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Storia

LE CARCERI DI VARESE

FERNANDO COVA - 20/03/2014

L’antico Palazzo Pretorio, sede anche delle carceri

Le vecchie carceri di Varese, annesse al palazzo Pretorio, tuttora esistente in piazza Podestà, si trovavano all’imbocco dell’attuale via Romagnosi, allora via san Giovanni alle Carceri. In questa porzione di edificio vi erano le sale e gli uffici di giustizia e al piano superiore le carceri vere e proprie. In questa via nel 1615 é segnalata una delle più antiche strutture ricettive di Varese, l’osteria della Cerva.

Palazzo Pretorio fu votato dalla Comunità nel 1566 ed edificato e concluso nel 1569 secondo

il documento del 4 maggio del medesimo anno rogato dal notaio Cesare da Castiglione. Nel 1780 la cittadinanza reclamò un “generale assetto” ed una più decorosa destinazione di queste vecchie carceri.

Nel 1786 si propose all’autorità statale il trasloco nel sopprimendo monastero delle Benedettine di sant’Antonino, la risposta del Magistrato arrivò, more solito, solo il 5 aprile 1790: Dilecte noster, badate se si possa restringere qualche poco l’idea proposta e la spesa. Ma non se ne fece nulla se non ricevere successivamente una nota di novecentoquarantasette lire, quindici soldi e tre centesimi per riparazioni ordinarie e straordinarie effettuate negli anni 1798-1802 da porsi a carico dei centoquarantasei comuni che mandavano i loro prigionieri nelle carceri pretorie della “Magnifica Comunità di Varese”.

Nel 1851 la Direzione provinciale delle pubbliche costruzioni, accogliendo le rimostranze del Municipio, conveniva sull’opportunità di traslocare nell’ampio caseggiato di proprietà Parravicini in via Vetera, ma ciò non avvenne.

Negli anni 1858-1860 si presentano progetti per un migliore assetto delle carceri ma le risposte sono sempre negative. Il Municipio, nel 1862, per impegnare il Governo alla costruzione del nuovo carcere dà a questo “licenza di finita locazione” per i locali destinati a carcere. Ne nasce una gran confusione con la minaccia governativa di trasportare la sede del Tribunale circondariale a Gavirate. L’ispettore governativo Vazio, recatosi sul posto per una verifica, stila una reprimenda al Municipio che vuole forzare la mano al governo nella decisione relativa al collocamento delle carceri e sostituire tanto quanto il proprio non chiamato e non competente giudizio sulla scelta che incombe al Ministero.

Il nostro Municipio non demorde e promuove un contenzioso ed alla fine del 1862 il Governo ufficialmente annunciava la designazione dell’area su cui costruire il nuovo carcere, alla “Colombera” di proprietà Talamone.

A partire dal 1863 l’Amministrazione Comunale non perde occasioni per protestare ed insistere vivacemente contro le lentezze burocratiche del Governo, che a fronte dei termini posti dal Comune, risponde con reiterate domande di proroghe di locazione.

Finalmente il giorno 11 novembre 1873 il Governo ufficialmente preannuncia la pronta costruzione del nuovo carcere, avendo incaricato l’Ufficio del Genio civile governativo per il pronto allestimento del relativo progetto.

Nel 1874 Brambilla descrive le carceri: Sono anguste, trasandate, insalubri e disadatte; e sensi di umanità vogliono che si provveda a ricostruirle. Per vero dire si ebbero già ordini ministeriali per l’erezione di un nuovo carcere, ma finora nulla s’é fatto.

Nel gennaio 1890 Luigi Zanzi commenta: Qualche mese ancora, e finalmente, dopo una trentennale attesa, le vecchie carceri nel Palazzo Pretorio verranno sgomberate: gli umidi cameroni, i cortiletti angusti e oscuri, le topaie cadenti scompariranno sotto l’azione del piccone rinnovatore… nella nuova sede, tranquilla e soleggiata, e nelle celle pulite e provvedute di caloriferi… Finalmente. Quante similitudini con la vicenda attuale.

 

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