Questa volta a Varese pare sia più difficile interpretare una lettera della Direzione dei Beni Culturali della Lombardia che decriptare i geroglifici di un papiro ritrovato nei meandri di una piramide egizia. Stiamo parlando della Caserma Garibaldi, del suo destino e del futuro dell’intera Piazza Repubblica. Per settimane gli Amministratori Comunali, sindaco Fontana in testa, hanno atteso col fiato sospeso il pronunciamento della Sovrintendenza sulla proposta del Comune di abbattere in tutto o in parte la pericolante Caserma Garibaldi per costruirvi lì il futuro teatro. Arriva o non arriva questo parere? Intanto per facilitare le cose (o per forzare la mano) il Presidente della Regione Roberto Maroni, senza andare per il sottile, delibere o non delibere, promette un contributo regionale di 15 milioni per il teatro. Offerta non certo trascurabile, tale da creare e da mettere subito in movimento un comitato per l’accordo di programma con tanto di segreteria tecnica e coordinamento da parte della Regione (già tramontato?).
Finalmente giunge il parere della Direzione Regionale della Lombardia per i Beni culturali, architettonici e paesaggistici letto con un certo strabismo culturale. Per il Sindaco Fontana, soddisfazione piena, giù i veti e sì ai lavori nella ex caserma. Quindi avanti con la progettazione che potrebbe essere pronta in una diecina di giorni (sic, un progetto dato più volte per “quasi pronto”). Per i consiglieri del PD e per Alessio Nicoletti invece siamo davanti ad una concreta bocciatura perché trattasi di soluzione incompleta, avulsa da una totale riqualificazione della Piazza Repubblica.
Infatti nel documento del braccio regionale del Ministero dei Beni culturali si legge che… “lo studio prefigura un’unica proposta”…” invece dovrà essere approfondito per offrire l’opportunità di valutazioni tecniche e di costo alternative che consentano di vagliare l’efficacia… delle possibili differenti soluzioni”. E più avanti, ….”si possono studiare ipotesi progettuali atte a rendere congruenti la presenza storica con le nuove, socialmente importanti funzioni, che il Comune intende porre in atto”.
Più precisi di così. Ci viene detto: studiate la riqualificazione dell’intero comparto urbano della piazza; prevedete diverse soluzioni progettuali badando alle meno impattanti e onerose; escludete l’abbattimento della Caserma che andrà recuperata e restaurata. Fatto tutto questo il Comune dovrà nuovamente chiedere il parere del Consiglio Superiore dei Beni Culturali per ottenere il via libera.
Non ci sono scorciatoie e pare si torni a seguire le strade maestre. Vedremo quale consistenza pratica avrà lo “storico” incontro della triade verde leghista Maroni, Fontana, Galli conclusosi il 31 marzo con un protocollo d’intesa per il teatro di domani: il cantiere sarà aperto entro la fine del 2015.
Gli smaliziati cittadini di Varese da tempo hanno imparato che accordi di programma e men che meno preliminari “protocolli di intesa” si negano a nessuno. Vedansi gli accordi per la costruzione della nuova stazione unificata delle Ferrovie ed altri gratuiti annunci buoni per i titoli sui giornali. Certo i 15 milioni della Regione non sono noccioline ed è evidente l’intendimento di Maroni di dare la sveglia ai colleghi che presiedono Comune e Provincia se non altro per risollevare i fasti un po’ in declino della Lega. Del resto solo il Presidente della Lombardia ha il sostegno di una delibera di Giunta Regionale mentre il Sindaco mette sul piatto solo la sua “‘intenzione” di sborsare due milioni di euro e le proprietà comunali (Caserma e sedime dell’ex mercato coperto). Ancora meno affidabili istituzionalmente le “intenzioni” di Dario Galli, commissario di una moritura Provincia.
Tuttavia “avanti tutta” e spetterà al Comune predisporre, è detto entro settembre, lo “studio di fattibilità tecnico-economica e finanziaria riferita all’intero programma di interventi previsti nel comparto”. Operazione delicata e tutt’altro che semplice tenendo conto della confusione di propositi e di idee che si muovono sotto in nostro cielo. Il Comune vorrebbe il nuovo Teatro nella ristrutturata ex caserma destinando l’area del quasi teatro attuale alla costruzione di una palazzina per il Comando dei vigili urbani. Più complesse le destinazioni dell’ex Collegio Sant’Ambrogio ad avvenuto trasferimento dell’Università. Collocare ambulatori e uffici dell’Asl ora operanti in Via Ottorino Rossi, che l’Università vorrebbe liberi, funzionali per le sue esigenze? Una soluzione interessante che negherebbe però la destinazione della preziosa area di proprietà della Provincia a investimenti privati lucrosi ed appetibili.
Torneremo sull’argomento di ampio interesse trattandosi del futuro di un ganglio urbano di enorme importanza.
Fin da ora è facile capire che andranno reperite diverse diecine di milioni da investitori privati per integrare la spesa di tutte la sistemazione del comparto ( il teatro, finanziato dagli enti per meno della metà della somma occorrente, il recupero complessivo della caserma, la riqualificazione della piazza e della viabilità ). In parole brutali bisognerà offrire trippa per i gatti. A occhio la trippa si ritrova offrendo l’area dell’ex mercato coperto, quindi niente caserma di Vigili. Oppure le aree dell’ex Sant’Ambrogio, quindi niente trasferimento Asl. E sopratutto niente destinazione a Collegio Universitario, una occasione già mancata quella di portare a vivere nel cuore della città centinaia di studenti dell’Insubria relegati nel campus di Bizzozero. Ma una opportunità ancora da non scartare.
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