In esecuzione dei nostri compiti istituzionali di salvaguardia dei valori ambientali, paesaggistici e culturali del territorio e in ordine alla prospettata ipotesi espressa dal Comune di Varese di abbattere in tutto o in parte la caserma Garibaldi abbiamo posto alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesistici della Lombardia (lettera del 24 gennaio 2014) un quesito sullo stato vincolistico dell’immobile al fine di esprimere in modo documentato la nostra totale contrarietà al progetto di abbattimento totale o parziale.
Nelle more di una risposta della Soprintendenza abbiamo notizia che quest’ultima si sia rivolta al Ministero dei Beni Culturali al fine di acclarare definitivamente il regime vincolistico della Caserma Garibaldi.
Pertanto, in assenza di riscontro della Soprintendenza, riteniamo opportuno richiedere direttamente al Ministero chiarimenti sull’esistenza e l’entità del regime vincolistico per cui ne risulti consentita o meno la demolizione totale o parziale della caserma Garibaldi.
Precisiamo le nostre ragioni di contrarietà all’abbattimento totale o parziale della caserma.
L’edificio in questione, che comunque è ritenuto un esempio pregevole di architettura militare ottocentesca, di fatto costituisce poi l’unico elemento residuo dell’architettura originaria della Piazza della Repubblica, storicamente adibita a mercato cittadino, che è stata “rifatta” recentemente sostituendo una piazza viva con una landa desolata il cui il disegno architettonico è stato totalmente condizionato dalle emergenze di un nuovo mega-garage sotterraneo.
Con l’occasione è stato demolito anche il vecchio mercato coperto in stile Liberty, contribuendo alla dissoluzione degli equilibri ambientali storici pesantemente compromessi anche dalla costruzione del nuovo centro commerciale che occupa il lato della piazza opposto alla Caserma.
Diviene dunque decisivo conservare al massimo nella sua struttura originale e interezza almeno il versante della piazza costituito dalla Caserma Garibaldi.
Va poi precisato che l’esigenza di abbattere la Caserma Garibaldi deriva da un progetto del Comune di Varese che intendeva realizzarvi un teatro per il quale, non essendoci adeguate risorse bisognava far ricorso ai privati.
Tuttavia le eccessive pretese di volumetria di questi ultimi avrebbero definitivamente compromesso gli equilibri architettonici storici di un’area delicatissima e significativa del centro città.
La detta destinazione a teatro dell’area della caserma ha comunque condizionato la manutenzione dell’edificio, il cui deterioramento attuale è dovuto anche alla presunzione che l’immobile dovesse abbattersi in tutto o in parte per costruire il teatro. Di fatto poi la descritta situazione di degrado si è sommata al deterioramento già sviluppatosi durante la proprietà demaniale.
Posto infine che l’abbattimento totale o parziale della Caserma Garibaldi è funzione della destinazione finale da attribuire all’immobile è perfino banale sostenere che lo stesso venga destinato a funzioni che richiedano le soluzioni più semplici di restauro.
Queste funzioni risolvono comunque anche esigenze reali e rilevanti della collettività e consentono altresì di realizzare consistenti risparmi di risorse economiche.
Maud Ceriotti Responsabile delegazione di Varese dell’Associazione Verdi Ambiente e Società
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