ma ripenso al diverso equilibrio e al più deciso impatto, in Europa e nel mondo, che aveva allora, grazie agli italiani, l’Internazionale Democratica Cristiana, di cui dovrei fare un’apologia nemmeno troppo paradossale. Quelli che adesso si chiamano popolari e che sono oggi troppo egemonizzati dai tedeschi avrebbero bisogno di un contrappeso… E qui mi fermo perché i modi per rispondere possono essere ancora una volta un pochino diversi, perché di buona esperienza, per non parlare di ex, ce n’è da diverse parti”.
“Anche questo criterio è insufficiente, sarebbe come se, non sapendo darti prove decisive, mi rifugiassi nella banalità tautologica di uno slogan pubblicitario degno di un pinguino: scegli tu! Io vorrei vedere dei politici che sapessero rinunciare all’opportunismo, che avessero dei programmi impegnativi, non solo slogan, truci o accattivanti; la politica non può rinunciare a confrontarsi con la speranza di verità che sta nel cuore di ogni uomo, proprio tu non dovresti dimenticarlo! Continuerò a pensarci e a fare confronti e, per chi avrò votato, te lo dirò lunedì”.
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