Con un recente saggio edito da Armando nel dicembre del 2013 (prefazione di Stefano Zamagni), Piero Viotto affronta il problema del rapporto intercorrente tra la filosofia di Maritain e gli intendimenti e l’azione di Alcide De Gasperi, Una proposta politica. L’opera si presenta validamente documentata, densa di argomentazioni, convincente anche sotto il profilo dello stile e della chiarezza (sarebbe il caso di dire: come al solito). De Gasperi si colloca nel solco del cattolicesimo sociale sulla linea della Rerum Novarum, di Giuseppe Toniolo, di Luigi Sturzo e ha copiosa conoscenza delle correnti d’Oltralpe.
Laureato a Vienna in filologia moderna, giornalista, ha rappresentato gli interessi del Trentino al Parlamento di Vienna. Aderisce al Partito popolare di Sturzo e nel 1921 viene eletto deputato a Roma. Sciolto il partito, di cui è divenuto figura eminente, con l’instaurarsi al potere della dittatura fascista, subisce il carcere dal 1927, indi, sotto la vigilanza occhiuta della polizia, rimane a Roma e nel 1929 ottiene un posto d’avventizio pressola Biblioteca Vaticana.È durante questo esilio in patria che De Gasperi può seguire lo svilupparsi in Francia del personalismo.
I primi riferimenti a Maritain sono del 16 aprile 1934 inrapporto al settimanale Sept “palpitante di attualità e fervido di pensiero”. Un secondo richiamo è pertinente al manifesto Per il bene comune. Responsabilità dei cristiani nel tempo presente, redatto nello stesso anno dal filosofo francese. Commento di De Gasperi sulla Quindicina dell’Illustrazione Vaticana del 1° giugno: “L’idea della dignità della persona umana e della sua vocazione spirituale e quella del bene comune della città fondato sulla giustizia e sull’amore” divengono principio dinamico della vita sociale in contrasto coi miti della classe, della razza, della nazione o dello stato. Bisogna sbarrare la strada al comunismo, come avversare il misconoscimento disumano della dignità del mondo del lavoro e lo sfruttamento della religione in termini di strumento di governo temporale. La contrapposizione liberalismo-socialismo va superata e il radicamento va ritrovato nella vita morale oltre un’economia capitalistica fondata sulla fecondità del denaro e un’economia statalista.
Il volume Umanesimo Integrale di Maritain è pubblicato a Parigi nel 1936 (la traduzione in italiano sarebbe opera di Montini). Mentre nel Medioevo dominava una concezione cristiana sacrale del temporale, una cristianità nuova oggi impone che si affermino questi principi: il pluralismo, l’autonomia del temporale, la libertà della persona, di coscienza del cittadino di fronte allo Stato.
In “Strutture politiche e libertà” (del 1933) Maritain ha affermato la necessità di passare dalla libertà psicologica, dal libero arbitrio, alla libertà di agire in coerenza con la verità che si conosce e in Religione e cultura del 1930 aveva operato la distinzione tra l’agire in quanto cristiano, ove si tratti di evangelizzazione e l’agire da cristiano sul piano della cultura e della politica. La cristianità continua anche in una società secolarizzata. Lo Stato democratico non è neutro, come per il laicismo, bensì neutrale. Il 16 agosto 1935 De Gasperi sottolinea nella Quindicina in Maritain il concetto pluralistico della società civile e il 1° novembre la sostituzione della tesi separatistica Chiesa-Stato con quella della collaborazione.
Nella stessa data in merito all’invasione italiana dell’Abissinia conferisce rilievo al Manifesto dei cattolici di centro Per la giustizia e la pace, sottoscritto da Maritain e da altri noti docenti in contrapposizione al pacifismo radicale della sinistra, come al Manifesto della destra, ispirato al concetto dell’ineguaglianza essenziale della razza, che è un autentico sofisma. La giustizia è dovuta agli uomini senza eccezione di persona, razza o nazione: l’anima e la vita di un nero è altrettanto sacra di quella di un bianco.
Il 17 novembre 1936 ariguardo della guerra civile spagnola Maritain depreca il fatto che “si assassinano le coscienze coll’applicazione automatica e libresca del principio del male minore” e il 5 febbraio 1937 scrive il Manifesto Un grido d’allarme dei cattolici francesi in favore della Spagna martire: la Società delle Nazioni e tutti i governi, nel nome di Cristo, favoriscano ogni iniziativa di mediazione per mettere fine ad una delle più orribili calamità. Nella Quindicina del 16 giugno 1937 De Gasperi parla diffusamente del Comitato sorto per l’attuazione della pace religiosa e civile in Spagna e, nella prefazione ad un’opera del giurista spagnolo Mendizabal, Maritain si chiede se non sia una irreparabile calamità introdurre il mito della guerra santa negli attuali conflitti di cui soffre l’Europa.
Segue il capitolo intitolato La persona umana e il bene comune, opera di Jacques Maritain del 1947: l’uomo è interamente sociale, ma non secondo tutto se stesso, per cui come individuo è una parte subordinata alla società, ma come persona è un tutto che la trascende.
Venendo a conoscenza della conferenza di Maritain Gli ebrei tra le nazioni (5 febbraio 1938) De Gasperi afferma che il problema antisemita esiste da sempre: bisognerà trovare soluzioni nell’intelligenza e nell’amore.
Nel 1938 hanno termine i suoi servizi giornalistici e il 15 gennaio 1939 viene promosso segretario della Biblioteca Vaticana. Durante la seconda guerra mondiale stende il volumetto Le idee ricostruttive della Democrazia cristiana, incentrato sul tema della libertà politica come segno di distinzione del regime democratico sulla scorta delle idee maritainiane. Si tratta di una democrazia rappresentativa, espressa dal suffragio universale, fondata sull’uguaglianza dei diritti e dei doveri e animata dallo spirito di fraternità. Superata ogni forma di clericalismo e integralismo, fine della visione confessionale di uno Stato cattolico. A Maritain De Gasperi si ricondurrà anche nella conferenza Le basi morali della democrazia (Bruxelles, 20 novembre 1948): l’aspirazione a questo tipo di regime è senza dubbio di origine evangelica. La fratellanza presuppone la figliolanza dal medesimo Padre e quindi una uguaglianza qualitativa, non puramente quantitativa come in Rousseau o in Marx. A ciascuno secondo il bisogno e il merito.
Nella scelta referendaria su monarchia o repubblica nel 1946 De Gasperi segue una linea centrista, anche se personalmente è di convinzioni repubblicane, come Maritain nei suoi scritti di filosofia politica. Durante i lavori perla Costituente Maritainè a Roma coma Ambasciatore della Repubblica Francese presso il Vaticano, ma non interviene mai nelle nostre questioni interne, a parte il fatto che vorrebbe internazionalizzato il Trattato tra l’Italia ela Santa Sede.È una vittoria di De Gasperi l’inserimento dei Trattati Lateranensi nella Costituzione all’art. 7 (Togliatti ne riconosce il valore internazionale).
Il successo soverchiante della DC nelle elezioni politiche del 1948 è ottenuto anche grazie al concorso dei Comitati civici con pretesa di interferenze politiche, ma De Gasperi ha ben chiare le distinzioni maritainiane tra azione cattolica e azione politica, frena l’ala destra del partito e insieme contiene l’anelito dei “professorini” a misure ben più decise in termini di giustizia sociale. Nella cosiddetta Operazione Sturzo del 1952 promossa dal “partito romano” e da Gedda, presidente nazionale dell’AC, al fine di uno spostamento della DC verso destra, De Gasperi, disubbidendo a Pio XII, non sposa questa linea e viene umiliato dal Pontefice vedendosi rifiutata un’udienza.
In chiusura nell’opera di Viotto, assai ricca di particolari e di spunti di riflessione e di attualità, si trova l’intervento di De Gasperi al Consiglio nazionale della Dc (21 marzo 1954), in cui sono ribaditi i principi della laicità dello Stato e dell’autonomia del cristiano impegnato in politica, nonché le considerazioni conclusive sulle motivazioni filosofiche di una scelta politica: il pensiero di De Gasperi è più sturziano che maritainiano, ma interessanti sono comunque tutti i riferimenti a Maritain del periodo dell’esilio in Vaticano. Restavano fuori dell’ottica alcuni aspetti di politica sociale reclamati daLa Pirae Dossetti.
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