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Società

LA PIETAS, I PALETTI

LUISA NEGRI - 14/03/2014

Capita che a volte si abbia bisogno di far capo all’ospedale cittadino. Capita che si debba accompagnare in macchina, per starle vicino, una persona che deve fare un esame particolare. Capita che, essendo non proprio attiguo il parcheggio ospedaliero agli ingressi della vecchia sede, si pensi di appoggiarsi a quello -vuoto, perché non è ancora orario di apertura- di un supermercato della zona, mettendo assieme anche la necessità di acquistare poi lì la spesa quotidiana. Ma non fai in tempo a scendere dall’auto e avviarti a piedi, che ti senti subito richiamare. “Non lo sapete, qui è proprietà del supermercato?”

“La spesa la facciamo appena apre il negozio, giusto il tempo di bere un caffè”.

Ci vorrà un po’ di tempo -la bugia è a fin di bene- ma non tanto di più, ed è vero che poi si acquisterebbe lì. Dunque nessun abuso. Impossibile, il delegato del supermercato messo a far da guardia alla proprietà non ammette proprio che si possa scendere e lasciare la macchina in attesa, prima dell’apertura.

La replica è allora altrettanto secca. “Grazie comunque, ce ne andiamo altrove a fare la spesa”.

“No, senta…” “No senta lei, la salutiamo”. E si va a mettere l’auto nel parcheggio dell’ospedale. Impossibile, passando, non notare che anche le stradine attorno all’ospedale sono tutte transennate da pali e paletti a protezione di ville e studi che rivendicano a loro volta, con una fioritura di cartelli mai vista, “riservato a clienti e residenti”.

Pensiamo che la maggior parte di questi terreni fossero in origine dell’ospedale, terreni donati dai benefattori Macchi allo stesso, e alienati nel tempo a prezzi vantaggiosi. Non ne abbiamo la certezza. Ma certo è invece che, nella percezione di chi pur vive attorno al nosocomio della città, pare essere in gran parte assente l’immagine dell’ospedale come luogo di cura e di pietas. Quella testimoniata nell’albo d’oro della generosità cittadina a favore dell’ospedale che il giornalista Bagaini, e altri cronisti prima di lui, avevano annotato con meticolosa cura, a partire da quando gli ospedali varesini si trovavano in altri luoghi, come il Nifontano e l’attuale piazza Giovane Italia. Altri tempi, altra pietas, oggi ciascuno difende la sua proprietà, e tutti hanno paura degli altri. Anche il supermercato, che sicuramente dalla vicinanza del nosocomio, e dal passaggio di chi lo frequenta e ci lavora, trae da decenni un grande vantaggio, beneficiando di una sicura rendita di posizione, pare avere timore dell’assalto ai suoi parcheggi.

L’atteggiamento, apparentemente legittimo, è comunque sintomatico di una mentalità individualista, che pensa a difendere in modo grezzo i propri egoismi, con guardie, pali e paletti. Certo non faremo più la spesa in quel supermercato, per il tono, la mancanza di garbo e di lungimiranza. Andremo dritti al parcheggio ospedaliero dove si spera di trovare posto in tempo debito. Altrimenti, per qualcuno è cosa ormai acclarata, meglio avere un secondo accompagnatore alla guida che andrà poi a mettersi chissà dove, in attesa della telefonata che permette di essere all’ingresso giusto al momento giusto. Nel nostro caso l’esame è avvenuto in perfetto orario, in tempi brevissimi, e la persona da raggiungere è ben presto fuori, per fortuna è andato tutto bene, ma l’accompagnatore non ha potuto esserci.

Roba di un quarto d’ora. Dobbiamo risalire fino al parcheggio, una bella salitina,

Ma c’è un’altra sorpresa, che non si può accettare. All’uscita del parcheggio, di fronte alle casse, c’è una zingara che esibisce un piccolo in passeggino. Chiede l’elemosina tenendo il bambino ad altezza di macchina, quanto rimarrà e quanto gas inalerà quel bambino da ogni auto che transita? Non ci sono le telecamere, nessuno vede, nessuno controlla? Due Italie, una troppo svizzera o forse molto simile a quella mentalità svizzera, che noi confinanti ben conosciamo, imposta senza intelligenza da una egoistica intolleranza di bottega, preoccupata di tenere alla larga “l’orda barbarica” di gente bisognosa di far capo a un ospedale. E un’Italia “de noantri,” che assegna agli ospedali parcheggi insufficienti e scomodi, e ti chiede di pagare il balzello ogni volta che hai bisogno di accedervi. E neanche vede chi elemosina dove non dovrebbe e soprattutto lo fa nel peggiore dei modi, servendosi, e a danno, di un innocente che nessuno pare vedere.

Auguri a tutti noi. Ad multos annos

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