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Opinioni

PRIMA CAPPELLA/4 DECIDERE INSIEME

ARTURO BORTOLUZZI - 09/05/2014

C’è una domanda importante da porsi: il Palazzo a Varese ha voglia di sentire il parere della città e dei Comuni limitrofi quando ha da assumere decisioni strutturali, oppure no? Sembra proprio che sia la seconda ipotesi a trionfare e questo l’ho notato una pluralità di volte e non solo in materia ambientale.

Per l’ennesima volta parlo del parcheggio sotto la Prima Cappella all’inizio della Via sacra varesina.

Nel corso degli ultimi tre anni molti articolisti di RMFonline on line ne hanno scritto, in piena indipendenza di giudizio e concordando nell’obiezione all’iniziativa. In città altri vi sono che vorrebbero e potrebbero parlare a favore e contro. Una audizione generale non sarebbe stata quindi senza partecipanti.

Vi sono fondate ragioni per le quali ritengo che un simile progetto non possa permettere una migliore e ordinata salita alla montagna varesina dei suoi innumerevoli visitatori. Per poter essere vincente, secondo me, il progetto deve essere condiviso. Il Palazzo, invece, ha deciso autonomamente quale debba essere il modo di risalita alla prima cappella del Sacro Monte: con l’auto privata. Ha così deciso di attivare la costruzione di un parcheggio e non ha affrontato altre possibilità differenti.

C’è stato dibattito popolare nei Comuni circostanti a Varese che ha avvalorato questa scelta? No e dispiace che il Palazzo non abbia risposto a quanto avevo scritto su questo giornale nel corso per esempio di febbraio 2013 o alle numerose lettere inviate. Ho letto che la commissione Lavori pubblici del Comune di Varese intende aprire un dibattito. Si sfrutti allora questa occasione per poter avviare un dialogo esteso quale è mancato nel PGT che potrebbe magari vedere imporsi, dopo un completo discutere, le ragioni del Comune. Non sia, invece, questa una iniziativa tardiva che soddisfi solo una ragione di comodo e non sia in grado di servire ad altro.

Dovrebbe, invece, essere l’occasione per trovare una soluzione comune – operatori privati – cittadini nell’interesse della città. Propongo che si parli non solo di mezzi di locomozione, ma di contenuti: perché un turista che proviene dal territorio o fuori da esso dovrebbe accedere alla montagna varesina? Come potrebbe farlo?

Va fatto un piano di valorizzazione e di recupero dell’edificato esistente sia storico, sia artistico. Si è lanciato da parte dell’associazione Varese Europea nel corso di un recente dibattito tenutosi a Santa Maria del Monte un piano per favorire l’albergo diffuso e si sono proposti correttivi della legge regionale in materia.

Questa sarebbe una battaglia condotta dal Comune di Varese. Occorre venga poi fatto un piano del traffico, collegato con un piano degli eventi da realizzarsi al Sacro Monte. Eventi di qualità che devono rispettare la sacralità dei luoghi e gli altri aspetti vocazionali della montagna varesina: prime di tutto l’eccellenza ambientale e l’alta qualità artistico monumentale. Eventi che devono avere carattere periodico.

Chi sarebbe chiamato a pagare? Perché possa farsi tutto questo, occorre che la politica chiami a raccolta tutti gli interessati, si stabilisca un piano, si diano dei compiti precisi e, soprattutto, dei tempi di attuazione.

Tra gli interessati ci sono gli attori economici ma ciascuno deve poter partecipare a un progetto del quale potrebbero gloriarsi tutti i cittadini dell’area varesina. Non può più essere solcata la strada, ormai perdente, secondo cui un Comune – ovvero una pluralità di enti pubblici – faccia tutto: progettazione e realizzazione delle opere necessarie. Il Comune dovrà essere un cofinanziatore e organizzatore e gli altri partners vanno individuati in un progetto che possa essere redditizio per il privato.

L’ente pubblico non ne ha né le forze economiche né quelle progettuali in via esclusiva per far partire e far continuare un progetto. Il citato piano del traffico faccia una valutazione dei mezzi disponibili per la movimentazione delle persone. Occorre che poi si faccia una differenziazione evento per evento. Personalmente ritengo che la funicolare debba essere il mezzo principe per poter risalire la montagna varesina (potendo così funzionare ed essere economicamente una iniziativa in attivo). Certamente, non ci deve essere la contemporanea concorrenza degli autobus. Il prezzo va contenuto. Ci deve essere un collegamento con la città, senza le attuali rotture di carico. Deve essere fatto un altro piano di movimentazione degli utilizzatori delle funicolari volta arrivati alla stazione di arrivo.

L’attuale politica dei parcheggi pare essere un retaggio dell’azione politica degli ultimi dieci anni: automatica, inconcludente e distruttiva.

Basta fare buche, come se da sole risolvessero i problemi che assillano Varese. Ci vuole intraprendenza politica, apertura al territorio, visione di lungo periodo.

L’ho già detto da vera e propria inascoltata Cassandra, in tempi non sospetti, al direttivo del Parco naturale del Campo dei Fiori, dopo il miope voto favorevole del Consiglio comunale di Varese: per poter riattivare le funicolare che per me era (ed è) il sistema più sostenibile per poter salire alla montagna varesina, occorreva assumere delle decisioni univoche che ancora (oggi) sono possibili. Decisioni che però vanno prese (ora che è evidente il bubbone pestilenziale) senza tentennamenti. Decisioni da assumersi possibilmente a seguito di un dibattito almeno d’area (perché il Campo dei Fiori interessa non solo Varese), nel corso del quale, con pari dignità, vadano ascoltate tutte le forze economiche e sociali; perché tutte possono e devono dare e essere d’accordo e perché solo un progetto condiviso di ampio respiro e a vantaggio di un ampio territorio, può essere vincente e rivoluzionario. Solo un piano con queste caratteristiche può partecipare ambiziosamente a più bandi di concorso sia nazionali che internazionali per il suo finanziamento.

Abbiamo bandi di concorso annuali per valorizzare i siti Unesco. Sfruttiamo queste occasioni per portare in avanti non un progetto di pochi ma invece uno del territorio che sappia coinvolgerlo e responsabilizzarlo.

Detto e ridetto: ho appoggiato fiducioso e senza remore il sindaco quando ha proposto in Varese Europea (in una logica quindi di area) di allestire culturalmente con opere di arte contemporanea la Via Monte Tre croci. Pensava egli con lungimiranza di coinvolgere artisti capaci di magnificare i particolari di un territorio pieno di scorci di alto valore, sotto la guida, esperta e dotta, di Giuseppe Panza di Biumo. Ho appellato quali miopi coloro che si sono dimostrati contrari, per partito preso, alla sua posizione. Questa era ed è la strada giusta da percorrere senza remore.

La politica lungimirante e aperta al territorio non deve avere paura fare delle scelte. Convincerla la platea sempre riportando importanti successi. Non può guardarsi in faccia a nessuno in questi casi; né lo si deve fare.

Questo non è il caso del parcheggio alla Prima Cappella. Non è il caso del parcheggio in villa Augusta. Non è il caso dell’albergo a Capolago. Non è il caso del castello di Belforte, e lo zero della caserma Garibaldi, lasciati crollare. Sono questi treni su cui non salire e che sono sinonimo di rovine e non certo di valorizzazioni.

I mezzi di movimentazione delle persone per la montagna varesina non vanno individuati attraverso una scelta preordinata come è stato. Forza, sindaco Fontana. Lei è persona che potrebbe guidare la politica locale perché non faccia gli errori del passato che troppo hanno frenato lo sviluppo della nostra città e della sua area e impedito rinascesse quel prodotto Varese, sinonimo di qualità, ospitalità e di efficienza che ha illustrato in passato la nostra città e che pretendiamo ne sia sinonimo ancora a pieno diritto.

 

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