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Storia

LA GERMANIA SA COS’È IL SUO PASSATO

FRANCO GIANNANTONI - 02/05/2014

Schultz e Berlusconi

Il pregiudicato Silvio Berlusconi, in attesa di dare prova concreta di un suo ravvedimento civico, non ha trovato di meglio giorni fa che offendere tuttala Germaniaper personale propaganda, un Paese che per rinascere dalle ceneri in cui era caduta per mano del nazismo ha compiuto un profondo esame di coscienza assumendosi di fronte al mondo tutte le responsabilità.

Affermare infatti, come ha fatto l’ex cavaliere del lavoro in un incontro fra i suoi candidati alle elezioni europee, che per il popolo tedesco “non sono mai esistiti i campi di concentramento” prima che un gigantesco falso storico è un’autentica bestemmia.

La memoria del tragico passato è sempre stata per il cittadino tedesco il punto di riferimento della vittoriosa rinascita. Mentre in Germania fin dalle prime classi delle scuole elementari si insegnanola Shoahe i crimini delle SS, in Italia, tanto per fare un esempio, i massacri del fascismo in Libia, in Etiopia, nei Balcani, nel tempo della feroce RSI, sono cose ignote (qualche cenno ai Licei).

Ho un ricordo personale che ben si addice a riflettere attorno a questo tema: quando negli anni ’90 Manfred Steinkhuler, Console Generale di Germania, socialdemocratico, ebbe notizia che nel cimitero militare tedesco di Costermano sulla sponda veronese del lago di Garda, dove giacciono i resti di migliaia di caduti sul fronte di guerra italiano, in gran parte ragazzi della Werhmacht, era sepolto Christian Wirth “il cristiano selvaggio”, il primo a sperimentare le gassazioni degli ebrei su mezzi mobili (in genere autocarri), il boia di Treblinka e della Risiera di San Sabba a Trieste, ordinò che quel corpo venisse rimosso e trasferito “per il dovuto rispetto all’amico popolo italiano”. Un boia non poteva restare in Italia. Chiaro? In luogo di tacere, l’alto diplomatico tedesco impedì con il suo gesto che la memoria venisse sconciata.

La figuraccia del Nostro, rapidamente sparita dalle prime pagine dei giornaloni, ha avuto una vasta eco in Europa mentre nelle stesse ore una gazzetta locale esaltava in un tragicomico (ci sarebbe da piangere) editoriale di prima pagina dal titolo “Il giaguaro è tornato e colpisce” “il carisma potente e battagliero” dell’imprenditore brianzolo.

Vergognoso eppure vero!

La provocazione televisiva – è noto – ha avuto come bersaglio Martin Schulz, l’ex capo dei socialisti tedeschi, poi Presidente del Parlamento europeo e ora candidato alla Presidenza della Commissione, già vilmente insultato anni fa dal leader di Forza Italia con l’epiteto di potenziale “kapò” (sbirro dei campi di sterminio). “Ho un amico che in Italia sta girando un film sui campi di concentramento -aveva detto nell’aula del Parlamento l’ometto al fianco di un esterrefatto Gianfranco Fini – la proporrò per la parte di kapò”.

Schulz che sta girando il continente visitando per l’appunto i campi delle nefandezze tedesche si è limitato a commentare che “Berlusconi è sinonimo di odio, invidia, litigio”. Più o meno sulla stessa linea e con gli stessi toni altri esponenti politici, alcuni disposti ad espellere il leader di Forza Italia e la sua pattuglia dal Partito Popolare Europeo..

La cancelliera Merkel, bersaglio di battutacce in altre circostanze dall’esponente del centro-destra italiano, imbarazzata la sua parte, ha saggiamente taciuto. Un silenzio esemplare confortata, la Merkel, dalla certezza che quell’attempato signore non rappresenti l’Italia.

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