Nella grande polemica sulla realizzazione del parcheggio alla Prima Cappella del Sacro Monte di Varese c’è un punto interrogativo rimasto senza risposta alcuna da parte di Comune, Regione e Provincia che sono i tre genitori apparenti dell’infrastruttura. Nessuno dei promotori finora ha detto forte e chiaro, alla luce del sole, perché la scelta è caduta su un terreno in curva, in zona panoramica, rocciosissimo, a due passi dalla fragile chiesa seicentesca dell’Immacolata e non sul sottostante Piazzale Montanari a lungo indicato da Palazzo Estense come il luogo meno invasivo e dunque più idoneo. Per giunta a un passo dal mini bus che porta alla stazione della funicolare. Fino al 2010 sembrava la soluzione più probabile e condivisa poi, d’incanto, è sparita dalla pole position e se ne è persa traccia. Sarebbe interessante che qualcuno del Palazzo, messi da parte i nervosismi e gli anatemi infantili, spiegasse una buona volta le ragioni vere di questa sparizione e motivasse una scelta capace invece, nella sua evidente assurdità, di animare una consistente fetta di opinione pubblica, fatto inedito e peraltro molto confortante in una città di solito assai tiepida e lassista nel dibattito sui propri destini.
L’accesso al Sacro Monte, come tutti sanno, è un problema antico che si è via via aggravato nel corso degli anni successivi alla chiusura delle funicolari. Cinque anni fa in occasione del centenario (primo weekend di luglio bagnato di pioggia) della breve strada ferrata, l’allora Parroco del borgo, da sempre sponsor del partito delle automobili, si disse favorevole alla creazione di un grande parcheggio a Piazzale Pogliaghi e nemico della funicolare giudicata “un cadavere che non può risorgere”. Per fortuna di tutti l’ipotesi venne spazzata via da una serie di inappellabili perizie tecniche. Alcuni progettisti perugini – Studio Sintagma se la memoria non ci inganna – prospettarono un parcheggio di 180 posti auto alla stazione delle funicolari. Usiamo il plurale perché tutti danno per morta e non più rianimabile quella del Campo dei Fiori. Secondo noi a torto ma vedremo in altra occasione il perché.
Si mise allora di traverso il Parco del Campo dei Fiori ma gli stessi progettisti si erano subito resi conto che la loro soluzione andava a inciampare nella vecchia galleria del tram di piazzale Montanari, già adeguata con costi salatissimi per consentire il passaggio dei piccoli bus di collegamento al Vellone. Per far superare alle auto lo stretto tunnel sarebbe stata necessaria l’adozione di un senso unico alternato regolato da semaforo con immancabili code fino a Oronco nelle giornate di punta e conseguenze facilmente immaginabili sulla qualità dell’aria e la quiete dei residenti. Fu allora che cominciò a prendere piede l’ipotesi del parcheggio oggi sotto accusa. In un primo tempo si parlò di 30 posti poi di molti di più mentre sbiadiva fino a sparire del tutto il sito di Piazzale Montanari. Di lì è partito l’accordo a tre, la fase progettuale, il finanziamento e anche un certo ridimensionamento del progetto peraltro costosissimo se è vero come è vero che i 91 posti auto previsti costeranno 35 mila euro ciascuno, al netto naturalmente di imprevisti e revisione costi naturalmente al rialzo come accade in ogni opera pubblica che si rispetti sotto l’italico cielo.
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