Le piazze delle città italiane da qualche mese ospitano un insolito spettacolo: gruppi di persone che vegliano in piedi per un’ora, fermi, in silenzio, con un libro in mano. Sotto gli ombrelli se piove, con il bavero alzato se tira vento, con i guanti e la sciarpa se il freddo punge. Una presenza silenziosa ma visibile, che attira gli sguardi e le domande dei passanti, e una buona dose di simpatia per un dissenso espresso con tanta discrezione ed eleganza. Perché di dissenso, e ben deciso, si tratta.
Sono le Sentinelle in Piedi, gruppi spontanei – apartitici e aconfessionali – che si ispirano ai Veilleurs debout francesi. Il loro sito recita: “Sentinelle in Piedi è una resistenza di cittadini che vigila su quanto accade nella società e sulle azioni di chi legifera, denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà”.
E sabato 29 il neonato gruppo varesino sarà in piazza Monte Grappa dalle 17,45 alle 18,45 per richiamare l’attenzione sulla proposta di legge Scalfarotto, approvata alla Camera e ora in Commissione Giustizia al Senato, un testo che introduce il reato penale di omofobia.
“Il provvedimento” sottolinea il comunicato stampa diffuso in questi giorni dalle Sentinelle “viene presentato come necessario per fermare atti di violenza nei confronti di persone omosessuali: ma il nostro ordinamento giuridico punisce già qualunque atto di aggressione e la Costituzione tutela già tutte le persone in quanto tali”.
Qual è il rischio? Che non specificando cosa si intenda per “reato di omofobia”, questa legge introduca in realtà il reato di opinione, implicando la denuncia di chiunque affermi pubblicamente che la famiglia naturale è fondata sull’unione tra uomo e donna, che un bambino per crescere ha bisogno di un papà e di una mamma (e dunque sia contrario alle adozioni da parte di coppie omosessuali), o si esprima pubblicamente come contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Sentinelle in difesa della libertà di opinione e di espressione, più che “contro” qualcosa o tanto meno “qualcuno”, dunque. “La nostra” si legge nel sito “è una rete apartitica e aconfessionale: con noi vegliano donne, uomini, bambini, anziani, operai, avvocati, insegnanti, impiegati, cattolici, musulmani, ortodossi, persone di qualunque orientamento sessuale, perché la libertà d’espressione non ha religione o appartenenza politica, ci riguarda tutti e ci interessa tutti.” Proprio per questo nessun simbolo né vessillo è ammesso, a sottolineare il fatto che la proposta è per tutti e aperta a tutti.
“La libertà di espressione” ribadisce il comunicato “ è un diritto che va preservato, per tutti, prima che sia troppo tardi. La veglia delle Sentinelle è una testimonianza pubblica per sensibilizzare le coscienze al riguardo. Vegliamo in silenzio oggi per essere liberi di esprimerci domani.”
Per approfondire: www.sentinelleinpiedi.it
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