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Cara Varese

RIEMPIRE I CONVENTI VUOTI

PIERFAUSTO VEDANI - 11/04/2014

Le segnalazioni pervenute erano numerose, la selezione e la scelta sono state come di consueto scrupolose e come sempre la Fondazione della Cariplo è stata generosa: oltre sette milioni sono stati assegnati al Varesotto. Si tratta di stanziamenti che hanno importanti obiettivi sociali, scientifici e culturali come una adeguata sistemazione, a Palazzo Verbania di Luino, degli archivi di Piero Chiara e Vittorio Sereni; il polo museale del Medioevo nel Seprio a Cairate; il centro multiservizi per disabili alla Brunella, Fondazione Piatti; l’Istituto Insubrico di ricerche per la vita di Gerenzano; infine il contributo (un milione di euro) al seminario arcivescovile di Milano per la riqualificazione dell’ala ex Liceo della sede di Venegono Inferiore.

Proprio questa scelta, che ha tutti i crismi, ha fatto ricordare la situazione non facile dei seminari della nostra zona, in particolare di Varese dove nel giro di pochi anni ha chiuso i battenti quello di Masnago seguito da quello della Brunella. Due istituzioni care non solo al clero e ai fedeli di due quartieri, ma all’intera comunità, inoltre erano e sono due poli edilizi e ambientali bene inseriti nel contesto urbanistico però non accomunati nella stessa felice sorte al momento del cambio di proprietà o di destinazione d’uso. Mentre infatti alla Brunella senso e fini cristiani non sono andati persi perché vi fanno capo attività sociali, assistenziali e riferimenti religiosi, Masnago con il suo enorme parco, la villa storica, uno chalet e la vasta struttura dell’ex seminario è rimasto vittima della scarsa fantasia dei burosauri di Palazzo Estense. Non credo di esagerare visto che hanno trasformato il complesso in una sede assessorile. Considerata la fine che oggi potrebbero fare Villa Mylius e annesso megaparco si potrebbe cominciare a discutere di una incapacità congenita di plotoni di bosini nella gestione della Città Giardino.

Ma oggi il soccorso finanziario della Cariplo al seminario di Venegono dovrebbe anche ricordare al pianeta cattolico nazionale e di casa nostra l’accenno fatto da Papa Francesco alla disponibilità di conventi vuoti per dare umana accoglienza agli immigrati per i quali obiettivamente la Chiesa fa già molto raccogliendo l’invito evangelico di Gesù.

La via francescana di Papa Bergoglio piace molto, ha ridato slancio e speranza ai fedeli, ha riproposto a tutti la ricerca, la pratica dell’amore e della trasparenza in qualsiasi azione, ha cacciato i suoi mercanti, ha fatto ritrovare il gusto della semplicità, della purezza dei sentimenti, della verità.

Ed è vero che nel nostro Paese molti conventi sono chiusi e non possono essere riutilizzati come è avvenuto a Varese. Sono edifici che potrebbero accogliere almeno mamme e piccini in fuga dai nativi luoghi di sofferenza. È un progetto che presenta ostacoli di varia natura comunque è bello che un papa ci abbia pensato. È un progetto che ha un rischio enorme. Quello di una collaborazione insincera da parte della politica: infatti è impensabile gestire un’accoglienza di grande portata e di notevole profilo umano senza una forte e attiva presenza dello Stato. E chi oggi si fida ancora degli Alì Babà del governo centrale e di qualche altro regionale?

 

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