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Attualità

PRIMA CAPPELLA/2 URGE UN PIANO DELLA MOBILITÀ

OVIDIO CAZZOLA - 16/05/2014

Credo si debba richiedere all’intelligenza degli amministratori pubblici di rispondere in termini razionali, non eludibili, alla richiesta estesa e appassionata dei varesini perché sia evitato il colossale errore della realizzazione dell’autosilo alla Prima cappella. Non è possibile procedere ancora ‘alla giornata’. Prima, negli anni ’90, con il ripristino della funicolare per il Sacro Monte e il rifacimento della galleria del Vellone. Oggi con un autosilo alla Prima Cappella.

È evidente a tutti che occorre un approfondito Piano della mobilità che interessi il Sacro Monte e il Campo dei Fiori. Che interrompa l’accessibilità selvaggia al Sacro Monte. La concorrenza (perdente e inaccettabile) fra la funicolare e gli autobus. Che organizzi a valle luoghi di parcheggio programmati per l’accessibilità al monte. Che ponga avvisi elettronici che favoriscano il comportamento ragionevole di ciascuno e impongano limiti.

Quando nel primo decennio del ‘900 la Grandi Alberghi di Milano ottiene l’autorizzazione degli allora Comuni autonomi di Santa Maria e di Velate per la realizzazione dell’Hotel Campo dei Fiori e del complesso di ville sottostante, costruisce la lunga strada di accesso per il servizio dei cantieri e il successivo accesso alla montagna. Un insieme coordinato e suggestivo funicolare-strada. Che libera, finalmente, da un penalizzante isolamento, Santa Maria.

Il progetto aveva una sua coerenza programmatica ineccepibile. Poi vennero le guerre e l’ultimo dopoguerra nel quale si perdeva la capacità di considerare, di conservare, di valorizzare il grande lascito ricevuto. La soppressione dei tram e delle funicolari fu la decisione più frettolosa. Il ripristino di quella del Sacro Monte, negli anni 90, un’operazione improvvisata al di fuori di un quadro programmatico d’insieme.

Con la necessità di ampliare costosamente la galleria tramviaria sotto la collina del Gaggio e di allargare il tracciato prima percorso dal solo tram. Rinunciando, senza opere particolari, a creare una più semplice linea di trasporto tramviario moderno. È da qui iniziata una indecente concorrenza fra autobus e funicolare con le passività che conosciamo per il funzionamento della funicolare. Con la tentazione ricorrente di chiuderne definitivamente il servizio.

Ma la questione di fondo è diversa. Ripeto le riflessioni che ho già fatto nel passato. Si tratta di riconsiderare l’importanza di Santa Maria del Monte. Quale è la sua storia, le ragioni del suo richiamo. La sua storia, superati i secoli del suo ruolo militare, è intrisa di ascendenza spirituale, di richiamo religioso. Intorno al Santuario e alla presenza delle Romite è nato un abitato.

La funicolare, oggi. Si devono sottolineare e riconoscere gli aspetti che ne riducono l’utilizzo. Cito i più evidenti oltre a quello della concorrenza degli autobus per piazzale Pogliaghi e dei veicoli privati: la necessità di dover raggiungere con il bus la stazione di base, il costo del biglietto, l’attività limitata, la mancanza di un collegamento con scala mobile fino alla vicinanza del Santuario, la scarsa offerta di attrattive della parte di abitato più vicina all’arrivo.

Nonostante le carenze che abbiamo ereditato è certo possibile limitare l’accessibilità dei veicoli privati ad un massimo accettato, prescritto più a valle con avviso elettronico, favorire con modalità preferenziali nei giorni di sabato e domenica l’accesso con la funicolare. Ma occorre un Piano completo e coerente dei sistemi di accesso e di sosta per raggiungere Santa Maria. Rispettandola.

L’autosilo che si propone alla Prima Cappella presenta tutte le negatività che sono state già segnalate. Le richiamo:

Il parcheggio previsto non è adiacente al sistema pubblico verso la funicolare di accesso a Santa Maria; i sistemi della mobilità vanno tra loro connessi garantendo lo scambio reciproco in adiacenza; il parcheggio previsto si troverebbe con accesso ed uscita nei pressi di due curve vicinissime con interferenza evidente con il percorso stradale e il rischio continuo di incidenti; richiederebbe una lunga fase di cantiere con scavi nella roccia e incidenza continua sulla mobilità su strada verso Santa Maria; le modalità di scavo potrebbero avere effetti negativi sulla conservazione strutturale e decorativa della adiacente chiesa dell’Immacolata.

Se siamo convinti che la funicolare non deve essere abbandonata come errore di gioventù dell’Amministrazione leghista di Varese, che l’accesso alla montagna, aspettando attivi e fiduciosi un destino adeguato per l’ex hotel Campo dei Fiori e il ripristino della sua funicolare, che sia raccomandabile la salita ‘lenta’ che riconquisti il desiderio di ammirare convenientemente la nostra straordinaria bellezza paesistica e il desiderio di spiritualità con l’ascesa al Santuario, la connessione con la veicolarità privata può essere solo attuata con un autosilo in piazzale Montanari.

Richiamo le ragioni che sostengono una proposta che data ormai da decenni.

La/le funicolari sono solo raggiungibili da piazzale Montanari; il collegamento da piazzale Montanari alla stazione di base della/e funicolari può/dovrebbe essere realizzato con vettura elettrica su binario come si proponeva opportunamente fin dall’attivazione della funicolare per Santa Maria, evitando la costosissima nuova galleria e la nuova ristretta strada; il bus di linea ferma la sua corsa in piazzale Montanari o prosegue fino alla funicolare; non si deve escludere che, in futuro, venga ripristinata una linea tramviaria a partire dalla zona dello stadio: i tram silenziosi, comodi, veloci stanno riconquistando l’Europa.

Non si può tenere un parcheggio/autosilo lontano dal percorso per la funicolare; perché tentare i veicoli a continuare la salita verso il Monte per evitare il dislivello e le scale per tornare a piedi verso piazzale Montanari? Perché creare difficoltà ad anziani e disabili? Il parcheggio alla Prima Cappella non servirebbe infatti solo ai pellegrini che volessero salire a piedi lungo la Via Sacra

 

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