Lo scarico abusivo di eternit è diventato un problema che deve essere affrontato dai Comuni in maniera condivisa e comunque con il supporto scientifico dell’Asl competente per territorio. È la legge regionale della Lombardia che specifica ciò e ad affermare che le Asl devono essere attrezzate a svolgere questo ufficio di supporto.
Ho verificato che le Asl in provincia siano munite di cartucce idonee e sufficienti per poter a realizzare i compiti loro imposti dalla Legge regionale. A tal fine ho parlato con il dottor Paolo Bulgheroni, disponibile e prezioso responsabile del servizio di igiene e sanità pubblica, che mi ha confermato come i singoli dipartimenti territoriali della Asl in provincia di Varese abbiano tutti gli strumenti per informare il pubblico che ne abbia bisogno.
Ultimamente è stato proposto da cittadini di dare vita uno sportello unico dei Comuni del medio Olona sulla questione dello scarico abusivo di amianto. Tutti i Comuni sollecitati hanno preso una posizione contraria, affermando che già gli uffici di ogni Comune si occupano del problema e che il costituire uno sportello unico sarebbe stato un inutile doppione.
Ritengo che la mole dello scarico abusivo faccia comprendere da sola come non possa essere demandata solo agli uffici comunali ovvero ai siti Internet dei Comuni, la informazione ai cittadini. Serve molto di più. Servono iniziative speciali.
Lo scarico abusivo nasce in molti casi dalla disinformazione e dalla paura, spesso ingiustificata, di ricevere multe con una semplice denuncia che, invece, se fatta, metterebbe al sicuro chi la effettuasse.
Altra questione, è quella dell’individuazione di chi possa provvedere allo smaltimento dell’eternit. Il compito più importante dei Comuni lombardi non è quello di pagare lo smaltimento, bensì di trovare la società autorizzata che possa provvedere a quest’opera con il minore esborso sociale. Un tale traguardo può essere raggiunto con maggior facilità, se i Comuni che si muovessero a questo fine fossero in numero molto elevato. Maggiore è la domanda; minori sono i costi richiesti.
Occorre quindi capire, in breve tempo, i termini del cosiddetto sportello amianto che si propone di costituire. La legge regionale stabilisce compiti precisi per i Comuni, sia, al riguardo dell’informazione del corpo sociale, sia, al riguardo del risparmio economico per i cittadini. Se lo sportello fosse il mezzo per raggiungere questi scopi, senza inutili esborsi che rischierebbero di non servire allo scopo, sarebbe un’iniziativa positiva.
Ho così scritto a molti dei sindaci dei Comuni del medio Olona, chiedendo loro di rivedere la propria posizione di contrarietà allo sportello, anche alla luce delle emergenze in corso. Una loro disponibilità in questo senso potrebbe renderli trascinatori del territorio provinciale. Ho chiesto loro (e per conoscenza al presidente della Regione Lombardia) anche di dimostrare la propria virtù rendendosi attori nell’applicazione in forma diffusa della normativa regionale che in appresso citiamo.
Lo scarico abusivo – resto convinto – si potrà fermare allorquando si potrà rendere più economicamente sostenibile lo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto. A questo fine ogni Comune è chiamato dalla Regione Lombardia a poter agire in maniera autonoma anche – lo preferisco – formando l’accordo degli altri. La Legge Regionale n. 17 del 29/09/2003 – Norme per il risanamento dell’ambiente, bonifica e smaltimento dell’amianto. Legge regionale 31 luglio 2012, n. 14 – all’Art. 4 comma 4 bis è detto: “I comuni, nel rispetto dei requisiti previsti dalla normativa vigente per le imprese che si occupano di smaltimento e rimozione dell’amianto, possono stipulare convenzioni con le imprese di ritiro e smaltimento dei rifiuti al fine della raccolta in sicurezza di piccoli quantitativi di rifiuti contenenti amianto”.
I Comuni debbono, individuata una esplicita disposizione di legge, darsi autonomamente da fare per risolvere in fretta un problema che ha proporzioni sempre maggiori.
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