Con tono deciso e trattenuta soddisfazione i due rappresentanti rispettivamente delle Ferrovie Federali Svizzere (Stefano Ardò) e di Rete Ferroviaria Italiana (Giorgio Botti) hanno ribadito che gli investimenti per adeguare il profilo della gallerie della Luino – Gallarate al passaggio dei nuovi convogli merci (750 metri di lunghezza invece dei 550 attuali e 2000 tonnellate di peso) – saranno fatti in tempi relativamente brevi. Lo hanno sostenuto all’ennesimo, meritevole, convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Varese sabato 15 marzo sul tema di Alptransit e delle relative ricadute infrastrutturali nell’area insubrica.
Del resto a tale scopo la Svizzera, proprio a inizio anno, ha messo a disposizione a titolo gratuito 120 milioni di euro all’Italia. Un regalo per accelerare l’adeguamento di una linea ferroviaria strategica per far defluire i massicci traffici merci del dopo Alptransit ma anche una strada ferrata con grandi criticità ambientali perché corre immediatamente alla spalle della “sponda magra” del Lago Maggiore – che poi tanto “magra” non è più – attraversando paesi di civettuola bellezza e località importanti come Luino e Laveno da sempre penalizzate dalla presenza di storici passaggi a livello che condizionano il traffico urbano e incidono sulla vivibilità delle aree adiacenti la linea.
Quindi – ripetono da tempo gli amministratori locali- vanno bene i mega treni merci del prossimo futuro ma servono in parallelo delle opere strutturali (sottopassaggi, barriere antirumore, arredi urbani…) capaci di mitigare e compensare l’invasività inevitabile dei nuovi “mostri” ferrati. A questo punto, di fronte alle misurate rivendicazioni di sindaci e amministratori locali, i due ingegneri, facendo sfoggio di diplomazia verbale, hanno fatto intendere che gli interventi di contorno spettano agli enti locali e che i 120 milioni disponibili saranno interamente utilizzati per gli adeguamenti tecnici della tratta Zenna –Luino – Gallarate.
Tenendo conto delle difficoltà finanziarie in cui versano i comuni, in buona parte indotte anche dal patto di stabilità imposto da Roma che, senza distinzioni, penalizza allo stesso livello “buoni e cattivi”, si rischia la paralisi degli investimenti se qualche comunità locale decidesse di mettersi di traverso e alzasse barricate con i consueti ricorsi al TAR e quant’altro. Un film già visto troppe volte. È invece questa un’ottima occasione per avviare finalmente un dialogo serio e costruttivo col territorio per trovare punti di equilibrata fattibilità senza strappi e improduttive contrapposizioni. Un compito, secondo noi, che dovrebbe assumersi la Regione Lombardia ponendosi come elemento coordinatore di questa delicata partita che va giocata in tempi brevi e assolutamente certi perché le scadenze sono stringenti. Le previsioni dicono infatti che nel 2017/2018 la ciclopica impresa di Alptransit dovrebbe essere conclusa. Un altro flop come quello dell’Arcisate – Stabio sul versante del Verbano non sarebbe davvero sopportabile.
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