Sport

TRIBOLAZIONI BIANCO-BLU

ETTORE PAGANI - 02/05/2014

Inglesi che vengono, inglesi che vanno. Meglio che, a quanto pare, non arrivino proprio. E italiani che tutto vorrebbero meno che restare. Povera Pro Patria tribolata come non mai e con i tifosi che definire afflitti, sconsolati e, soprattutto, demoralizzati è certamente ottimistico.

Né la squadra né i tifosi tanta apatia se la meritano e, tanto meno, il blasone bianco-blu che, pur lontano dalle glorie passate, un sacrosanto apprezzamento se lo meriterebbe ancora.

Vivere di memorie non è mai gran cosa. Sopravvivere è meno ancora.

E il ruggito dei tigrotti, che pur si era nei tempi fatto sentire su tanti campi, è diventato afono.

Che i tempi siano grami è fatto incontestabile ma che a Busto proprio nessuno debba approdare almeno in grado di assicurare una certa tranquillità alla società e qualche speranza al riguardo sembra perfino illogico. Anche perché il tempo – se non altro – dei faccendieri del pallone non pare proprio tramontato.

E se un giro panoramico li vede ancora presenti, a Busto nemmeno quelli si affacciano. Ad onor del vero, questa si potrebbe considerare una fortuna, ma visto che il gioco del calcio di tali situazioni continua a pascersi, sia pure senza esaltazione di certi compromessi ci si potrebbe anche accontentare.

Insomma in mancanza del formaggio anche le croste diventano buone. Resta il fatto che nella Pro, i tempi di magra comunicano ad allungarsi troppo con il rischio di una disaffezioni generale. La squadra – senza esaltazioni – non merita disinteresse. Anzi si conquista sul campo i gradi di un pregio tanto più rispettabile in quanto capace di maturare nelle nebbie di un futuro indeciso. Non merita delusioni la squadra e non le meritano i tifosi che della loro passione devono fare un punto di forza per continuare a sostenerla.