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Apologie Paradossali

FAMIGLIA ALLARGATA

COSTANTE PORTATADINO - 20/03/2014

Dice Sebastiano: “Devi scrivere della famiglia allargata”.

Per un po’ non gli do retta, mi schermisco. Poi giustifico la mia resistenza: “Ma a chi vuoi che interessi il modello più antico di famiglia, col vecchio patriarca che dispensa saggezza e tutti che lavorano nel campo, dal prozio al cuginetto…”.

“Ueh, cavernicolo! Mica parlo di Mammut, Babbut e Figliut! Non è questa la famiglia allargata di oggi. E nemmeno parlo di quelli che hanno cinque figli e ne adottano altri cinque, uno per continente e per colore di pelle. Parlo di tutti quei casi di scomposizione e di ricomposizione delle convivenze, legalizzate e no, che si usano adesso; all’anagrafe si chiamano genitore 1 e genitore 2, ma nella vita è tutta un’altra storia. Tu le definisci “crozzate”. Ma renditi conto: ci sono tante situazioni in cui 1 e 2 non stanno più insieme e quindi il figlio, che per comodità chiameremo (1/2) vive benissimo col genitore 2 e col nuovo genitore 3, ma al sabato o alla domenica sta col vecchio genitore 1 che a sua volta convive col genitore 4 e nel week end si diverte un sacco coi fratellini, che per comodità chiamiamo (1/4), ma anche con i fratelloni più grandi che il genitore 4 ha avuto precedentemente dal 5 e che per comodità chiamiamo (4/5)”.

Mi sono perso in quest’algebra e rimpiango i modesti studi, non ancora arricchiti dalla teoria degli insiemi e dai grafi.

Ma Sebastiano insiste: “Ci sono anche i casi inversi, in cui il genitore 2 ha fatto un figlio con 3, ma ha deciso che non valeva la pena di rompere la famiglia tradizionale, ha ottenuto il perdono dal genitore 1 e quindi il bambino (3/2) vive felicemente con 1 e 2 e con i fratelli (1/2), ma altrettanto felicemente trascorre un week end ogni due col genitore 3 e con i fratelli (3/4); semplice ed efficace, non è vero?”.

Ammutolisco. Vorrei replicare che nelle scuole dell’infanzia della nostra provincia, che conosco grazie ad un mio impegno associativo, questi casi sono molto frequenti e non sempre felicissimi; tralasciando le vere e proprie contese, arbitrate dai giudici del tribunale minorile, anche nelle situazioni più tranquille emergono piccoli problemi: chi ha e chi non ha il diritto di prendere il bambino all’uscita, quali tra i nonni sono autorizzati a farlo, a chi deve dar retta l’educatrice se il genitore 1 il genitore 2 vengono separatamente a colloquio e manifestano idee differenti sull’educazione del figlio… ma non spiaccico parola, quindi il Conformi trova modo d’insistere: “Pensi che sia complicato, se non dannoso per i bambini che confondono le figure di riferimento, ma non è così. La figura di riferimento è quasi impossibile trovarla anche in una coppia che tu chiami normale, se si aumenta il numero delle figure, sarà più facile trovarla, magari in un nonno o in una nonna “acquisita”, e a proposito di nonni… regali doppi a Natale, da sei o anche da otto nonni, tutti in competizione per il regalo più bello!”

“La famiglia allargata, tu dici, è un insieme (di livello 2) di insiemi (di livello 1)? Ma che cosa la tiene insieme?”.

“Non fare il formalista. Insomma, la genitorialità non è più un fattore naturale, la si deve acquisire e nemmeno tutti ci riescono, anzi pochi. Ma non hai appena letto della ragazza americana che ha citato in tribunale i genitori perché non provvedono al pagamento della retta del liceo? L’avrebbe fatto se almeno uno dei due avesse sviluppato una genitorialità adeguata?”.

Riammutolisco. Oso solo mormorare “Ma il tribunale le ha dato torto…”. “Aspetta e vedrai. Intanto abita dalla sua amica, il cui padre è il famoso avvocato che cura la causa e se il tribunale di periferia le ha dato torto, arriverà fino alla Corte Suprema degli Stati Uniti e lì vincerà di sicuro, che i giudici sono democratici e gli danno sempre ragione all’Obama. Poi ci si adeguerà in tutto il mondo. È la cultura della modernità, bellezza, lo Stato è chiamato a garantire i diritti individuali, anche dei figli contro i genitori, se necessario, ma soprattutto degli individui contro il conformismo sociale. E a questo proposito, bada bene di non fare differenze tra figli e figliastri, anzi, questa parola non la devi proprio dire, devi cancellarla dal vocabolario!”.

“Su questo ultimo argomento ti do ragione pienamente. Non ho mai pensato che fosse giusto che le colpe dei padri ricadess…”. “ Ma quali colpe, ma quali padri! I genitori che tu chiami colpevoli, hanno esercitato il loro sacrosanto diritto alla felicità, anche questo garantito dalla Costituzione degli Stati Uniti (vedrai se non arriva anche da noi) e i figli non possono che trarne vantaggio. Meglio due genitori separati, ma felici, che due infelici, che vivono la finzione di coppia da separati in casa. E a proposito di genitori e di vocabolario, devo avvertirti che solo per comodità parliamo, apparentemente, al maschile, sebbene possa darsi il casi di genitori entrambi maschi o entrambe femmine. Quando parliamo di ruoli sociali dovremmo poter usare un termine neutro, che ancora non esiste in italiano, ma presto il nuovo governo provvederà anche a questo, che è sicuramente più urgente che trovare i denari per il cuneo fiscale, per l’IRAP, per l’IMU, per l’edilizia scolastica, per pagare le imprese, per il piano-casa; queste sono quisquilie”.

Anche bazzecole e pinzillacchere. Diceva Totò.

 

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