La recente canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II ci ha rimesso davanti agli occhi la vicenda di questi due grandi protagonisti del XX secolo, che sono passati attraverso la tragedia della seconda guerra mondiale e la buia stagione dei totalitarismi. In particolare è impressionante considerare attraverso quali e quante sofferenze sia passato Karol Wojtyla, nella sua Polonia dilaniata negli anni della guerra dalla barbarie nazista e poi asservita, come tutta l’Europa dell’Est, per più di quarant’anni, al pesante giogo della dominazione sovietica, fino al crollo del muro di Berlino: un avvenimento che nessuno avrebbe, solo pochi anni prima, potuto immaginare e che non si potrebbe spiegare senza considerare l’azione di questo grande Papa.
Oggi noi ci troviamo a vivere in una Europa nella quale 28 stati, dal Portogallo all’Estonia, stanno faticosamente costruendo un’opera comune, rappresentata dalla Unione Europea, iniziata nel 1951 dal desiderio di pace e dallo slancio ideale dei padri fondatori, Monnet, Schuman, Adenuaer e De Gasperi.
Il 25 maggio saremo chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento Europeo: non possiamo sprecare l’occasione per dare il nostro contributo a questa grande impresa, occupati solo da beghe politiche di corto respiro o frastornati da rivendicazioni populistiche, che cercano di scaricare sul nemico di turno responsabilità che sono di tutti.
Sul tema delle elezioni europee Comunione e liberazione ha proposto un ampio documento dal titolo “Europa 2014: è possibile un nuovo inizio ?”, attraverso il quale dà il contributo che deriva dalla sua esperienza di comunità cristiana, cioè di luogo che educa ad un rapporto adeguato con la realtà e alla centralità, unicità e sacralità di ogni persona umana.
Il documento, redatto in 17 lingue e che vi invito a leggere collegandovi con il sito it.clonline.org,
termina affermando: “l’apporto del cristianesimo è anzitutto l’educazione a guardare la realtà in tutti i suoi fattori e quindi a recuperare quell’impeto ideale originario che si è offuscato nel tempo….se non sarà sorda a tale richiamo, l’Europa potrà rinascere….Il contributo che una rinata cultura europea può offrire a tutto il mondo è riporre al centro la domanda su cosa fa sì che un essere umano sia e si senta tale”.
Una questione che riguarda anche me.
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