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Attualità

LA MALEDIZIONE DELLA PEDEMONTANA

GIANFRANCO FABI - 04/04/2014

La posa del ponte della Pedemontana sulla A8

Ci deve essere veramente qualche spirito maligno che si nasconde dietro al solo nome della Pedemontana. Negli ultimi giorni è arrivata la notizia di forti difficoltà di finanziamento per proseguire i lavori iniziati due anni fa, difficoltà che si aggiungono infatti ad una lunga serie di ritardi, polemiche, passi falsi e incertezze procedurali. C’è da chiedersi: ma quando si inizia un’opera così importante non sarebbe necessario avere la certezza progettuale e finanziaria di poterla far giungere alla fine? Non solo perché un’opera lasciata a metà rende massimi i costi e i disagi senza apportare alcun beneficio, ma anche perché soprattutto in un fase come questa bisognerebbe avere la massima attenzione nello spendere i soldi pubblici.

Ebbene rischiamo di restare solo con una breve bretella tra Gallarate e Lomazzo, utile per collegare Malpensa con l’autostrada per la Svizzera, ma che non risponde per nulla alla necessità di mettere in relazione la provincia di Varese con le aree ad Est sgravando il trafficatissimo nodo delle tangenziali milanesi.

Ma c’è di più. Il blocco dei finanziamenti rischia di interessare anche la tangenziale di Varese per la quale sta per essere completato il tratto tra Gazzada (A8) e il Ponte di Vedano. Un’opera di pochi chilometri, ma che si presenta ciclopica nella sua esecuzione. Doppia carreggiata, una doppia grande galleria, ponti imponenti: là dove c’era l’erba ora c’è una grande autostrada che servirà a ben poco, se non a spostare di qualche chilometro gli ingorghi, almeno finché non verranno completati sia gli svincoli del Ponte di Vedano, sia e soprattutto, la tratta tra la Folla di Malnate e Gaggiolo. E peraltro da parte svizzera è fermo il progetto di completamento del raccordo autostradale tra Mendrisio il confine (ora realizzato fino a Stabio) in attesa delle decisioni italiane per non correre altri rischi dopo le inadempienze italiane sulla ferrovia Arcisate-Stabio.

Non sono un tecnico, ma mi si permetta una domanda. Erano proprio indispensabili lavori così imponenti tra Gazzada e Castiglione Olona? Forse si sarebbe potuto in maniera molto più economica allargare o anche raddoppiare il raccordo esistente che passa in gran parte tra i boschi e quindi avrebbe avuto spazi di razionalizzazione senza dubbio sufficienti. L’impressione è che la passione del cemento e del gigantismo abbia fatto presa sui politici e sui progettisti.

Resta comunque il fatto che il cammino delle nuove costruzioni resta sempre più difficile. E allora si può veramente parlare di maledizione perché di autostrada destinata collegare Varese con Bergamo si era cominciato a parlare negli anni ’60. Si era costituita una società, si erano elaborati progetti, si erano organizzati convegni e discussioni. Ma tutto era rimasto fermo. Fino all’avvio di un progetto di Pedemontana più a sud, utile, ma non a affrontare i nodi dei collegamenti tra i due capoluoghi di provincia. E quella strada tra Varese e Como è rimasta e continuerà ad essere le più intasate del mondo.

 

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