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Cara Varese

UN LIBRO CLUB PER TUTTI

PIERFAUSTO VEDANI - 02/05/2014

Chi scrive un libro dedicato alla propria comunità offre un prezioso servizio alla cultura, inoltre affida e assicura il ricordo di sé alle future generazioni che avranno avuto attenzione alla storia del loro mondo piccolo.

Me lo sono detto riordinando la mia piccola, lacunosa biblioteca bosina dove volevo trovare la migliore collocazione possibile alle opere di Alba Bernard, carissima collega e amica sin dagli anni50 inquel di Como, dove lavoravamo al “Corriere della Provincia”. Alba se ne è andata nei giorni scorsi lasciando alla comunità varesina, della quale faceva parte da alcuni decenni, il dono di alcuni libri che aveva scritto con amore e competenza.

Varese ha una bella e lunga tradizione di storici di grande profilo ai quali si sono affiancati cronisti capaci di avvicinarsi a un livello letterario e a un sapere storico degni della massima attenzione. Alba era una di loro, giornalista e scrittrice di uno spessore nutrito anche da grandi doti di ricercatrice: è stata bene accolta nell’ambiente degli studiosi, aveva la stima di Ambrosoli e Armocida.

Nella mia biblioteca bosina ci sono opere di vario genere che hanno contrassegnato il tempo della mia esperienza professionale, iniziatasi nel 1963. Erano gli anni del boom economico che aveva al suo interno pure una esplosione di stampo sportivo ai massimi livelli nazionali: fu così che energie e risorse pubbliche vennero sottratte alla cultura, nacquero grandi polemiche, alla fine sembrava che fossimo una città di cucù quando invece fervori associativi e individuali, il filone degli storici e di chi scriveva alla fine assicuravano in realtà un dignitoso galleggiamento nelle acque della cultura.

Per evitare omissioni che potrebbero costarmi una doverosa e meritata lapidazione, al momento non faccio i nomi di tutti coloro che hanno combattuto e combattono la buona battaglia, ma oggi vorrei affiancare al ricordo di Alba un abbozzo di progetto teso a vedere i tanti benemeriti della scrittura e degli studi più uniti nella loro attività. Può essere utile una piccola finestra dalla quale affacciarsi, per far meglio conoscere la loro azione.

Padre Gianni in questi giorni ha scoperto di essere un uomo d’avventura dell’etere, almeno così sostengono con pagine di verità a pagamento i riccastri del club Montecarlo, ma da serio professionista della povertà francescana, quella che vince sempre, il nostro Gianni non avrà difficoltà a riservare un tetto, un tavolo e le sedie alla gente di penna che vorrà riunirsi per dare vita a un LibroClub, semplice luogo di comune riflessione per chi ama lo scrivere e il servizio alla città.

La casa c’è, chi la vuole abitare deve essere ricco solo di idee, di amore per Varese e di buona volontà; sarà inoltre garantita una certezza: l’indisponibilità a ruoli di qualsiasi ordine e grado da parte mia. Sono sempre stato un disastro organizzativo. E un cronista in fuga da velleità letterarie.

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